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Economia Bobbio

La cantina bobbiese dei marchesi Malaspina compie 250 anni

L’azienda ha sottolineato la ricorrenza con un evento e un grazie ai collaboratori

Sabato scorso i Marchesi Malaspina di Bobbio hanno celebrato i 250 anni della loro cantina con un evento pubblico che ha visto un momento musicale in corte, il taglio della torta e un riconoscimento per tutti i collaboratori. «Non vogliamo chiamarla festa – spiega il marchese Obizzo Malaspina – perché è in un momento di difficoltà così gravi c’è davvero poco da festeggiare, ma la ricorrenza era importate per cui abbiamo voluto sottolinearla con un’occasione di condivisione, in particolare abbiamo voluto ringraziare tutti i nostri collaboratori: asse portante di tutte le imprese. Ricordo che mio padre fece un evento simile per i 200 anni della cantina di cui possiamo affermare con sicurezza che ha almeno 250 anni perché conserviamo nel nostro archivio le mappe datate 1722 dell’ingegnere Antonio Maria Losio che si qualificava “pubblico misuratore della città di Bobbio. Sono riportati i confini dei nostri fondi con disegnati i gelsi e le viti, è il nostro punto di partenza documentale che attesa che, ai tempi, in comune di Bobbio avevamo dei vigneti e producevamo vino». 

Questa antica famiglia ha una storia millenaria con possedimenti agricoli, ancora oggi, sia nel pavese che nella nostra provincia. «A Piacenza – spiega Obizzo – i nostri terreni sono tutti in collina e in montagna e viviamo le difficoltà dell’agricoltura di queste zone con basse rese e una fauna selvatica fuori controllo. Anni fa avevamo la volpe e la poiana che minacciavano il pollaio, oggi ci confrontiamo con tutto, compresi i cinghiali che mangiano l’uva e i cervi e i daini che distruggono i boschi ripiantati. Quest’anno, poi, il problema dei problemi è la siccità accompagnata da ondate di calore. Siamo all’ultima chiamata – sottolinea il marchese – se non piove nei prossimi giorni e non calano un po’ le temperature rischiamo di non raccogliere uva quest’anno. I vigneti nuovi hanno l’impianto d’irrigazione a goccia ed è quello che permette di preservare almeno le piante. Più di così non possiamo fare, siamo tra gli ultimi a resistere con le aziende in montagna».

Eppure questa impresa ha certamente superato altri momenti difficili negli gli alti e bassi della Storia di cui è stata protagonista. Recenti studi paiono attestare che il ponte sullo sfondo della Gioconda, il dipinto più famoso al mondo, sia quello di Bobbio, così come lo si vede dai possedimenti dei Marchesi Malaspina che proprio nel loro castello di Bobbio ospitarono Leonardo e un filo comune unisce il Genio ai nostri vitigni perché nella sua Villa di Milano, oggi Villa degli Atellani, sono state ritrovate tracce del vitigno di Malvasia di Candia aromatica che già ai tempi caratterizzava le nostre produzioni. «Produciamo Cabernet, Merlot e Pinot nero – precisa il Marchese – quanto ai bianchi: Ortrugo, Trebbiano e Pinot grigio, di questo, vale una menzione “Otbertus” lo spumante metodo classico dedicato al nostro capostipite vissuto mille anni fa. Oggi l’azienda di fatto la conduce mio figlio Currado, io mi limito a dare consigli sulla base della lunga esperienza e  l’evento che abbiamo organizzato vuole anche essere un messaggio per le giovani generazioni: affinché forti del passato non si limitino a ricordarlo ma si impegnino per portare avanti realtà che racchiudono la storia della famiglia e anche la storia del Paese e lo facciano con impegno, senso di responsabilità, ma anche con l’entusiasmo e la capacità di innovare caratteristiche dei giovani».

«Siamo molto orgogliosi di poter annoverare imprese come questa tra le nostre associate – ha detto Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza che ha preso parte alla cerimonia – ricche di storia, quindi di passato, ma anche proiettate al futuro. 250 anni di storia documentata attestano tenacia, saper fare, solidità e produttività: valori in cui, come Confagricoltura Piacenza, crediamo fortemente. Attestano una professionalità che unisce la tradizione all’innovazione, perché l’agricoltura di oggi è completamente diversa anche solo rispetto a cinquant’anni fa, figuriamoci se andiamo a ritroso nei secoli. Non solo stabilità, dunque, ma anche capacità di stare al passo con i tempi. Il settore del vino, in particolare, si è enormemente trasformato rispetto al passato. Più di altri ha saputo promuovere la propria immagine ridefinendo il concetto di bere da un atto di alimentazione necessario a un momento di convivialità, quindi di piacere, agganciandolo a tutte le idee positive che evoca l’esperienza di degustazione e legandosi inscindibilmente alla bellezza dei territori di produzione. Questa realtà, con le antiche vestigia e la storia centenaria, dimostra oggi di aver compiuto tutto il percorso e di guardare al futuro. Congratulazioni vivissime, dunque, da parte mia e di tutta Confagricoltura Piacenza, grazie per far parte della famiglia di Confagricoltura e l’augurio di proseguire avendo l’associazione al vostro fianco in questi che sono certamente tempi complessi».

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