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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Moretti (Finmeccanica): «Dobbiamo sfidare il futuro con imprese che garantiscano affidabilità»

L'Amministratore delegato di Finmeccanica ospite di Confindustria Piacenza in occasione dell'incontro "Conversazione con..."

“Dobbiamo darci una maggiore capacità decisionale, superando vincoli obsoleti, partendo dall’assioma che gli ammortamenti devono superare le capitalizzazioni; dobbiamo rendere solide le nostre imprese, presentandoci sul mercato globale con un volto nuovo, concentrandoci sulla parte intelligente del core businnes per sfidare il futuro con aziende che garantiscano affidabilità”: questa la ricetta apparentemente semplice, ma che necessita di drastiche risoluzioni per affrontare difficili mercati globalizzati, proposta da Mauro Moretti amministratore delegato di Finmeccanica in occasione dell’incontro che si è svolto oggi in Confindustria di fronte ad una numerosa platea di imprenditori ed autorità cittadine.

E’ stato presentato dal presidente di Confindustria Piacenza Alberto Rota che ha ricordato come i precedenti incontri fossero più indirizzati sul comparto agro-alimentare, anche in preparazione di Expo 2005, “esperienza verso la quale la nostra comunità ha evidenziato coesione e volontà di aggregazione. Ora- ha detto Rota- è necessario concentrarci anche verso altri importanti settori come la meccanica per indirizzare i nostri obiettivi per i prossimi mesi”.

Dopo che il moderatore Gaetano Rizzuto ne ha ripercorso brevemente la prestigiosa carriera imprenditoriale, Moretti ha preso la parola per ribadire subito ed in modo chiaro che “ dentro Finmeccanica esisteva pochissima cultura industriale; mi sono trovato di fronte- ha precisato senza perifrasi- ad un gruppo frammentato, dove si faceva solo comunicazione; un mondo di relazioni dove prima di tutto era necessario recuperare una dimensione industriale, dove era essenziale superare tutte le inefficienze, rivedere i rapporti contrattuali, superando gli ordini “tossici”; quando mi sono trovato alla guida del primo gruppo industriale italiano nel settore dell’alta tecnologia, abbiamo dovuto liberarci di tutte le intermediazioni improprie, superare i messaggi fuorvianti verso l’esterno, eliminare i settori in perdita e prendere solo ordini “sicuri”, liberandoci dall’abbraccio mortale, sovente di completa dipendenza tra Finmeccanica ed i suoi fornitori che facevano utili mentre il gruppo era sempre più in perdita, con strani dirigenti liquidati e poi rientrati in posizioni di comando con rapporti di consulenza!.

Questo- ha detto chiaramente- era Finmeccanica  e di esempi così ce ne sono ancora troppi in Italia; il tutto con bassa produttività e paghe elevate; abbiamo preparato ora un contratto integrativo unico e subito hanno fatto scioperi per cercare di conservare diritti corporativi acquisiti perché c’è ancora un’economia che fa pressione sui politici ma così si distruggono le risorse.

Noi ora abbiamo un piano industriale che metta a posto l’interno, con troppe spese amministrative in un gruppo dove mancava una regia nazionale, operando sulla governance e sui processi. Non possiamo oggi più fare carpenteria ma solo alta tecnologia; per limitare i danni dobbiamo investire nell’elettronico, nel digitale, nelle tecnologie avanzate, quelle del futuro, dando ai fornitori la possibilità di investire su tecnologie intermedie, con un indotto qualificato e non parassitario, puntando sui processi, con elevata percentuale ingegneristica, per conseguire superiorità tecnologica rispetto ai concorrenti.

Dobbiamo operare con fornitori che sappiano rispendere ai mercati, che vanno qualificati con una riselezione trasparente regole ed albo unico trasparenti, perché noi non faremo mai operazioni di dumping pilotate. I nostri fornitori devono essere autonomi al 50%, con auto capacità di rigenerazione e portare avanti progetti ambiziosi, con co- investimenti con una parte di rischio anche per loro. Dunque basta sprechi, lussi assurdi, puntare sui settori del core businnes, come elicotteristica, elettronica, meccanica, rivedendo quelli che non vanno e che sottraggono risorse importanti,perché i nostri investitori acquistano con fiducia, se l’azienda è sana, sicura, affidabile. Ci troviamo in una sfida globale, drammatica, tutta in accelerazione, con nuove grandi potenze economiche e politiche, come la Cina. Dobbiamo concentrarci sulla parte intelligente del core businnes, con imprese grandi o medio.- piccole che operano su nicchie o su sistemi specifici.

Finmeccanica sta andando in questa direzione di rinnovamento; abbiamo ancora troppe poche imprese che sanno operare nella digitalizzazione; per investire nelle tecnologie del futuro è necessario un salto di qualità per comprendere  gli elementi trainanti dello sviluppo futuro perché prima o poi anche gli altri (Cina) sapranno essere bravi anche più di noi nel fashion in cui l’Italia fino ad ora aveva il primato”.

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