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La vendita online non è antagonista del commercio tradizionale, anzi ne favorisce la conoscenza e la diffusione

a una ricerca-sondaggio realizzata da Ovse-Ceves emerge che in Italia il commercio delle bottiglie di vino nel canale online è ancora molto limitato

Da una ricerca-sondaggio realizzata da Ovse-Ceves emerge che in Italia il commercio delle bottiglie di vino nel canale online è ancora molto limitato, eccessivamente frazionato, dipendente da fattori sociali e da scelte aziendali. All’estero si viaggia con altro ritmo, volumi maggiori, fatturati interessanti, grandi portali. L’online in Italia risulta ancora un canale per bottiglie di alto profilo, spesso introvabili, accesso per le ultime generazioni, spesso single, dotati di buon reddito, altamente tecnologici, sempre connessi che fanno scelte in base ai blogger, ai passa parola, ai consigli di influencer, alle recensioni di qualche esperto affidabile, alle segnalazioni di testate dirette da nomi noti del vino italiano, non sempre sommelier, non sempre seguono le guide.

Dalla ricerca emerge che in Cina circa il 20% del vino è venduto online per un valore stimato di 1,4 mld euro; negli Usa l’e-commerce ha il 15% di penetrazione retail vicino a circa 1 mld euro; in UK il fatturato è di 0,9 mld euro pari al 12% dei movimenti di vendita dei vini, in Francia il 10% del vino nazionale è venduto online, in Spagna è l’8% di tutto il vino commercializzato, in Germania il 5% e in Italia solo circa lo 0,5 % per un valore di circa 25 mio/euro nel 2017. In Italia il giro d’affari online dell’e-commerce vino si divide fra il 51% venduto dalle aziende tramite il proprio sito, il 25% tramite i siti specializzati, il resto su altri portali anche internazionali o su portali di insegne. Sembra che il boom sia dietro l’angolo.

“La lentezza – commenta Giampietro Comolli presidente di Ovse-Ceves - in Italia è dovuta ai soliti freni, ai dubbi, alla insicurezza che condividono produttore di vino e consumatore. L’esplosione del canale online sarà evidente con le nuove generazioni, con la riduzione delle vendite tradizionali. Sembra che nel 2023 il fatturato del vino venduto online in Italia sarà di 200 milioni di euro. La vendita online non è antagonista del commercio tradizionale, anzi ne favorisce la conoscenza e la diffusione. Al momento favorisce i vini di fascia alta e i più noti“. La Toscana è la regione vinicola più presente online con circa il 28% di quota di mercato, seguita da Piemonte, Veneto e Lazio. Le etichette più vendute sono quelle di fascia medio alta e alta, cioè dai 10 euro a bottiglia in su, più trasporto. Ancor meglio, in proporzione, la distribuzione di bottiglie da 25 euro ed oltre. L’online è un canale che favorisce anche le etichette straniere, infatti per lo Champagne sta rappresentando una quota sempre più interessante mentre il Prosecco spumante non è fra i vini più gettonati, sempre in proporzione, fatto salvo durante le feste.

Le denominazioni più vendute - prosegue Comolli - sono: Brunello, Amarone, Valpolicella, Bolgheri, Chianti, Barolo, Barbaresco, Barbera e Franciacorta. L’acquirente italiano di vino online è giovane, impegnato, buon reddito, spesso single, non è un bevitore abitudinario, ricerca più l’etichetta introvabile, sicuramente più cara della media e di riconosciuta qualità. Dai dati raccolti da Ovse-Ceves emerge chiaramente non solo un progressivo aumento degli atti di acquisto in Italia, ma anche  un aumento di referenze per ogni atto. L’internauta straniero di vini italiani online, invece, vuole un supporto formativo e informativo prima di scegliere l’etichetta da inserire nel carrello. Ancora più diversa all’estero la spesa di vini: in media è più bassa, ma più regolare, fedele al portale e con più atti di acquisto nell’anno che in Italia.

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