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Mercoledì, 24 Aprile 2024
All'aula Magna

La Cattolica apre agli studenti in fuga dall’Ucraina. Intanto cresce l’offerta formativa

Dies Academicus , lectio magistralis dell’ambasciatore Pietro Sebastiani: «Serve un patto comune per la ricerca di una vera pace»

Torna finalmente in presenza il Dies Academicus per l’anno accademico 2021/22, ma alla gioia di avere ritrovato dopo la pandemia uno dei più significativi momenti della vita universitaria del nostro ateneo cittadino, si accompagna anche l’amarezza di un momento buio per il “vecchio continente”, ovvero la guerra tra Russia ed Ucraina che non poteva non suscitare una profonda eco nei discorsi delle personalità intervenute, in primis il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, come nella lectio magistralis tenuta dall’ex ambasciatore dell’Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani su “Un patto educativo globale per un nuovo modello di sviluppo e di multilateralismo”.

Anelli ha infatti più volte menzionato la guerra in Ucraina, rilevando che si sta sperimentando una situazione nuova: economica e di converso sociale, determinata della scarsità delle materie prime, dopo decenni di eccedenze di produzione, sia di prodotti agricoli come su quelli tecnologici. «Un’epoca – ha detto - nella quale ci saranno a disposizione meno materie per produrre beni e questo richiederà, ancora una volta, capacità di comprensione, quindi studio, riflessione e anche capacità di cercare, quantomeno, di prevedere quello che potrà accadere».

«L’Università Cattolica - ha ricordato Anelli - ha aderito al pacchetto di misure straordinarie per il supporto e il sostegno agli studenti universitari provenienti dall’Ucraina aprendo loro le porte, per consentire di continuare il proprio percorso di studio e formazione».

Note positive per il futuro del Campus piacentino: il rettore ha infatti annunciato un ampliamento della struttura con nuove aule, resasi necessaria anche per la nuova laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria rivolta ai futuri insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

«A Piacenza - ha detto - cerchiamo di ampliare costantemente l’offerta formativa rispetto all’originario storico e ormai da tempo non più isolato, come il nucleo delle scienze agrarie, che poi nel tempo è diventato scienze ambientale e alimentare. Abbiamo aggiunto Economia e Giurisprudenza e Scienze della formazione. L’obiettivo principale è quello di trovare il modo di fare interagire queste diverse discipline anche consolidando la collaborazione con la sede di Cremona».

La giornata si è aperta con la celebrazione eucaristica nella piazzetta della Facoltà di Economia e Giurisprudenza da parte del vescovo Adriano Cevolotto, quindi il trasferimento all’auditorium Mazzocchi per il discorso introduttivo del rettore e il saluto di Patrizia Barbieri, amministratore unico di Epis, presidente della Provincia e sindaco di Piacenza, che ha ricordato lo storico legame tra università e la città di Piacenza: «radici che ci consentono di guardare insieme anche al futuro».

L’ambasciatore Pietro Sebastiani ha ripercorso alcuni dei più significativi avvenimenti geo-socio-politici che si sono succeduti dal 1989, ovvero dalla caduta del muro di Berlino, cui è seguita «un’epoca di straordinaria transizione e una confusa fase storica in attesa di stabilità, con due enormi sfide da affrontare quella del cambiamento climatico e quello delle disuguaglianze sociali, con una forbice che si divarica sempre di più tra ricchi e poveri del pianeta, come evidenziato in varie encicliche papali e in particolare dalla “popolorum progressio” di Papa Paolo VI.

“Dopo l’età dell’oro” della borghesia, dopo l’abbandono dei valori del ’68 ed il “vietato vietare”, la spinta delle privatizzazioni a tutti i costi caratterizzata dalla mancanza di un “patto etico” perché se è vero che sale in cattedra il più bravo, il più scaltro, viene meno anche la democrazia, mentre è la politica che deve fissare i limiti del “bene comune”».

Citando Einaudi, ha sostenuto che c’è bisogno di senso di solidarietà: «La caduta del comunismo ha lasciato contraddizioni, con le ideologie che ci illudono che ci si possa affrancare dalla capacità dialettica. Preoccupa il sorgere di nazionalismi esasperati ed un indebolimento della cooperazione internazionale, fondamentale per affrontare l’attuale situazione. Per rigenerare - ha sostenuto - è necessario partire dalla base, con un sistema educativo che scaturisca dall’uomo e dai suoi bisogni ricordando che oggi tutto è il mondo è collegato, dove crescono le polarizzazioni sociali e la crisi ecologica. Obiettivi la giustizia sociale ed il rispetto della terra e per le uguaglianze cui fa da contraltare la sfiducia nelle istituzioni».

Citando la “Laudato Sii”, ha ribadito che «è necessario responsabilizzare noi stessi, con un nuovo umanesimo di “rapporti integrali”; servono sistemi di istruzione che accompagnino il cambiamento per una “nuova città dell’uomo». Un nuovo patto internazionale per il bene comune ed una ricerca della vera pace, con un nuovo “Bretton Woods” (ovvero l’insieme di regole riguardanti le relazioni commerciali e finanziarie internazionali tra i principali paesi industrializzati del mondo occidentale) basato sulla sicurezza ed un nuovo modello finanziario di crescita e sviluppo.

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