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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Oltre 100 delegati dell’Emilia-Romagna all’assemblea nazionale del settore merci, spedizione e logistica organizzata dalla Filt Cgil

Il comunicato della FILT CGIL Emilia-Romagna

«È sotto gli occhi di tutti quanto successo e quanto sta accadendo in questi giorni nel nostro Paese dopo l’incidente di Biandrate, che ha visto la morte del sindacalista Adil Belakhdim iscritto al Si Cobas. Un fatto gravissimo, che ha messo al centro la situazione che vive il settore della logistica in Italia. In tutto questo manca purtroppo l’attenzione del Governo e della politica su un settore che è diventato ormai strategico per l’economia nazionale ed internazionale, producendo il 9% del PIL nazionale. Serve una regia, un sistema di regole, un piano nazionale della logistica che coinvolga tutti gli attori del processo, che riesca a mettere ordine in un settore non governato, dove non ci sono regole e il tanto osannato mercato non viene deciso in Italia ma altrove». Questo ciò che si legge nel comunicato della FILT CGIL Emilia-Romagna.

«Per affermare le nostre idee e stare al merito dei problemi, sabato 10 luglio oltre cento delegati dell’Emilia-Romagna parteciperanno all’assemblea nazionale dei delegati del settore merci spedizioni e logistica, organizzata dalla FILT CGIL a Lodi, nel triangolo della logistica, che vedrà le conclusioni del segretario nazionale della CGIL Maurizio Landini. Perché, e va detto con grande chiarezza, le organizzazioni sindacali confederali rappresentano questo settore. Lo dicono i numeri: solo come CGIL associamo e rappresentiamo in Emilia-Romagna più di 15.000 lavoratori della logistica, che diventano 30.000 con CISL e UIL. Lo racconta il costante lavoro di tutela, di scontro, di confronto e di contrattazione con le aziende e le cooperative. Lo dimostrano tutte le vertenze aperte. Lo dice il grande lavoro di tutela collettiva ed individuale che svolgiamo sui territori tutti i giorni. Da qui il risultato enorme del rinnovo della parte economica del Contratto Nazionale, sottoscritto recentemente dalle organizzazioni sindacali confederali di categoria e da tutte le controparti datoriali del settore, accordo che ha determinato nel triennio un aumento medio di 104 euro e tiene insieme le variegate e numerosissime (28) controparti datoriali. E poi c’è il caso Fedex, uno dei processi di internalizzazione più importante degli ultimi anni (750 lavoratori a livello nazionale di cui circa 200  Bologna), che ci insegna anche un’altra verità: questo mondo può funzionare bene anche se i lavoratori sono diretti. E non è vero che necessariamente devono essere date in appalto le attività di facchinaggio e di movimentazione delle merci, si può fare diversamente stando sul mercato e restando competitivi», si legge.

«Noi pensiamo che nessuno sia forte da solo, dobbiamo far capire al Governo che a questo settore non bastano le task force, utili nell’immediato, ma un intervento strutturale, un piano che consenta di mettere ordine, diritti, legalità, sui contratti, con regole e norme sull’intero sistema degli appalti. Chiediamo che ci sia una norma che estenda la responsabilità in solido del committente sulle attività appaltate, alla parte fiscale, per avere un controllo diretto sul pagamento dell’IVA da parte delle imprese che affidano l’appalto. Vorremmo che ci fossero una modifica alle leggi sulla cooperazione e molti più controlli nei confronti delle false cooperative che, attraverso i regolamenti interni, derogano e stravolgono il contratto nazionale, per risparmiare sul costo del lavoro, attivando e prorogando finti stati di crisi a scapito degli stipendi dei propri soci. Per questo auspichiamo un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali da parte del Governo, un confronto strutturato che non può e non deve vivere solo di emergenza».

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