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Economia

«La sfida di oggi è portare più natura all’interno delle nostre città»

Carlo Ratti all’assemblea di Confindustria Piacenza che si è svolta al teatro municipale

«Basta costruire su aree nuove; bisogna conservare il suolo e trasformare quello che c’è già. Questo comporta un lavoro imponente che presuppone anche di correggere gli errori che sono stati compiuti nel passato. Oggi la crescita esponenziale delle città come nel secolo scorso si è arrestata: la sfida ora è quella di portare più natura al loro interno». Parola di Carlo Ratti, presidente della Carlo Ratti & Associati e docente del Mit di Boston, ingegnere ed architetto, uno dei 25 uomini al mondo che potranno cambiare il mondo nel prossimo futuro e che già con alcuni dei suoi progetti sta modificando radicalmente imponenti aree in alcune grandi città del mondo. È stato ospite della assemblea annuale organizzata da Confindustria nella splendida cornice del Teatro Municipale, intervenendo sul tema “R-Innovare le città - I protagonisti del cambiamento tra spazio urbano e tecnologia”. Un incontro nel quale ha relazionato, stimolato anche dagli interventi del presidente dell’associazione Francesco Rolleri e dei vicepresidenti Valter Alberici, Claudio Bassanetti, Erika Colla, Antonio Cogni e Nicola Parenti.  

L’assemblea si è aperta con un minuto di silenzio in memoria delle giovani vittime della strada (con particolare riferimento al lutto che ha colpito la consigliera regionale Katia Tarasconi per la tragica scomparsa del figlio Kristopher), quindi il Coro del Nicolini, diretto dal maestro Giorgio Ubaldi, ha eseguito l’inno italiano e quello europeo. Sono seguiti i saluti istituzionali in primis, quelli del sindaco Patrizia Barbieri. «Se Piacenza evidenzia numeri così importanti di ripresa economica- detto- è grazie agli imprenditori: se da loro non fosse arrivata questa spinta propulsiva, non saremmo in questa situazione. Essere presenti qui è il nostro dire grazie. Oggi sono qui anche per imparare e sentire l’intervento del professor Ratti, considerato tra le 25 persone che potranno cambiare il mondo. Stiamo progettando il nostro futuro insieme, ora parlare di spazi dopo il Covid ha una valenza ben differente. Dobbiamo adesso adeguarci su una progettazione basata sulla flessibilità; abbiamo davanti sfide importanti: cascina San Savino, laboratorio Pontieri, ex ospedale militare, da progettare insieme alle nostre categorie economiche».

Per il prefetto Daniela Lupo, l’assemblea è una «occasione per riflettere su un momento delicato, dal punto di vista economico e sociale. Ora la pandemia sotto controllo, grazie al deciso impulso alla vaccinazione, con l’impegno di forze dell’ordine e la collaborazione tra istituzioni. È un tempo in cui siamo chiamati a decisioni importanti, servono scienza e creatività per affrontare insieme il futuro: il PNRR serve ad affrontare questo periodo».

Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, ha ricordato l’impegno della Regione sul fronte dalla progettazione urbana: «La Regione vuole essere al fianco degli enti locali in questo processo di rigenerazione urbana. Un percorso che non lascerà isolati i Comuni più piccoli, accompagnati in un percorso di rigenerazione che avverrà in modo democratico. Siamo impegnati in una battaglia molto complicata contro il virus. Devo ringraziare Confindustria per il contributo propositivo e fondamentale: spero che ora anche la cultura possa riprendesi perché è elemento fondamentale della nostra economia».

«Carlo Ratti - ha detto il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri - è soprattutto un cittadino del mondo; il mio predecessore (Alberto Rota) lo voleva invitare all’assemblea del 2020 che si è tenuta a distanza a causa del Covid. Oggi si riprende il discorso: vogliamo capire come l’innovazione si possa applicare alle città.

Le città come i territori e le aziende si devono confrontare con bisogni sempre nuove: il Covid ha evidenziato alcune necessità. A Piacenza il terreno è molto fertile e siamo interessati a costruire un territorio evoluto. Noi vogliamo dare il nostro contributo per il futuro della città».

«Urbe e civitas - ha detto Ratti- sono una polifonia; noi preferiamo parlare di città sensibili, dove c’è convergenza tra mondo fisico e mondo digitale. Un esempio di rigenerazione urbana in cui siamo coinvolti - ha spiegato - è a Milano con il distretto Mind, che prenderà il posto dell’Expo. La sfida era di passare da un distretto destinato a visitatori a uno destinato invece alla comunità». Ha poi citato il “Parco Romana” ex scalo ferroviario vicino al centro di Milano che sarà rigenerato ex novo con tante eco-zone e che ospiterà il villaggio olimpico per quelle invernali del 2026.

«Ma se parliamo di contenitori - ha ribadito - non possiamo prescindere dal contenuto; in questo processo innovativo, le start- up possono giocare un ruolo importante. Se la globalizzazione ha determinato molti danni nella prima fase, ora dobbiamo puntare sulla “fase due”, quella basata sulla qualità nella quale, noi come paese Italia, possiamo avere ottime possibilità. Ed anche i piccoli borghi ne possono trarre vantaggio, sempre puntando sulla qualità della vita, sfruttando le tecnologie e le realtà di eccellenza storiche, paesaggistiche, agro-alimentari che le caratterizzano».

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