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L’eco-sistema dell’Appennino nord-occidentale maggiormente tutelato grazie ad un progetto della Cattolica

In fase di valutazione presso l’Unione europea il Progetto LIFE Nature and Biodiversity tra quelli dedicati a natura e bio-diversità ed in particolare alla tutela e ripopolamento dei gamberi di fiume autoctoni

Un progetto coordinato dall’Università cattolica del S. Cuore di Piacenza ed in particolare dal Centro di Ricerca sulla Biodiversità e sul DNA antico (BioDNA), dal Centro Ricerca Analisi geoSpaziale e Telerilevamento (CRAST), potrebbe salvare i gamberi di fiume autoctoni e ripopolare canali e torrenti di collina e montagna dell’Appennino nord-occidentale. Una specie praticamente estinta in pianura, causa il progressivo degrado del livello di qualità delle acque (il suo habitat ideale sono infatti le acque limpide, correnti, fresche e ben ossigenate), ed ora ulteriormente minacciata dalla diffusione incontrollata del gambero della Louisiana, specie aliena molto aggressiva, portatore sano dell’afanomicosi (peste), una patologia letale per i gamberi delle nostre zone.

Questa è inoltre una specie, più resistente allo stress e più efficiente dal punto di vista riproduttivo ed edafico (condizioni fisiche e chimiche del terreno, che hanno influenza sullo sviluppo delle piante), riesce a percorrere fino a 3 Km sulla terra, durante i periodi di siccità, critici per le popolazioni autoctone, sopravvive scavando tane profonde anche alcuni metri. La tendenza a scavare i fondali provoca infiltrazioni d’acqua nei canali irrigui in cui la specie trova habitat idoneo e crolli degli argini (da cui l’interesse al contenimento dei consorzi di bonifica).

A tal fine, supportati dai positivi riscontri del Progetto LIFE+ Natura CRAINat, recentemente concluso, che ha centrato l’ obiettivo del recupero delle popolazioni autoctone di A. pallipes nei Siti Natura 2000 di Lombardia (territorio prealpino), Abruzzo, e Molise, si è costituito un qualificato pool per concretizzare analoga esperienza nelle province di Parma e Piacenza. Ne fanno parte l’Università Cattolica del Sacro Cuore che ne è coordinatore ((Paolo Ajmone (coordinatore scientifico), Licia Colli (Biodiversità e DNA antico (BioDNA), Massimo Vincini e Ferdinando Calegari Centro Ricerca Analisi geoSpaziale e Telerilevamento (CRAST) ed Elena Murelli (Ufficio Ricerca), l’Università di Pavia (UNIPV), l’ Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale (EPEO), il Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano (PNATE), l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, il Comune di Ottone e l’Associazione per lo Sviluppo Compatibile delle Alte Valli Piacentine.

Le zone interessate al progetto di salvaguardia e ripopolamento con le popolazioni native di gambero di fiume Austropotamobius pallipes, specie bioindicatrice di buona qualità degli ambienti acquatici, riguarderanno il Monte Capra, Monte Tre Abati, Monte Armelio, Sant'Agostino, Lago di Averaldi, Meandri di San Salvatore, Castell'arquato, Lugagnano Val d'arda, il Fiume Trebbia da Perino a Bobbio, la Val Boreca, il Monte Lesima, il Monte Dego, Monte Veri, Monte delle Tane, il Basso Trebbia, i Boschi di Carrega, il Torrente Stirone, il Monte Prinzera, il Monte Barigazzo, Pizzo d'Oca, Belforte, Corchia, Alta Val Manubiola, il Crinale dell’Appennino Parmense, il Medio Taro, Monte Acuto Alpe di Succiso, Monte Ventasso, Monte La Nuda Cima Belfiore Passo del Cerreto, Val d'Ozola, Monte Cusna, Abetina Reale, Alta Val Dolo, Monte Prado.

Gli obiettivi principali di LIFE CLAW, di durata prevista quinquennale, concernono dunque la conservazione e restocking delle popolazioni dell’appennino nord- occidentale ed il contrasto alla diffusione del gambero della Lousiana.

Le azioni previste, perseguite attraverso azioni concrete di salvaguardia (migliori pratiche da CRAINat e altri LIFE, continuità con CRAINat garantita dai  partner UNIPV e IZSV), prenderanno le mosse con un censimento delle popolazioni di gamberi autoctoni ed alloctoni e con la costituzione di geodatabase WebGIS riservato (autoctoni) e pubblico (alloctoni) (coordinamento UNIPV).

Seguirà la caratterizzazione genetica con marcatori molecolari di nuova generazione finalizzata a valutare i livelli di variabilità molecolare presente sul territorio; ad identificare le popolazioni più significative ai fini della conservazione della variabilità genetica e più adatte alla scelta dei riproduttori. A risolvere possibilmente le ambiguità tassonomiche ancora esistenti circa il numero di specie/sottospecie presenti sul territorio.(coordinamento UNICATT).

Inoltre, sempre con il coordinamento di Unicatt, si procederà ad una analisi spaziale multi-criterio GIS delle popolazioni/habitat/disturbo compresa classificazione di uso e copertura del suolo dei bacini afferenti ai tratti fluviali, finalizzata ai piani di ripopolamento/ripristino in SIC (e contenimento alloctoni  anche fuori SIC.

Azioni di controllo gamberi alloctoni: (trappolaggio, predatori, SMRT?), con eradicazione nei casi in cui ciò sia possibile (ambienti confinati, di dimensioni limitate), con particolare riferimento ai siti ove la specie autoctona è ancora presente e ove sia ipotizzabile intervenire con ripopolamenti di Austropotamobius. Il coordinamento spetterà al Consorzio Bonifica PC, UNIPV, Provincia PC).

Quindi si procederà con la costituzione di strutture di riproduzione ex-situ di genotipi selezionati (azione A2) e 2/3 centri per la riproduzione e l’ottenimento di larve/adulti da destinare al ripopolamento presso incubatoi: Monchio delle Corti, Corniglio, Ottone e Salsominore (coordinamento PNATE).

Ed ancora: realizzazione di programmi di ripopolamento siti natura 2000 con aree di intervento da azione A3 e larve/adulti da B2 (coordinamento PNATE) e piccoli interventi puntiformi di ripristino e miglioramento ambientale siti in Siti Natura 2000 con tecniche a basso impatto. (coordinamento EPEO);

Infine produzione di una carta di idoneità degli ambienti per il gambero autoctono  da utilizzare nei piani di ripopolamento dei salmonidi (coordinamento UNIPV) e analisi e controllo afanomicosi sulle popolazioni di gambero finalizzata a garantire piani di ripopolamento/ripristino in SIC (coordinamento IZSV).

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