rotate-mobile
Economia

Jobs Act, a giorni il contratto di lavoro a tutele crescenti

Tra le novità il reintegro al lavoro. Cambia l’obiettivo: non più lo stesso ma la ricollocazione all’interno del mercato. Gli elementi di attuazione del decreto legge illustrati all’Associazione Industriali

E’ atteso venerdì prossimo il decreto  legislativo della riforma del mercato del lavoro con le  disposizioni in materia di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il nuovo corpo legislativo dovrebbe entrare in vigore nei primi giorni di marzo. La riforma nelle attese del Governo Renzi porterà a una maggior flessibilità dei contratti di lavoro, allineando il nostro Paese alle normative degli stati europei che competono sui mercati comuni. Delle ultime novità in materia e in particolare dei licenziamenti individuali e collettivi alla luce dei contratti a tutele crescenti, si è parlato quest'oggi nell'incontro organizzato da Confindustria Piacenza con l’avv. prof. Arturo Maresca, ordinario di diritto del lavoro all'Università La Sapienza di Roma, giurista di fama nazionale e autorevole punto di riferimento per la disciplina del lavoro.

«Siamo di fronte a un vero cambio di prospettiva - ha commentato il presidente Emilio Bolzoni - perché avremo un cambiamento vero; l'impianto complessivo dello schema di decreto sulle tutele crescenti è positivo perché coglie le esigenze e permette di fronteggiare i mutamenti repentini del mercato che impongono elasticità non solo produttiva, ma anche organizzativa.  Il cambio di passo introdotto dalla riforma, dovrebbe favorire l'occupazione e gli investimenti, non solo locali». Il professor Maresca ha quindi illustrato i contenuti del nuovo istituto contrattuale indicandone l’ambito soggettivo di applicazione, l’indennità di licenziamento, le incentivazioni, gli sgravi fiscali e contributivi per le nuove assunzioni, chiarendo le divergenze tra il nuovo regime delle tutele crescenti così come prefigurato nella legge delega e quello dell’attuale art. 18, affermando che «il nuovo istituto costituisce un’evoluzione ed uno svolgimento ulteriore del disegno perseguito dalla legge Fornero, ma dotato di maggior efficacia, di minori incertezze e, complessivamente, di una rafforzata attitudine a promuovere il contratto a tempo indeterminato attraverso la flessibilità in uscita. Viene infatti assicurata la certezza del diritto attraverso il restringimento dell'ambito di applicazione della reintegrazione e la predeterminazione dell'importo dell'indennità dovuta al lavoratore sulla base dell'anzianità di servizio in caso di licenziamento illegittimo. Anche nei casi di reintegro l’obiettivo non sarà più quel posto di lavoro, ma la ricollocazione all’interno del mercato del lavoro».

confindustria-2

Tra gli elementi efficaci della nuova forma di contratto, il prof. Maresca ha indicato l’entità, circa il 33%, della riduzione egli oneri del costo del lavoro, il superamento dei rigidi paletti dell’art. 18 in tema di mutamento di mansioni, tecnologie innovative, flessibilità organizzativa. Il nuovo contratto si applica ai soli nuovi assunti. Si profila, dunque, un doppio regime di tutela che distinguerà tra assunti prima dell’entrata in vigore del decreto – che continueranno a beneficiare dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori – e assunti post riforma, che invece accederanno alle più snelle garanzie. Una riforma complessiva – ha affermato il relatore - nell’attuale quadro politico non sarebbe stata possibile e occorre tenere presente che ogni anno cambia lavoro circa tre milioni di persone e quindi la differenziazione sarà sempre meno marcata. Il nuovo istituto contrattuale punta anche al "superamento" delle collaborazioni coordinate e continuative sfoltendo le decine di forme contrattuali e le norme ora esistenti. L’incontro è stato completato dagli interventi del dottor Colla e della dottoressa Chiara Merli su casistiche operative. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Jobs Act, a giorni il contratto di lavoro a tutele crescenti

IlPiacenza è in caricamento