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Ivo Bussacchini è il nuovo segretario generale della Cgil di Piacenza

Eletto con l’87% delle preferenze dall’Assemblea generale. Succede a Gianluca Zilocchi, recentemente eletto a segretario regionale della confederazione

Ivo Bussacchini è il nuovo segretario generale della Camera del Lavoro di Piacenza, eletto con l’87% dei voti favorevoli dall’Assemblea generale della Cgil di Piacenza nella giornata dell’8 giugno, nessun voto contrario. Il suo mandato durerà 4 anni. La proposta di Bussacchini è arrivata dal centro regolatore rappresentato dal segretario regionale della Cgil Emilia-Romagna, Massimo Bussandri, quindi consultazioni degli aventi diritto e la fase di voto segreto conclusa con l’elezione  di Bussacchini, 51 anni. Succede a Gianluca Zilocchi, recentemente eletto a segretario regionale della confederazione.

Ivo Bussacchini, 51 anni, nato a Fiorenzuola. Inizia a lavorare il 1 settembre 1987 in un’azienda metalmeccanica come elettromeccanico, tredici anni dopo il primo distacco sindacale alla Fiom Cgil di Piacenza come funzionario. Nel maggio 2004 viene eletto nella Segreteria della Fiom e dal settembre 2007 ne diviene Segretario Generale. Dal luglio 2014 entra nella Segreteria Confederale della Camera del Lavoro - Cgil di Piacenza come Segretario Organizzativo provinciale. Eletto Segretario della Cgil dall’Assemblea generale l’8 giugno 2022. Significative anche le parole del Segretari uscente, Zilocchi: “Sempre più solidarietà e sempre più confederalità: questi sono gli auspici che lascio al gruppo dirigente della Cgil di Piacenza”.

«In questa giornata e in particolare nei minuti che dedicherò alla lettura di queste pagine, nei minuti che voi dedicherete ad ascoltarla, sarò attraversato - e spero non sopraffatto - da sensazioni, immagini, ricordi, emozioni così forti da renderla, per me, indimenticabile», ha detto Bussacchini. «Ho pensato molto in questi giorni da quale argomento iniziare questa relazione e penso che sia prioritario partire dagli attacchi di sedicenti no vax/fascisti che con scritte denigratorie e diffamatorie hanno imbrattato le nostre sedi, prima a Carpaneto, a Pontenure poi il 1 maggio a Monticelli e recentemente qui alla Cdlt di Piacenza».

«A mio avviso  - ha detto - occorre partire da qui per poi fare un ragionamento più articolato sugli ultimi due anni di pandemia che abbiamo alle spalle, ma soprattutto per la fase inedita che si è aperta nel cuore dell’Europa con la una guerra in Ucraina. Dicevo, attacchi diretti alla nostra Cgil, ma non solo, ritengo che questi gesti vili facciano male alla società, ma ancor prima a tutti noi, che ogni giorno proviamo a rappresentare le istanze e i bisogni delle lavoratrici dei lavoratori, delle pensionate dei pensionati, dei soggetti più deboli di questa società, con l’obiettivo di migliorarne le condizioni».

«In poche parole la Cgil e di conseguenza tutti noi rappresentiamo un presidio di democrazia che va difeso e preservato ogni volta che viene messo in discussione. Noi abbiamo immediatamente agito con dei presidi di solidarietà proprio a difesa dell’idea stessa di democrazia e dei valori costitutivi della Cgil. Ovviamente occorre che le istituzioni e la società civile condannino questi gesti e facciano quadrato attorno a questo concetto, cosi come mi pare di aver visto nei nostri confronti, inoltre serve che gli ideatori e gli esecutori di questi atti siano immediatamente fermati. Riflettendo sull’accaduto penso che dobbiamo intraprendere, tutti insieme, un percorso di approfondimento, che a partire dal sottoscritto ci riporti ai valori fondanti della nostra democrazia e dell’idea stessa dei valori della nostra splendida Costituzione cercando di coniugarla con gli elementi fondanti dello Statuto della Cgil».

«Ma attenzione quello che abbiamo toccato con mano nei due anni precedenti con la pandemia ha aggravato una situazione che era già fatta di una società con forti diseguaglianze, forti disparità sociali e con un mondo del lavoro che viene da anni di  interventi legislativi di forte impronta liberista o neoliberista che dir si voglia. Dicevo una pandemia che per prima è scoppiata a Piacenza, nella quale ci siamo trovati dalla mattina alla sera a far fronte a una cosa mai vista, una cosa sconosciuta. Eppure compagne e compagni penso di poter dire, avendo vissuto tutti gli effetti che produceva nei luoghi di lavoro al vostro fianco e all’interno della nostra organizzazione nella provincia in prima persona, che la paura che ha attraversato ognuno di noi, non ci ha fatto perdere di vista quello che un grande Sindacato, la Cgil, deve fare, e cioè cercare in ogni momento di non abbandonare tante persone che di noi hanno avuto bisogno stando sempre attenti ad essere un punto di riferimento nei momenti più drammatici, come dicevo un presidio di democrazia».

