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La prima filiera italiana del pomodoro in missione con la Regione Emilia Romagna

Obiettivo Sudafrica per Pomorete, la prima filiera italiana del pomodoro. La Rete di imprese aderente a Confapindustria parteciperà, dal 22 al 26 ottobre a una missione voluta dalla Regione Emilia Romagna nella provincia del Gauteng

Obiettivo Sudafrica per Pomorete, la prima filiera italiana del pomodoro. La Rete di imprese aderente a Confapindustria parteciperà, dal 22 al 26 ottobre a una missione voluta dalla Regione Emilia Romagna nella provincia del Gauteng, che comprende Johannesburg. «Pomorete e Confapindustria Emilia Romagna partecipano convinte alla missione organizzata dalla Regione in Sudafrica. E lo fanno con il bagaglio di esperienze con alcuni Paesi dell’Est Europa, e con il progetto in corso nello Zambia (creazione di un impianto di trasformazione), dove hanno sviluppato iniziative e trasferito il know how che contraddistingue la prima Rete italiana del pomodoro» afferma il presidente, Dario Squeri. L’incontro sarà l’occasione per stabilire importanti contatti in un Paese che sta puntando molto sullo sviluppo nell’agricoltura e nell’agroalimentare. Pomorete presenterà il network di 15 imprese in grado di operare in diversi settori: dallo studio e ricostituzione dei suoli, alla trasformazione, alla vivaistica, alla fertirrigazione, alla commercializzazione, alle macchine per la raccolta e alle macchine per l’industria. Competenze che Pomorete sta già riversando nello Zambia, dove si sta per chiudere un progetto per la coltivazione di pomodori e per la realizzazione di uno stabilimento per la produzione di conserve. Un impegno common, quello della Rete, per portare conoscenze, creare occupazione in Africa e trovare nuovi mercati in un continente dove è fortissima la presenza del colosso cinese.

Insieme con Pomorete e Confapindustria (con il direttore Andrea Paparo) saranno presenti la Regione, con l’assessore all’Agricoltura Simona Caselli, Arpae, il Cer (Consorzio idraulico emiliano romagnolo), l’Università di Bologna. Incontri ad alto livello sono previsti con le autorità amministrative nazionali e della regione sudafricana, con l’ambasciata italiana, e poi con università, imprenditori e agricoltori. In agenda summit di natura tecnica e politica, oltre alla visita dell’agropark di Sebokeng. Il progetto di scambio con il Sudafrica venne varato nel gennaio 2017 dalla Regione Emilia Romagna. L’assessore Caselli aveva indicato nelle priorità nell’innovazione in campo agricolo e nell’agroindustria, certificazioni di qualità, gestione della risorsa idrica, i settori dove più l’Emilia-Romagna può dare un significativo contributo al Paese. Importante sarà anche il rapporto tra università, con la ricerca e lo scambio di studenti. Il Gauteng, con 12 milioni di abitanti, produce il 34% del Pil sudafricano. L’area si estende su 1,7 milioni di ettari, di cui solo la metà coltivati. 

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