«Occupazione femminile, inattivi e ambiente: ecco i campanelli d’allarme sul territorio»
Cgil e Ires hanno presentato l’osservatorio sull’economia e il lavoro. Il sindacato individua alcune priorità. Zilocchi: «Alla politica chiediamo interventi urgenti»
Un momento di analisi, studio e di progettazione delle linee di azione del sindacato confederale su alcuni temi fondamentali per il futuro dell’economia e della tenuta del tessuto sociale Piacentino. Questo il contesto della presentazione del 12esimo Osservatorio Economia e lavoro a cura di Ires Emilia Romagna su commissione della Cgil di Piacenza.
Delegati di fabbrica, dirigenti sindacali e giornalisti in platea con il ricercatore Gianluca De Angelis e il presidente Ires, Giuliano Guietti, a illustrare il lavoro. Gianluca Zilocchi, segretario Cgil Piacenza, ha ribadito, in avvio, come «si confermano delle tendenze storiche del territorio, che rischiano di diventare croniche, e che chiamano interventi urgenti. Il primo, un calo del 4 per cento dell’occupazione femminile, a cui si aggiunge una differenza salariale del 30%. La questione femminile sta esplodendo a Piacenza, occorre affrontarla sul tema del lavoro e dei servizi: il lavoro di cura aumentato in pandemia ha tolto alle donne spazi di libertà ed emancipazione. È un dovere di tutti e tutte fare in modo di invertire la china».
Tra i temi nuovi dell’Oel 2021, il tema ambientale. «Il patto per il lavoro e per il clima siglato da tutte le parti sociali regionali ha come obiettivo la decarbonizzazione. Ma intanto, Piacenza città sfora regolarmente i limiti di particolato con una pessima qualità dell’aria, con un consumo di suolo superiore alla media regionale (persi, nel 2020, 48,8 ettari ovvero 1,6 mq di verde per abitante). Siamo di fronte a un modello di sviluppo che andrebbe rivisto e ripensato, il Pnrr è un’opportunità da cogliere per limitare impatto del trasporto merci e per attrarre investimenti che fanno della compatibilità ecologica e ambientale la cifra distintiva» ha detto Zilocchi. I dati dell’Osservatorio «ci consegnano questioni urgenti, che coloro che ambiscono a governare devono farsi carico della situazione e trovare soluzioni coerenti ed efficaci. Il quadro non è drammatico, ma i campanelli d’allarme suonano da troppo tempo».
MANCANO MIGRANTI, CALA VALORE AGGIUNTO PRODOTTO: -20% RISPETTO MEDIA ER
Tra i dati evidenziati nel corso del dibattito, il saldo negativo demografico. A Piacenza arrivino meno migranti da altri Paesi che non riescono a compensare il saldo negativo tra nascite e decessi che si aggira tra i 1.000 e i 1.500 all’anno e viene in parte compensato da migrazioni interne, ossia giovani che arrivano a Piacenza da altre regioni. In questo contesto, il valore aggiunto prodotto dal mondo del lavoro, complice la movimentazione merci e la perdita di produzioni manifatturiere, segna un drammatico -20% rispetto al 2007. E il recupero a Piacenza è più lento: nel 2020 il rimbalzo è del 4,7, la media regionale è al 6%. Incremento significativo dell’inattività, che verte in particolare sulle donne. E ancora: politiche abitative che mancano, poca attenzione agli studenti fuori sede, e una proposta: «Perché non impiantare a Piacenza un corso di laurea di ecologia e ambiente?».