Iva sui rifiuti: non serve la legge per chiedere il rimborso
Continua a tenere banco la questione del rimborso dell'Iva sui rifiuti. La scorsa settimana, Enìa che gestisce a Piacenza la nettezza urbana, aveva confermato l'imposizione dell'Iva al 10% nonostante la sentenza della Corte Costituzionale. Però, c'è chi dice che non serve la legge per chiedere il rimborso
All'orizzonte, per i contribuenti, si profilava la possibilità di chiedere il rimborso sull'Iva ingiustamente versata. E con un risparmio notevole: circa 350 euro a famiglia. Ma venerdì scorso, con l'intenzione di fare chiarezza sulle richieste di rimborso, è arrivata la replica di Enìa che, a Piacenza, gestisce la nettezza urbana.
L'Iva indebitamente versata ammonterebbe a 15 milioni di euro |
“Nonostante la presa di posizione della Corte Costituzionale, continuano ad essere vigenti precise norme di carattere fiscale che vincolano Enìa, così come tutte le altre aziende del settore e che prevedono che la TIA sia assoggettata all’aliquota IVA agevolata del 10%”. L'Iva non si toglie, ribadisce la multiutility, inutile chiedere il rimborso. Anche perchè, “per Enìa l’imposta non è un entrata”: la raccoglie come sostituto d'imposta e la versa direttamente all'erario.
Che in un quadro di confusione normativa i contribuenti debbano arrendersi? Niente affatto, replica Ferdinando Morabito della Udicon – Unione per la Difesa dei Consumatori. Per chiedere il rimborso dell'Iva, non c'è bisogno di aspettare una legge ad hoc, basta la sentenza della Corte Costituzionale. “La sentenza è chiara e non lascia spazio a dubbie interpretazioni: l'Iva sui rifiuti è illegittima” spiega Morabito.
Al di la di chi sia l'Ente che incassa il tributo, è sbagliato farlo pagare ai cittadini |
Non solo, ci sono due fattori che rafforzano questa affermazione. “Tanti comuni non hanno applicato l'imposta su Tia e Tarsu negli anni passati. Se davvero fosse stato un obbligo farla pagare” osserva il rappresentante Udicon, “non sarebbe stata una libera scelta degli enti locali imporre o meno l'Iva”. E poi ci sono già dei comuni che hanno rimborsato l'imposta, primo fra tutti a Venezia, che creano un precedente giudiziario.
Adesso ci sarà il rimbalzo delle responsabilità fra chi dovrà procedere al rimborso: se Enìa che agisce solo come sostituto d'imposta, gli Enti locali o lo Stato. Le norme di Parlamento e Governo, dunque, servirebbero più a disciplinare il sistema del rimborso che non a discettare sulla legittimità o meno dell'imposta sul tributo.