Iren, «Per i manager megastipendi e buonuscite, i cittadini invece esclusi dalle scelte»
Riceviamo e pubblichiamo il commento del Comitato Acqua Bene Comune di Piacenza e Val d’Arda sulla nomina del nuovo ad Massimiliano Bianco: «Si dice che si dimise l’anno scorso da un acquedotto pugliese in seguito a un’indagine della Guardia di Finanza»
«Come largamente – spiega il Comitato Acqua Bene Comune di Piacenza e della Val d’Arda -anticipato dalla stampa, "il “Comitato dei Sindaci” – composto da Marco Doria, Sindaco di Genova, Piero Fassino, Sindaco di Torino e Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia – ha unanimemente designato Massimiliano Bianco quale nuovo Amministratore Delegato" di Iren SpA (dal Comunicato Iren del 27 novembre). Il CDA ha ratificato la nomina lunedì 1 dicembre. Massimiliano Bianco sostituirà Nicola De Sanctis, che peraltro continuerà a lavorare per Iren.
De Sanctis riceverà, per essere stato 17 mesi AD di Iren, una buonuscita di 950.000 euro lordi. Inoltre potrà continuare a lavorare per Iren fino al 31 dicembre 2015, con il compenso di 400.000 € annui. Non si può dire che questi top-manager non sappiano condurre gli affari, specialmente quando si tratta dei propri. Gli succede Massimiliano Bianco, che si dice sia stato dimesso l'anno scorso dall'acquedotto pugliese, di cui era direttore, a seguito di una indagine della Guardia di Finanza su alcuni rimborsi consistenti in “pranzi, cene, trasferte e acquisti di mobili”, concessi a Ivo Monteforte, ex amministratore unico dell’Acquedotto Pugliese. Nominato nel 2012 dalla Regione Puglia, Monteforte venne rimosso dall’incarico a seguito della conversione illegittima del rapporto di lavoro di Bianco - da otto anni alla dirigenza dell’AQP - passato da tempo determinato a tempo indeterminato. A disposizione dell’ex direttore Bianco- così leggiamo su un quotidiano - una Audi A6 aziendale, una casa in fitto nel Murattiano, pur risiedendo a pochi chilometri da Bari, ovvero a Gioia, ed uno stipendio di 237 mila e 900 euro lordi annui, oltre a 48mila euro di premio di produzione.
Forse per questi meriti Bianco (ma il condizionale è d'obbligo) sarebbe stato ricompensato con la presidenza di Federutility, l'associazione delle società che gestiscono servizi pubblici, e ora diventa capo azienda di Iren. Come comitati non possiamo fare a meno di rilevare l'opacità e l'antidemocraticità di scelte così importanti affidate alla trattativa tra tre sindaci, due della stessa parte politica, il terzo come lo fosse. La stessa parte politica che ha creato Iren e usa le istituzioni per incrementare le fortune del partito-azienda.
Perfino i Consigli Comunali sono esclusi dalle decisioni più importanti, figurarsi i cittadini! L'unica "partecipazione" che funziona è quella con le lobby. Intanto il Parlamento, dominato dalle suddette lobby politico-affaristiche, ha bocciato la norma che impediva i distacchi dell'acqua. Famiglie con bambini possono restare senz'acqua, l'importante è salvaguardare i dividendi di Iren e le buonuscite dei manager. Il prezzo dell'acqua continua a salire, gli utili e i dividendi di Iren ad aumentare, mentre gli investimenti sono fermi. A Piacenza non si riesce nemmeno ad ottenere una risposta soddisfacente alla richiesta da parte di 30 consiglieri appartenenti a 18 amministrazioni comunali diverse per uno studio di fattibilità per la gestione pubblica del sistema idrico integrato. Ormai la contiguità e l’osmosi evidente fra IREN, Atersir (che fa parte di Federutility) e una certa parte della classe amministratrice rivela un’opacità preoccupante sulla reale democraticità dei meccanismi di decisioni politica. Ancor più grave se riferita alla gestione dei beni comuni essenziali come l’acqua».