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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Multe a raffica per gli allevatori piacentini: imposta rivoluzione per le stalle

Interrogazione di Cavalli (Lega): "Una stangata. Bruxelles ci mette i bastoni tra le ruote"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

Sono in arrivo multe a raffica per molti allevatori piacentini a cui la Regione - recependo i nuovi obblighi voluti dall'Unione europea - ha imposto in tutta fretta di modificare le stalle, obbligandoli così a costosi interventi, in tempi di crisi. Nel mirino di Bruxelles sono finite le strutture per il ricovero di oltre 30 animali, che - in base alla nuova normativa sul biologico - dal primo gennaio 2014 hanno dovuto provvedere, in tempi rapidi, ad aumentare gli spazi a disposizione degli animali (tecnicamente si parla di passaggio dalla ‘stabulazione fissa’ a quella ‘mobile’).

La pena per chi non si è adeguato - già notificata a molti operatori piacentini - è il mancato rinnovo della certificazione di prodotti biologici. Il tema è stato al centro di un incontro ‘a porte chiuse’ in Regione, il 6 dicembre scorso. Nel giro di pochi mesi molti imprenditori hanno lamentato l’arrivo delle sanzioni. Il consigliere leghista Stefano Cavalli parla di “politiche vessatorie”, che “rischiano di causare un preoccupante abbandono del territorio di montagna”, e in un’interrogazione presentata in Regione chiede all’assessore Rabboni “quali indicazioni abbia fornito agli allevatori” e “quanti siano i provvedimenti di revoca delle licenze del biologico fino ad oggi notificati”. Cavalli sollecita inoltre la Regione a “provvedere allo stanziamento di fondi specifici” per “preservare le produzioni e gli allevamenti con certificazione di qualità”. A Errani la richiesta è quella di “attivarsi in sede nazionale e comunitaria” per “segnalare le difficoltà del settore” e “cooperare al superamento dei problemi”. “L’ennesima batosta sul lavoro in un settore che non è esente dai morsi della crisi - dice Cavalli -. Simili provvedimenti sono un danno per l’economia e per la montagna che - senza più presidi - è condannata allo spopolamento e al dissesto”. “L’Europa ancora una volta si mostra come un ostacolo al lavoro e un’infernale macchina da burocrazia. È assurdo che, anche sulle nostre produzioni di eccellenza, dobbiamo prendere ordini da Bruxelles. Questa UE è da rivoluzionare”.

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