“Earth Day", il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra
Dal summit di Parigi i primi progetti per cambiare il nostro orizzonte concettuale
L'Earth Day, nasce il 22 Aprile 1970 per evidenziare la necessità di conservare le risorse naturali della Terra. Voluta dal Senatore statunitense Gaylord Nelson, ma promossa già dal Presidente degli USA J. F. Kennedy, coinvolge 192 Paesi del mondo e miliardi di persone.
Oggi, rappresenta un momento informativo ed educativo nelle scuole e presso le Università, tramite l'organizzazione di eventi, per valutare le problematiche del pianeta, dall'inquinamento dell'aria, del suolo e dell'acqua, alla distruzione degli ecosistemi e l'esaurimento delle risorse. Vuole essere l'affermazione della “Green Generation” che si propone un futuro libero dall'energia da combustibili fossili, in favore delle energie rinnovabili, verso una green economy e ad un sistema ispirato alle tematiche ambientali.
Uno studio, effettuato con l'ausilio di 30 navi e due aerei, dalla Fondazione Olandese “Ocean Cleanup”, tra il 2013 ed il 2015, ha identificato un’isola di plastica galleggiante nell'Oceano Pacifico, tra la California e le Haway, le cui dimensioni superano il milione e mezzo di chilometri quadrati e si compone di un milione e ottocentomila pezzi, per un peso complessivo di 80mila tonnellate. L'isola risulta formata per il 46% da reti da pesca e da plastiche rigide come il polietilene e il polipropilene. Il 92% dei frammenti è più grande di mezzo centimetro e quasi indistruttibile, infatti sono stati ritrovati in acqua oggetti intatti risalenti agli anni settanta.
L'Università di Kassel (Germania) ha pubblicato su Nature che entro il 2050 una città su due potrebbe dover razionare le scorte d'acqua e l'umanità scopre i limiti della principale risorsa per la vita sul pianeta. Più di 840 milioni di persone in tutto il mondo non hanno accesso all'acqua sicura e 2,3 miliardi, non hanno neppure i servizi igienici. I dati sono emersi all'ottava edizione del World Water Forum di Brasilia che si è tenuto dal 18 al 23 marzo, in concomitanza con la Giornata Mondiale dell'Acqua, per cercare soluzioni alle sfide che tutto il mondo sta affrontando per garantire l'acqua sicura a livello universale.
La Comunità scientifica si concentra sempre più i suoi studi sugli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali del pianeta. Nel corso della storia della Terra si sono registrate diverse variazioni del clima che hanno condotto il pianeta ad attraversare ere glaciali, alternate a periodi più caldi, le ere interglaciali. Queste variazioni sono riconducibili principalmente a mutamenti dell'assetto orbitale del nostro pianeta (cicli di Milankovic), con perturbazioni dovute all'andamento periodico della attività solare e alle eruzioni vulcaniche per emissione di CO2 e di polveri. Secondo il quarto rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change del 2007, la temperatura media della superficie terrestre è aumentata 0.74+/-0.18° C durante il XX secolo. Il cambiamento climatico, non è uniforme su tutto il globo, ma presenta un picco massimo nell'emisfero settentrionale, a partire dalle medie ed alte latitudini, fino al Polo nord, più accentuato sulla terraferma che sui mari ed oceani (es. territorio siberiano e canadese), ed un livello ulteriore nell'emisfero sud. Questo incremento medio globale sarebbe a conseguenza della attività umana, in particolare della generazione di energia per mezzo di combustibili fossili e della deforestazione che genera, a sua volta, un incremento dell'effetto serra.
CONSEGUENZE POSSIBILI: scioglimento dei ghiacci nei ghiacciai e nelle calotte polari, con conseguente innalzamento del livello dei mari e riduzione delle terre emerse; un aumento della temperatura che significa anche un alzarsi della energia presente nella atmosfera e quindi, eventi meteorologici estremi, quali: cicloni, alluvioni, siccità, ondate di calore e di gelo. Il 12 Dicembre scorso, a Parigi, all'One Planet Summit, cinquanta leader, ministri mondiali e delegazioni di 130 Paesi, tra cui l'Italia, presieduto dall'ONU e dalla Banca Mondiale, hanno approvato 12 progetti da centinaia di milioni di dollari mirati a contrastare il quadro sopra evidenziato; tra questi, un programma per lo sviluppo di auto elettriche, un fondo di investimenti per i paesi colpiti da calamità naturali e finanziamenti di 625 miliardi all'Africa. Inoltre, dal 2020, le ricerche e lo sfruttamento di combustibili fossili non saranno più finanziati dalla Banca Mondiale.