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Economia San Giorgio Piacentino

«Nel 1971 sui media già si dibatteva sul futuro di San Damiano, sulla logistica, sul parcheggio sotterraneo»

Il Cosil: «Per San Damiano abbiamo presentato un progetto, chiediamo sia esaminato senza pregiudizi»

Il Co.Sil, Consorzio Servizi Infrastrutture e Logistica Piacenza, e il suo presidente Federico Scarpa, illustrano una riflessione sul futuro dell'aeroporto di San Damiano. 

«Già i media piacentini dei primi giorni del 1971, già il 1971, riportavano dibattiti e pareri in merito ai rapporti di logistica e porto fra Genova e Piacenza, della necessità di un grande parcheggio sotterraneo o al Daturi o in Cittadella e dell’uso promiscuo e del futuro dell’aeroporto di San Damiano nel contesto territoriale locale.  Fa sorgere qualche domanda una datazione del genere, ma ci limitiamo ad alcune considerazioni su San Damiano.

La questione “Aeroporto” è importante al punto che nuovi soggetti, come Demanio e l’Aereonautica difendono uno status quo e in modo passivo  causa  le epidermiche pressioni istituzionali, le quasi inesistenti proposte concrete della comunità locale, nonostante i rilevanti potenziali trasversali interessi locali anche di tutela “alta e duratura” dell’ambiente che unì opera così importante per Piacenza, Cremona, Parma, Pavia, La Spezia ecc, possa rappresentare; anche in termini di occupazione e consentire quello “sviluppo economico” di cui tutti parlano, e non promuovono. E’ evidente che aeroporto e aree esterne più o meno già destinate, hanno molte cose in comune, ma questo reputiamo sia una competenza del Consiglio Comunale di San Giorgio, non certo del Demanio o di chi dovrebbe rappresentare la benemerita Aeronautica che, in questo caso, appare supina a volontà demaniali.

Come Consorzio Infrastrutture Logistica, abbiamo presentato da un anno, come manifestazione di interesse, un chiaro progetto-domanda all’ufficio TaskForce del generale Gambardella e mai nessuno ha risposto; non ci è giunto nemmeno un  “no grazie” quasi che ci fosse un veto incrociato. Abbiamo chiesto più volte, e anche in modo forte, di sapere come san Damiano possa restare base militare e come fosse possibile, contattare vettori cargo per una gestione mista per - come sempre sostenuto da noi -  valorizzare l’area militare e non ridimensionandola a fini ludici, mangerecci, rischiando di far diventare obsolete strutture di volo di altissimo pregio, possibili da mantenere  con limitati e poco dispendiosi  accorgimenti. Nella recente consultazione pubblica presso il comune di San Giorgio riguardante la valorizzazione dell’Area San Damiano che ha richiamato una folta presenza di persone, più piacentine che sangiorgine, il generale Gambardella ha continuato a  menare in modo confuso il discorso sostenendo che tutte le proposte saranno esaminate “attentamente” prima di procedere ad alcuna trattativa, facendo notare che “la pista” non rientra nel piano nazionale aereoportuale perché non già attiva. Ma questo è un controsenso visto che il traffico militare e civile già coesiste da anni a Pisa, Trapani, Treviso come ingenuamente citati dal generale stesso.

Sottolineiamo che  la certificazione all’uso aereo , già possedute da san Damiano, non obbliga l’inserimento nel preesistente piano nazionale che da diritto a finanziamenti pubblici, ma vuol dire solo che san Damiano dovrà all’inizio far conto solo su  fondi locali. Il nostro comparto logistica è in crescita e l’aeroporto darebbe una buona spinta, tenendo conto che l’inquinamento dell’aria di un aereo è più basso del trasporto gomma, come è già stato dimostrato con Malpensa. Il nostro progetto prevede di utilizzare pista e servizi e di affittare una parte dei piazzali per gestire i movimenti di velivolo cargo da e per la nostra provincia e non solo. Non stiamo parlando di 100 aerei/ giorno, bensì di poche unità, con un impatto acustico e di inquinamento ridottissimo. Non dimentichiamoci che un aeroporto aperto consentirebbe l’atterraggio di voli sanitari e di protezione civile e di supporto a Polizia/Carabinieri e Vigili del fuoco come lo è stato i questi anni.

Convinti della bontà del nostro progetto, anche in termini di rispetto di tutti i vincoli ambientali dettati dalla Regione, ad iniziare dal pericolo di una pista asfaltata e abbandonata. Chiediamo quindi al Ministro, al Demanio e all’Aereonautica di leggere, almeno, tutto il nostro progetto e non solo il titolo e la firma». 

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