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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Lavoro e Covid-19, Usb: «Dimenticata e bistrattata la figura dell'operatore socio sanitario»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

«Le dichiarazioni e proclami si susseguono dimostrando come ormai prassi consolidata, che tutto è semplice fumo negli occhi. Ribadire quanto la pandemia di Covid-19 abbia scoperchiato le inefficienze del nostro sistema sanitario è un dovere prima di tutto morale, per mostrare le contraddizioni di una gestione fallimentare, in ricordo di chi non c’è più e di tutti coloro che, quotidianamente, cercano di sostenere il servizio pubblico, dai trasporti, alla scuola e alla sanità». Scrive in una nota Mauro Caffo, operatore socio sanitario  e delegato Unione Sindacale di Base (Usb). 

«Lo Stato Sociale nel nostro paese, vive da decenni un lento declino e smantellamento a favore di politiche privatistiche, tutte incentrate esclusivamente sul profitto. I servizi pubblici sono portati avanti da uomini e donne, con grande senso del dovere, che hanno permesso alla martoriata Italia di reggere in questo duro periodo, con risorse sempre più scarse. Tra questi uomini e donne ci sono gli Operatori Socio Sanitari (OSS), che hanno pagato e pagano tuttora il proprio tributo in termini di decessi causa Covid-19, con l’impressione che, come professionisti sanitari, non esistano. Ad oggi risultano deceduti 27 OSS, ma potrebbero essere molti di più. Occorre capire cosa è accaduto e sta accadendo nelle RSA, nelle Case di Riposo, gestite dalle Fondazioni e cooperative. Esiste un mondo sommerso e dimenticato, di tutte le residenze per anziani, a gestione privata tramite grandi Cooperative o Fondazioni, in cui non esiste un reale tracciamento delle condizioni lavorative degli OSS impiegati al proprio interno».

«Condizioni lavorative e di ricatto “altrimenti perdi il posto di lavoro” frutto di compromessi e svendite di diritti e dignità, grazie alla complicità di CGIL, CISL e UIL, fautori di contratti di lavoro, sempre più incentrati sulla precarietà e mancanza di prospettive. Le perplessità sul perché queste organizzazioni sindacali, hanno la propensione a sottoscrivere contratti a ribasso, sorgono spontanee. Probabilmente hanno interessi con le Cooperative e Fondazioni? Ognuno tragga le proprie conclusioni».

«Per comprendere bisogna leggere i dati: In Italia i numeri riferiti alle residenze per anziani sono chiari, secondo l’Osservatorio Nazionale sulle Strutture per Anziani presentato il 23 ottobre alla camera dei deputati, su 4mila strutture analizzate in tutta Italia solo il 14% sono pubbliche e gestite direttamente da Comuni, aziende sanitarie o da aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp e IPAB). Il restante 86% è invece gestito da privati profit o non profit quali enti religiosi, Onlus, fondazioni e soprattutto cooperative. In base a questi dati si evince chiaramente che il "mercato" dell’assistenza agli anziani è una fetta molto ghiotta da cui ottenere benefici economici. Nelle Residenze Anziani la maggioranza della “forza lavoro” è l’Operatore Socio Sanitario (OSS) il cui costo deve essere ridotto al minimo, altrimenti il profitto non potrà mai essere consistente. Per cui meglio dimenticarsi degli OSS, far finta che non esistano, che il loro non è un lavoro che merita la giusta riconoscenza economica e contrattuale, al contrario devono essere riconoscenti, non lamentarsi e dire “ Grazie che mi fai lavorare”». 

«Il “grazie che mi fai lavorare” sminuisce la professionalità e le competenze dell’OSS, bisogna eliminare i ricatti sui posti di lavoro attraverso la gestione diretta del Sistema Sanitario Nazionale e conseguente contratto di Sanità Pubblica, nelle residenze per anziani. Solo così sarà possibile offrire l’adeguato servizio a tutela dell’utenza di cui ci si prende cura. E l’appello a chi come me è un dipendente pubblico, di fare scudo ai tanti e troppi colleghi in condizioni di precarietà, perché se il pubblico ritornerà ad avere un ruolo di primo piano i benefici saranno per tutti». 

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