«Avere gestito in questi ultimi due anni migliaia di accordi sindacali difensivi nonché gli accordi sulla sicurezza anti Covid 19, ha un significato profondo che si traduce nel forte senso di responsabilità che abbiamo tutti messo nella nostra azione sindacale che ha contribuito alla tenuta della coesione sociale di questa Provincia e di tutto il Paese. Coesione sociale che come dicevo era già incrinata prima della pandemia, e che ora  vede aumentate le diseguaglianze, la precarietà, le disuguaglianze che si sono maggiormente scaricate sui giovani e le donne in questi due anni. E poi eccoci al 24 febbraio scorso all’inizio di una maledetta Guerra in Ucraina. Va detto con molta chiarezza che siamo contro ogni Guerra e stiamo dalla parte della Pace, perché sono orrore e devastazione e i primi a soffrire sono i bambini, le donne, gli anziani i lavoratori».

«Ci è ben chiaro chi è l’invasore e chi è l’invaso, ma occorrerebbe ancora oggi capire le vere ragioni che l’hanno scatenata, perché solo capendole fino in fondo si può provare ad immaginare di attivare tutte le diplomazie che possano portare, almeno nell’immediato, al cessate al fuoco e al salvataggio dei civili. La mia sensazione, anzi qualcosa di più di una sensazione, è che siamo di fronte ad una ridefinizione dell’ordine mondiale attraverso il ridisegno di confini geopolitici nonché economici, fino a ripensare al paradigma tra Capitale e Lavoro già ridefinito in parte dalla pandemia. Una Guerra che si incardina in una situazione dove nel nostro paese era già iniziata una ripresa economica, ma con forti incrementi dei prezzi sulle materie prime energetiche, e sulla base dei dati sull’occupazione disponibili più recenti possiamo purtroppo dire con una precarietà del lavoro dilagante, ad oggi oltre 3 milioni e 166000 contratti a termine. Siamo quindi di fronte alla necessità di rivendicare al Governo di intervenire di più di quanto non abbia fatto sino ad ora per un principio a noi molto chiaro, che le conseguenze di questo conflitto sono certamente devastanti per chi li subisce in prima persona, ma lo saranno sicuramente per noi a breve, pensando ad un autunno molto difficile da affrontare dal punto di vista della tenuta sociale e quindi delle ricadute sulle persone  che noi rappresentiamo, notoriamente soggetti più deboli in una società come la nostra».

«Siamo di fronte ad un’inflazione che arriva in questo memento al 7%, cosa che non accadeva da oltre trentanni, che genera continui aumenti dei costi energetici delle materie prime e degli aumenti di beni alimentari di prima necessità, da qui il rischio che abbiamo di fronte è che ci sarà una forte perdita economica dei salari quest’anno, che come ben sappiamo in Italia già scontano una difficoltà nella tenuta del potere d’acquisto, non a caso stiamo parlando da tempo di lavoro povero. Servono interventi economici a sostegno dei redditi e del lavoro dipendente e da pensione, perché cosi come abbiamo sollecitato più volte in questi mesi il Governo ad aumentare la tassazione sugli extraprofitti delle società che vendono materie prime energetiche in Italia, da un lato occorre aumentarle ancora ma dall’altro lato non è più rinviabile dare corso a prelievi sui grandi patrimoni, per una semplice ragione: è una questione di uguaglianza redistributiva. Insisto su questo punto: da troppi anni molte risorse sono andate ad altri e poche ne sono arrivate a noi, se soltanto penso all’immensa evasione di cui questo paese soffre, da qui un’altra necessità è prevedere una riforma Fiscale che riaffermi la progressività della tassazione».

«Penso non sia riproponibile un stagione di patti tra Governo-Sindacati-Confindustria, se non si parte dall’idea di ridare dignità e valore al lavoro, attraverso strumenti che abbattano la piaga della precarietà, che riconoscano il tema del salario come una priorità importante e forse ancor prima di questi temi si porti la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro ad un livello tale per cui ci sia l’obiettivo dell’azzeramento delle morti bianche. Compagne e compagne, potrei parlare di tante altre importanti questioni, ma per ragioni di tempo dico solo che in questa complicata situazione dobbiamo essere un importante punto di riferimento per tutta la nostra gente con una capacità autorevole di rappresentanza e di elaborazione programmatica, per fare tutto ciò dobbiamo continuare e continuare a parlare con lavoratori, lavoratrici, giovani pensionate e pensionati ma anche costruire alleanze strategiche con Associazione e con chi condivide i nostri valore».

