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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

«Nei mesi più drammatici della pandemia l’economia piacentina ha mostrato più resilienza»

L'analisi di "Piacenza Economia" (la rivista di Provincia, Cattolica e Camera di Commercio) sull'effetto della pandemia nel 2020, quando il virus ha bloccato una larga fetta di attività piacentine

È stato presentato oggi agli organi di informazione, in videoconferenza, il nuovo numero 38 di Piacenz@ Economia, Lavoro e Società, la rivista realizzata in collaborazione tra la Provincia di Piacenza, la Camera di Commercio di Piacenza e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (con il contributo in particolare del Laboratorio di Economia Locale) e finalizzata al monitoraggio delle prestazioni del nostro sistema socio-economico. L’appuntamento odierno è stata anche l’occasione per l’illustrazione di una puntuale analisi del mercato del lavoro nel 2020 a livello nazionale e territoriale basata sui dati ISTAT.

Il numero 38 di Piacenz@, sintetizzato dal dottor Antonio Colnaghi della Provincia di Piacenza, nel riportare i dati socioeconomici relativi al primo semestre 2020 dà conto di una congiuntura che - come noto - è stata determinata esclusivamente dagli effetti negativi causati dall’epidemia di Covid-19, rapidamente diffusasi in tutto il mondo a partire da gennaio/febbraio.

Si tratta di un periodo eccezionale ed imprevisto, che registra shock generalizzati sia dal lato dell’offerta che della domanda, la cui rapidità e intensità non ha precedenti storici, e dove ad una prima fase (marzo-aprile) che ha visto il crollo degli indicatori economici a seguito del divieto agli spostamenti individuali e della chiusura delle attività produttive imposte dalle autorità per contrastare il dilagare dell’epidemia, ha fatto seguito (maggio-giugno) una attenuazione del trend negativo grazie al miglioramento della situazione sanitaria e all’allentamento del lockdown.

Le ripercussioni di questo primo semestre sull’intero 2020 saranno molto pesanti: il PIL mondiale è atteso in flessione del 4,3%, quello dell’Eurozona del 7,8%, e più intensa ancora sarà la caduta del prodotto interno lordo italiano (-8,9%) ed emiliano-romagnolo (-10,6%).

A livello nazionale, produzione, consumi, investimenti, scambi con l’estero, mercato del lavoro (nonostante le misure di contenimento - blocco dei licenziamenti, erogazione diffusa della Cassa integrazione, .- attivate a salvaguardia dei livelli occupazionali) sono tutti in grande sofferenza. Si appesantiscono inoltre gli indicatori di finanza pubblica, con l’indebitamento della P.A. che salirà all’11,1% del PIL (dall’1,6% nel 2019), ed il rapporto Debito/PIL al 159,1%.

In questo contesto, il sistema locale piacentino arriva ad affrontare la crisi epidemica dopo aver archiviato il 2019 come un anno che aveva rappresentato per il contesto provinciale nel complesso ancora una fase positiva, anche se in rallentamento. Con l’arrivo della pandemia, nel primo semestre 2020, sulle tendenze a livello di sistema delle imprese, turismo, mercato del lavoro e credito, pure per Piacenza il quadro cambia radicalmente.

Accanto alla pesante e negativa inversione di tendenza di quasi tutti gli indicatori, questo quadro mette però in risalto anche le maggiori doti di “resilienza” del nostro sistema economico in questa fase così difficile della congiuntura, specie nei confronti dei trend registrati mediamente in Emilia-Romagna.

Così è per gli indicatori della produzione/fatturato dell’industria e dell’artigianato, che mostrano da noi variazioni negative inferiori a quelle regionali, in particolare nel secondo trimestre, quello cioè dove si manifesta con maggior forza l’impatto della crisi; stesso andamento per gli indicatori del commercio al dettaglio (ma non per quelli della produzione del settore delle costruzioni).

Così è soprattutto per il commercio con l’estero, con le esportazioni e le importazioni piacentine che riescono in entrambi i casi a contenere la flessione rispetto al primo semestre 2019 entro il 3% (contro variazioni negative medie del 14 per cento in Emilia-Romagna e del 16-18 per cento in Italia).

E anche nel caso del turismo, uno dei settori economici - insieme al commercio - più colpiti dalla pandemia, nonostante si rilevi un vero e proprio crollo degli arrivi dei turisti (-65%) e dei pernottamenti (-53%), emerge come il nostro territorio si sia comunque comportato meglio rispetto alle altre province emiliano-romagnole.Cattura-8-12

Sul mercato del lavoro infine, caratterizzato in questo periodo a livello nazionale da una forte riduzione dell’occupazione, specie di quella con contratti a termine e di quella indipendente, e da un aumento dell’inattività, Piacenza si contraddistingue da un lato per il considerevole incremento della Cassa Integrazione, superiore a quello regionale e nazionale, dall’altro per un saldo negativo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro meno pesante di quelli registrati negli altri territori dell’Emilia-Romagna.

I dati a consuntivo 2020 del prossimo numero di Piacenz@ ci diranno se tali elementi di resilienza si sono consolidati in corso d’anno, e quindi hanno trovato (o meno) una conferma.

Per quanto invece attiene all’analisi del mercato del lavoro nel 2020, la ricercatrice Istat Federica Pintaldi ha affiancato l’esame dei dati nazionali a quelli di un’indagine campionaria del territorio piacentino. Il quadro emerso nei mesi dell’esplosione della pandemia mostra, a livello nazionale, un calo dell’occupazione senza precedenti che ha colpito soprattutto dipendenti con contratti a termine e in particolare donne, giovani e stranieri. Il sistema economico piacentino ha evidenziato un calo dell’occupazione inferiore alla media regionale e un tasso di disoccupazione in calo, al contrario di quanto accaduto nel resto dell’Emilia-Romagna. Importante anche la sottolineatura relativa al calo della disoccupazione, che non necessariamente si traduce in maggiore occupazione nel momento in cui cresce anche il tasso di inattività.

Vittorio Silva (direttore generale della Provincia di Piacenza), Paolo Rizzi (direttore Laboratorio di Economia Locale dell'Università Cattolica di Piacenza) ed Enrico Ciciotti (docente di Politica economica dell'Università Cattolica) hanno commentato i dati. Il professor Ciciotti ha in particolare proposto come chiavi di lettura della maggior resilienza di Piacenza rispetto ad altre realtà alcuni elementi di rilievo: tipologia settoriale, forme contrattuali, ricorso alla CIG, composizione della forza lavoro e utilizzo dello smart working.

I saluti istituzionali iniziali sono stati affidati a Patrizia Barbieri (Presidente della Provincia di Piacenza) e ad Alessandro Saguatti (Segretario Generale della Camera di Camera di Commercio di Piacenza), che hanno tratteggiato una nitida sintesi del contesto attuale.

A conclusione dell’incontro il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, ha elogiato il lavoro svolto da tutti i soggetti coinvolti: “Questa illustrazione esaustiva dei dati ad oggi emersi costituirà uno strumento di lavoro molto importante per il sistema economico, perché contribuirà a caratterizzare le riflessioni dei tavoli istituzionali che coinvolgono enti locali, categorie e sindacati, indirizzando in modo più efficace anche le azioni da intraprendere nell’ottica della ripartenza”.

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