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Lavoro a Piacenza: quasi assente quello in nero, ma numerose le irregolarità

«Piacenza? Molto meglio di altre provincie. Quasi assente il lavoro in nero, anche se sono invece numerose le irregolarità riscontrate, soprattutto relative a posizioni lavorative non inquadrate in modo veritiero». La situazione del lavoro a Piacenza

«Piacenza? Molto meglio di altre provincie. Quasi assente il lavoro in nero, anche se sono invece numerose le irregolarità riscontrate, soprattutto relative a posizioni lavorative non inquadrate in modo veritiero».

"Fotografa" così la situazione del lavoro a Piacenza, il direttore Alberto Gardina nel corso di una conferenza stampa in cui ha presentato i dati relativi al 2014, unitamente al responsabile del Servizio Ispettivo Luigi Maddaloni e del Nucleo dei Carabinieri (che opera alle dipendenze della Direzione e del Comando gruppo carabinieri del lavoro di Roma) Paolo Taurino.

Parole di elogio per il fattivo contributo di tutti gli enti, da Inps, Inail, per la sinergia operativa con Guardia di Finanza, polizia e soprattutto carabinieri, ma non manca una decisa stoccata nei confronti della Polizia Municipale che: «Nonostante le rassicurazioni fornite dal sindaco Dosi, continua imperterrita ad ignorare le offerte di collaborazione più volte proposte. Questa è un’anomalia evidente rispetto ad altri Comuni, mentre si potrebbero condividere diverse attività, come i controlli nei locali, ma questo non è mai avvenuto. Siamo stati coinvolti solo per un controllo in un cantiere».

Una premessa, prima di esaminare i dati: si punta prima di tutto alla prevenzione e non caso uno dei settori primari dell’Ufficio del lavoro è quello relativo all’attività di conciliazione, dove si cerca di risolvere i conflitti in fase pre-ispettiva. Sono state 309, con il riconoscimento di 960mila euro ai lavoratori. 

In un anno sono state effettuate 947 ispezioni, con un incremento del 15% rispetto al 2013. Di queste, 701 erano ricolte al settore terziario, con 322 irregolarità riscontrate; 153 controlli hanno invece riguardato l’edilizia, con 86 situazioni irregolari, “ma va ricordato- ha sostenuto Gardina- che il settore è attualmente penalizzato da una pesante crisi, quella stessa che crea difficoltà per il pagamento delle sanzioni che noi cerchiamo di rateizzare per aiutare gli imprenditori”.

Se i dati a Piacenza sono di questo tipo - ha aggiunto – è anche perché questa è una provincia densamente popolata, con un territorio caratterizzato da una elevata concentrazione di aziende metalmeccaniche, dove “storicamente” si concentra il lavoro nero o irregolare”.

Nel settore dell’edilizia sono stati svolti 153 controlli, con 67 casi di irregolarità. Nell’industria 77 controlli, qui sono state 44 violazioni accertate. Nell’agricoltura 51 ispezioni, con 21 situazioni irregolari. Nel settore agricolo, anche a causa del maltempo, sono stati effettuati meno controlli, perché, causa il maltempo, sono stati impiegati meno lavoratori per le tradizionali campagne del pomodoro e dell’uva.

Gardina ha chiesto con forza la collaborazione ai lavoratori ed ai sindacati: «Siate concreti nelle segnalazioni, rivolgetevi al nostro Ufficio con fiducia», salvo poi ricordare che «certe proteste sono stare solo occasione di pubblicità per qualcuno».

E continua: «Altro settore che caratterizza il territorio è quello della logistica, ovvero l’attività di facchinaggio dove non si registra una concentrazione particolare di lavoro nero. Ci sono però fenomeni elusivi, proprio recentemente abbiamo ispezionato un importante polo; ci sono situazioni da approfondire, ma ad oggi non abbiamo riscontrato lavoro nero. Sono invece 2.078 i lavoratori controllati, con 936 posizioni irregolari riscontrate».

Un numero preoccupante, relativo ad esempio a posizioni lavorative inquadrate non adeguatamente. «Si tratta - ha sostenuto - di quasi la metà, il 45%, una cifra comunque inferiore alle altre realtà. In 31 casi si è proceduto alla cessazione dell’attività imprenditoriale. Succede quando, nel momento dell’ispezione, più del 20% dei lavoratori sono in nero. In totale la percentuale del lavoro nero nel Piacentino è pari al 7%. Ammonta invece a 250mila euro l’importo complessivo delle sanzioni».

«Le ammende, derivanti dall’omessa adozione di misure di sicurezza nel campo edile, sono state complessivamente pari a 57mila euro,  192mila euro è infine l’importo complessivo delle diffide - prosegue nell'analisi - gli uffici hanno calcolato anche circa 600mila euro di contributi non versati. Le persone denunciate sono 14, undici delle quali per omesso versamento dei contributi, uno per impiego di minori e due per appropriazione indebita e truffa».

Tra le criticità emerse dall'incontro, la presenza di alcune aziende che sono registrate come cooperative, mentre sono in realtà società di capitale a tutti gli effetti, mentre risulta difficile intervenire nel lavoro domestico sommerso a meno che un lavoratore non si rivolga direttamente ai nostri Uffici. Un primo segnale che svela la falsa cooperativa riguarda i lavoratori e il loro coinvolgimento: «Se le assemblee dei soci sono effettive o no. Se manca una vita associativa e il lavoratore viene escluso dalla gestione dell’azienda. Qui ci sono cooperative storiche, vere, che funzionano come cooperative, mentre altre non lo sono e neppure hanno sede a Piacenza».

Dunque nella nostra provincia in pratica la situazione è simile alle altre realtà dell’Emilia Romagna: poco lavoro nero, con una percentuale di irregolarità contrattuali minore rispetto ad altre province. «Ma è essenziale - ha concluso il direttore Gardina - una piena collaborazione di tutti per migliorare le criticità, in attesa dei Decreti attuativi che riguarderanno il mondo del lavoro».

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