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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Linee guida per le emissioni in atmosfera, Confagri: «Ennesima stangata per l'agricoltura»

Giovanna Parmigiani (Confagricoltura): «Porteremo i numeri all'attenzione della Regione perché si comprenda l'insostenibilità gestionale e finanziaria di queste norme»

«L'attuazione delle Linee guida per la riduzione delle emissioni in atmosfera provenienti da attività agricole e zootecniche prevede disposizioni eccessivamente gravose». Ne è convinta Confagricoltura Emilia Romagna che ha avviato un lavoro di verifica a livello regionale sui costi delle nuove pratiche gestionali contenute nelle "Linee guida per la riduzione delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività agricole e zootecniche nell'ambito del Bacino Padano" che sono ora al vaglio della Regione per la definizione delle misure concrete.

«L'attuazione di tali disposizioni è l'ennesima stangata per le aziende. Porteremo i numeri all'attenzione della Regione affinché si comprenda l'insostenibilità gestionale e finanziaria di tali norme» commenta l'allevatrice piacentina Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Carni Suine di Confagricoltura.

«Chiediamo che prima di procedere e dare seguito alle Linee guida si valuti con attenzione l'effetto che potrebbero generare sulle imprese errate interpretazioni o modalità di applicazione, rendendo l'attuazione di tali disposizioni gestionalmente ed economicamente insopportabile per le aziende agricole – rimarca Filippo Gasparini, presidente della sezione di prodotto Lattiero-Casearia di Confagricoltura Piacenza - Occorre evitare azioni o disposizioni frutto di scelte fatte a tavolino da alcuni funzionari, che non tengono affatto in considerazione i presupposti di base delle norme ambientali comunitarie: la sostenibilità economica e la ragionevolezza scientifica, spostando l'attenzione sull'analisi costi-benefici delle attività economiche e antropiche, posto che il rischio zero e l’impatto zero, non esistono in nessuna attività umana».

Per richiamare l'attenzione su questo aspetto Confagricoltura Emilia Romagna, con le sedi territoriali, ha deciso di avviare un lavoro di verifica sui costi derivanti dall'adozione di queste nuove pratiche gestionali e delle eventuali modifiche strutturali. Dati e numeri che verranno presto sottoposti all’Amministrazione regionale affinché possa valutare, insieme alle rappresentanze agricole, le modalità più idonee per ridurre le emissioni in atmosfera.

«Pur dando massima priorità all'adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell'aria e senza volersi sottrarre all'impegno chiesto dall'Ue per ridurre le emissioni in atmosfera, riteniamo – sottolinea il presidente di Confagricoltura Piacenza, Enrico Chiesa - che sia improponibile esigere adesso dalle imprese agricole ulteriori sforzi economici e investimenti strutturali impossibili da realizzare, se non con costi che porterebbero inevitabilmente alla chiusura delle aziende con conseguenze drammatiche sulle filiere di riferimento tra cui quelle Dop e Igp. Per questi motivi riteniamo pertanto necessaria un'attenta analisi della "sostenibilità economica di quanto si andrà a proporre" cioè norme che imporrebbero agli agricoltori e allevatori nuove tecniche per l’utilizzo sia dei concimi chimici che degli effluenti zootecnici, nonché l'applicazione obbligatoria di costosi e talvolta impossibili "miglioramenti strutturali" da realizzare negli allevamenti. Se i prodotti agricoli e zootecnici d'eccellenza della nostra regione costituiscono davvero un vanto e un patrimonio importante per l’economia agricola regionale, non si può al contempo gravare le imprese agricole di costi aggiuntivi portando all'esasperazione l'intero comparto».

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