«Personalmente - dice. - sono molto convinto della necessità di portare i valori della Cgil all’interno delle scuole, abbiamo iniziato un percorso a partire dai nostri 130 anni di storia che andrà implementato. A questo punto mi sento di fare un’affermazione che non attiene al merito di molte questioni che ho esposto poco fa, ma si concentra sul metodo col quale in questi anni in Camera del Lavoro abbiamo lavorato sia in Segreteria che negli organismi preposti, ossia penso che dovremo dare continuità al passato riproponendo il confronto tra di noi come modello che ci ha permesso tutti insieme di superare varie questioni, sia politiche che economiche, in poche parole ribadire che la Confederalità è il fondamento su cui costruire i nostri obiettivi. Se lo vorrete toccherà al sottoscritto mettere in pratica il metodo della collegialità, ma fin da ora chiedo il contributo di tutti per far si che ciò che ho appena detto si concretizzi realmente con efficacia. Anche perché lo dico a chiare lettere: penso che non sarà facile sostituire Gianluca in questo compito. Ho imparato stando vicino a lui che un segretario deve saper ascoltare, deve collaborare, deve mettersi a disposizione di tutti ma dovrà anche decidere per la responsabilità che il ruolo gli impone».

«Siamo alle porte di un congresso che si svilupperà in autunno e l’applicazione  metodo di cui accennavo prima ci ha permesso di arrivarci con un documento programmatico corposo, che abbiamo elaborato tutti insieme nei mesi passati e che abbiamo utilizzato come Segreteria Confederale sia nella discussione sui temi del Pnrr con le controparti e le Istituzioni, sia nel recente confronto con i candidati a Sindaco al Comune di Piacenza. Temi che rappresentano la nostra idea di futuro del territorio che si incardinano all’interno del Patto per Il Lavoro ed il Clima siglato a livello Regionale. Nello specifico: quale sviluppo economico di questa provincia vogliamo e innanzitutto come lo si governa, come lo si indirizza ad una occupazione stabile e con un lavoro in sicurezza ma non solo, quale Sanità e Walfare, già duramente messi in difficoltà dalla pandemia alla luce del riordino dei modelli Sanitari Territoriali e dei nuovi progetti che il Pnnr produrrà, nonché il nuovo Ospedale di Piacenza, inoltre i crescenti  bisogni che vanno dai bambini agli anziani soggetti maggiormente fragili e da difendere, i temi della legalità intesa come rispetto dei diritti del lavoro  ma anche come contrasto e prevenzione dell’illegalità, e poi il tema dell’ambiente che appare oggi offuscato dal fatto che a causa della guerra pare vi sia un ripensamento su questo, ma credo che un’altra questione sia tutto il tema della Digitalizzazione che ci deve vedere protagonisti fino e arrivare a “Contrattare l’Algoritmo”,  fino a dire che quei sistemi che organizzano il lavoro attraverso algoritmi vanno resi pubblici ai lavoratori, vanno contrattati e non chiusi dentro a mere logiche di profitto…».

«In questo scenario ci deve essere a pieno titolo la nostra Camera del Lavoro e tutto il nostro gruppo dirigente insieme ai nostri 31.500 iscritti, attivi e pensionati, ma non solo, ci deve essere la nostra ambizione di essere quel soggetto di Rappresentanza che combatte le vecchie e le nuove povertà, per una società improntata alla giustizia sociale per un lavoro stabile, sicuro e soprattutto di dignità, anche perché troppo spesso nei tempi frenetici dei social e delle notifiche quotidiane non si approfondisce mai nulla, ma ce ne un bisogno tremendo. Oggi è l’8 giugno 2022, un anno fa ci lasciava un sindacalista che faceva dell’analisi, della comprensione anche delle dinamiche complesse e della consapevolezza sindacale la base del suo agire. Un anno fa ci ha lasciato Guglielmo Epifani. E vogliamo che quel metodo di lavoro venga rilanciato in Cgil, e non solo. In una società e nel lavoro che cambia noi dobbiamo essere i protagonisti del cambiamento».

Cgil, le congratulazioni di Patrizia Barbieri al nuovo Segretario generale

Il Sindaco e Presidente della Provincia Patrizia Barbieri, esprime, anche a nome delle Amministrazioni che rappresenta, le più vive congratulazioni a Ivo Bussacchini, nuovo segretario provinciale eletto questa mattina dall’assemblea dei delegati della Cgil: «Un riconoscimento prezioso alla sua esperienza e all’impegno profuso in questi anni nel Sindacato, per un ruolo di grande responsabilità e delicatezza. A lui e ai suoi collaboratori rivolgo un sentito augurio per questo incarico così importante per il territorio». «Con l’occasione – aggiunge Patrizia Barbieri – ringrazio Gianluca Zilocchi, chiamato a un nuovo, prestigioso incarico a livello regionale, per l’impegno messo in campo in questi anni, in un periodo particolarmente difficile per Piacenza e la sua provincia, durante il quale il Sindacato ha saputo essere sempre, per le istituzioni, un interlocutore propositivo e attento».

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