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Economia

Iva sui rifiuti: non serve la legge per chiedere il rimborso

Continua a tenere banco la questione del rimborso dell'Iva sui rifiuti. La scorsa settimana, Enìa che gestisce a Piacenza la nettezza urbana, aveva confermato l'imposizione dell'Iva al 10% nonostante la sentenza della Corte Costituzionale. Però, c'è chi dice che non serve la legge per chiedere il rimborso

Rimborsi sì e rimborsi no. Al centro, le tasse sui rifiuti Tia ex Tarsu e il dilemma se debbano essere o meno soggette all'Iva, l'imposta sul valore aggiunto. Lo scorso 24 luglio, una sentenza della Corte Costituzionale aveva decretato che Tia e Tarsu sono da considerarsi tributi e non servizi e quindi non devono essere soggetti a Iva.

All'orizzonte, per i contribuenti, si profilava la possibilità di chiedere il rimborso sull'Iva ingiustamente versata. E con un risparmio notevole: circa 350 euro a famiglia. Ma venerdì scorso, con l'intenzione di fare chiarezza sulle richieste di rimborso, è arrivata la replica di Enìa che, a Piacenza, gestisce la nettezza urbana.
  L'Iva indebitamente versata ammonterebbe a 15 milioni di euro  

“Nonostante la presa di posizione della Corte Costituzionale, continuano ad essere vigenti precise norme di carattere fiscale che vincolano Enìa, così come tutte le altre aziende del settore e che prevedono che la TIA sia assoggettata all’aliquota IVA agevolata del 10%”. L'Iva non si toglie, ribadisce la multiutility, inutile chiedere il rimborso. Anche perchè, “per Enìa l’imposta non è un entrata”: la raccoglie come sostituto d'imposta e la versa direttamente all'erario.

Che in un quadro di confusione normativa i contribuenti debbano arrendersi? Niente affatto, replica Ferdinando Morabito della Udicon – Unione per la Difesa dei Consumatori. Per chiedere il rimborso dell'Iva, non c'è bisogno di aspettare una legge ad hoc, basta la sentenza della Corte Costituzionale. “La sentenza è chiara e non lascia spazio a dubbie interpretazioni: l'Iva sui rifiuti è illegittima” spiega Morabito.
  Al di la di chi sia l'Ente che incassa il tributo, è sbagliato farlo pagare ai cittadini  

Non solo, ci sono due fattori che rafforzano questa affermazione. “Tanti comuni non hanno applicato l'imposta su Tia e Tarsu negli anni passati. Se davvero fosse stato un obbligo farla pagare” osserva il rappresentante Udicon, “non sarebbe stata una libera scelta degli enti locali imporre o meno l'Iva”. E poi ci sono già dei comuni che hanno rimborsato l'imposta, primo fra tutti a Venezia, che creano un precedente giudiziario.

Adesso ci sarà il rimbalzo delle responsabilità fra chi dovrà procedere al rimborso: se Enìa che agisce solo come sostituto d'imposta, gli Enti locali o lo Stato. Le norme di Parlamento e Governo, dunque, servirebbero più a disciplinare il sistema del rimborso che non a discettare sulla legittimità o meno dell'imposta sul tributo.




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