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«Magazzini pieni di merce, mercato dell’abbigliamento fermo»

Confcommercio sottolinea il grido d’allarme degli agenti e rappresentanti di commercio: «Non parliamo del turismo, che ha crolli del 70-80-90%»

A lanciare il grido di allarme per gli agenti e rappresentanti di commercio, una categoria fortemente penalizzata dalle conseguenze economiche della pandemia, e di tutte le case mandati da loro rappresentate, è Claudio Magnelli, presidente Fnaarc di Piacenza, la federazione maggiormente rappresentativa della categoria, aderente a Confcommercio. «Gli agenti e rappresentanti di commercio – interviene Claudio Magnelli riprendendo l’intervento del presidente nazionale Alberto Petranzan – sono uno dei principali motori per le piccole e medie imprese italiane: penalizzare la categoria vuol dire rallentare lo sviluppo economico della nazione».

«La nostra categoria – continua il presidente Magnelli – è forse una di quelle che più di tutte può avere il polso del reale stato di difficoltà, oserei dire di drammatica difficoltà, in cui versano molte nostre imprese e di conseguenza noi. Ogni giorno telefoniamo ai nostri clienti per sentire lo stato della loro sofferenza sia personale che aziendale e la situazione è veramente pesante. I colleghi del comparto moda, ad esempio, ci dicono che hanno i magazzini pieni di merce e che la filiera è completamente ferma. Provate ad immaginare quindi la nostra situazione innanzi ad un mercato in attesa di ripartenza, noi che, essendo intermediari, viviamo di provvigioni. Se andrà bene chi opera in questo settore vedrà somme non prima del prossimo autunno a fronte di importi irrisori dai sostegni».

«Non parliamo del turismo dove colleghi ci dicono che si è registrato un -70% per l’incoming, ovvero tutto ciò che interessa la ricezione di turisti sul territorio nazionale, ma addirittura -90% per l’outgoing, ovvero i flussi turistici in uscita dal Paese. Il business travel? -80% con ricadute pesantissime su alberghi e agenzie di viaggio. Non parliamo poi della ristorazione e del food and beverage dove, a causa della collocazione della nostra Regione Emilia-Romagna in zona rossa, ha segnato contratture impressionanti. Posso provare a capire – prosegue Magnelli – la necessità di ridurre situazioni di contagio chiudendo le attività dopo le ore 18 ma francamente non comprendo proprio quale timore vi sia a concedere loro la possibilità di somministrare in sicurezza a pranzo. Un ristorante, un bar, per noi agenti, così come per molti nostri colleghi imprenditori, rappresenta un luogo indispensabile dove poterci fermare ed oggi la mancanza di luoghi come questi si fa sentire.  Oggi ci muoviamo non più tanto con l’obiettivo di vendere ma di andare a trovare i clienti per parlare con loro, sentire i loro timori, essere i loro sostenitori morali, tutto questo nel totale silenzio che vige sul nostro ruolo, senza che il Governo ci riconosca l’importanza che abbiamo. Il Paese ha bisogno di noi, deve supportarci. Noi intermediamo oltre il 70% del Pil nazionale. Devono permetterci di tornare, la dove le condizioni lo consentono, ad operare. Questo a Piacenza così come nelle altre parti d’Italia dove i dati sul contagio lo dimostrano. Differenziamo le aree sulla base dei riferimenti oggettivi che provengono dagli studiosi, permettiamo la ripartenza la dove il virus non si manifesta così duramente. Serve rilanciare il Sistema Italia attraverso una visione di breve – medio periodo e serve subito». 

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