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Economia

«Le banche popolari fondamentali per i territori, le medie e grandi devono aggregarsi»

Il piacentino Federico Ghizzoni, ex ad Unicredit e ora presidente di Rothschild Italia, ha ricordato la figura del padre Flaminio, docente, e parlato del quadro economico italiano attuale

Profondo senso del dovere, rispetto verso gli altri, una fede profonda ed intimamente vissuta, l’amore e la passione per lo studio del mondo classico trasfuse in un insegnamento mai convenzionale: questo il ritratto a “tutto tondo” emerso nell’incontro organizzato presso l’Istituto delle Madri Orsoline dalla Confederazione delle Associazioni Ex-Allievi delle Scuole Cattoliche in ricordo del Prof. Flaminio Ghizzoni, scomparso trent’anni fa. Una rievocazione sul tenue filo della memoria, senza “clangor di buccine” nella testimonianza di allievi, colleghi e familiari come sicuramente sarebbe piaciuta al professore, docente di liceo e di università, co-fondatore e presidente di UCIIM Piacenza, animatore di eventi culturali cittadini, nonché autore di importanti bibliografie, libri di testo e pubblicista. Soprattutto, uomo di profonda fede cristiana che ha sempre rappresentato il filo conduttore di tutta la sua esistenza. Dopo i saluti di Giuseppe e Maurizio Dossena, ex insegnanti di lettere classiche che hanno coordinato l’incontro focalizzando alcuni aspetti relativi alla didattica del prof. Ghizzoni, è seguita la testimonianza di Carlo Dionedi che rammentando il docente, ne ha ricordato la sensibilità e quelle che erano “vere e proprie lezioni di vita, sempre riferite alla fede, un uomo equilibrato anche nei periodi più turbolenti della scuola, come nel ’68,periodo al quale, senza acredine, contrapponeva valori perenni”.

Commossa ed intensa la testimonianza del prof. Francesco Bussi, coetaneo di Ghizzoni, compagno di studi al liceo ed all’università, che ne ha tratteggiato la semplicità di vita, il rispetto per tutte le persone senza distinzioni di classe e cultura, la profonda e condivisa fede cattolica. Ritratto a cui ha aderito anche il figlio Federico, tra i più noti banchieri italiani che, anche a nome dei fratelli Giovanni e Margherita presenti all’evento, ha ricordato le sue origini contadine, “un imprinting di semplicità, concretezza, serena accettazione degli eventi; un uomo di poche e sempre appropriate parole, con profondo rispetto verso le istituzioni e, soprattutto, con un profondo senso della famiglia, rispettoso di una moglie dal carattere forte, orgoglioso dei figli a cui dava opportuni suggerimenti sempre con dolcezza e nei momenti appropriati. Ci ha insegnato il senso del dovere, la consapevolezza che ciascuno di noi deve apportare il proprio contributo al miglioramento della società nel ruolo che svolge. Aveva il piacere di comunicare e trasmettere, amava i giovani, era un professore severo, ma giusto ed appassionato. La sua fede era intima, personale; era consapevole di questo grande mistero cui bisogna abbandonarsi fiduciosi ed andare oltre il razionale”.

A margine dell’incontro abbiamo chiesto a Federico Ghizzoni, già numero uno di Unicredit ed ora presidente di Rothschild Italia e vice del Fondo Clessidra, qualche battuta sull’attuale momento economico. Ha sostenuto che ora il livello di sofferenza si è ridotto, quindi la situazione è migliore di qualche anno fa, ma tutte le banche sono chiamate a compiere ancora molti sforzi. Bene l’ulteriore iniezioni di liquidità garantita dalla Bce, ma ora è necessario gestire bene il passaggio dal “tradizionale” al digitale. Si è investito troppo poco ed i ricavi sono stati molto ridotti. Ed è necessario che le piccole imprese possano contare su un maggior e più immediato accesso al credito. Le banche locali e le “popolari” a parere di Ghizzoni hanno un ruolo ancora fondamentale sul territorio, mentre le grandi e medie devono portare a termine un necessario processo di aggregazione per essere più efficienti. In questo complesso lavoro, l’esempio del padre è stato importante per trasmettergli valori come quello di credere nei giovani. “Ho sempre favorito il ricambio generazionale ed ho sempre inteso la finanza come un mezzo per crescere”.

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