Iniziata la campagna del pomodoro: premesse buone, tempo permettendo
All’inizio della settimana ha preso il via nel comprensorio piacentino-parmense, con la raccolta delle varietà precoci, la campagna del pomodoro da industria
All’inizio della settimana ha preso il via nel comprensorio piacentino-parmense, con la raccolta delle varietà precoci, la campagna del pomodoro da industria che rimane uno dei più importanti settori economici dell’agro-alimentare del territorio, se consideriamo che sono quasi 12.000 gli ettari investiti, il 6% in più (circa) dello scorso anno.
Si parte, com’è noto, da un prezzo base di 92 euro a tonnellata e sono leggermente migliorati i parametri qualitativi ma, come già evidenziato a più riprese dagli “addetti ai lavori”, i costi produttivi del 2021sono ulteriormente aumentati, sia per l’acquisto di fertilizzanti ed antiparassitari, ma soprattutto per i costi del gasolio: a causa del periodo siccitoso (e ventoso) si è dovuto frequentemente ricorrere alle irrigazioni.
Come di consueto ci affidiamo per le prime valutazioni (quindi molto incomplete e suscettibili di variazioni anche significative nel corso della campagna stessa) al tecnico di Asipo Afro Morsia che ci conferma un afflusso “regolare nei conferimenti nelle fabbriche. Circa il 60/70% degli agricoltori ha iniziato la raccolta delle precoci che si presentano di qualità mediamente buona, con un brix medio di 4,85, buono il colore, discreta la consistenza, valutazione considerata in base a quella consueta delle varietà precoci.
A causa delle elevate temperature e della siccità, e quindi del conseguente stress idrico, si sono verificati casi di marciume apicale; le stime, ancora molto incomplete, riferiscono di una produzione che si attesta sui 750 q. ad ettaro. Restano ancora da valutare i danni determinati dalle grandinate che hanno colpito le zone della Bassa Val d’Arda fino a Fidenza, il Basso cremonese ed altri campi attorno a Carpaneto, una perdita, si ipotizza, di alcune migliaia di ettari sui 38.000 complessivi del Nord Italia, mentre in Regione si attestano sui 25.500. In alcuni casi i raccolti sono distrutti, per gli altri sono da valutare i possibili recuperi. In ogni caso per ora ogni valutazione è ancora molto sommaria.
Siamo all’inizio della campagna: se il tempo tiene, le prospettive sono ancora buone per la qualità delle medie e tardive. Le fabbriche hanno esaurito le scorte e le aspettative di mercato sono quindi incoraggianti. L’indiscussa professionalità dei nostri imprenditori agricoli, abituati ad operare tra tante difficoltà, ha assicurato negli anni sempre un ottimo pomodoro lavorato, che proprio per questo va valorizzato rispetto a quello prodotto in altre regioni.
«Per questo - ha correttamente sottolineato Coldiretti (ma è un orientamento anche delle altre professionali e delle O.P) - per il futuro non basterà più accordarsi solamente sulle quantità da produrre e da consegnare, ma sarà fondamentale che tutta la filiera sia allineata in un progetto di valorizzazione del pomodoro coltivato in Italia. E’ indispensabile- ha sostenuto in un comunicato- avere un approccio nuovo, sfruttando appieno quelle che sono le opportunità dei Distretti del Cibo, mettendo insieme imprese, cittadini, associazioni, istituzioni e università per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che produce e trasforma un prodotto di altissima qualità in un territorio ben definito».