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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Pendolari, Rolleri rilancia l’idea di una "metropolitana" per Milano

I commenti ai dati di “Piacenza Economia” sul pendolarismo. Ciciotti: «I laureati piacentini vogliono abitare in questo territorio, segnale positivo. Bisogna piuttosto attrarre i lombardi a venire ad abitare qui». Oltremonti (Confindustria): «Non si dia la colpa all’industria locale se i laureati vanno a lavorare altrove»

L’analisi di “Piacenza Economia” – che ha comparato i dati del censimento 2001 con quelli del 2011 - ha ovviamente suscitato una girandola di osservazioni alla tavola rotonda promossa da Provincia di Piacenza, Università Cattolica e Camera di Commercio. Il confronto si è tenuto nella sala del Consiglio dell'ateneo piacentino. «Si va verso una situazione di equilibrio tra ingressi e uscite - commenta i dati il direttore generale della Provincia di Piacenza Vittorio Silva -. I pendolari in ingresso stanno pareggiando quelli in uscita, nel 2001 non era così. Invece stiamo avendo degli squilibri se guardiamo ai titoli di studio, la forbice si sta allargando. Qua abbiamo due correnti di pensiero: c’è chi pensa che il territorio che esporta forza-lavoro qualificata sia perciò in un momento di difficoltà, e chi pensa che stiamo legandoci sempre più con Milano con risvolti positivi. Sicuramente il tema del miglioramento del sistema dei mezzi pubblici vero il milanese è un asset fondamentale».

Francesco Rolleri, presidente della Provincia di Piacenza, ha rilanciato un tema più volte emerso negli ultimi anni, con ben poca fortuna: la metropolitana in direzione Milano. «Il discorso del trasporto pubblico – ha detto Rolleri - è di un’importanza strategica per il nostro territorio. Provate solo a immaginare cosa vorrebbe dire per noi essere collegati a Milano con una metropolitana, comparando così la nostra distanza da Milano a mezz'ora, come la più vicina Lodi. Questo è un territorio con un’alta qualità della vita, superiore a quella di Milano. Potremmo diventare la residenza di tante persone che lavorano nel milanese.  Purtroppo lo Stato è arretrato, è assurdo che ci siano differenti società ferroviarie per ogni regione. Lo abbiamo già visto cercando di migliorare la qualità dei trasporti ferroviari: due società, una lombarda e una emiliana, non sentono come priorità questo problema. Sarebbe bello non avere gabbie e confini di questo tipo. Queste divisioni sono retaggi del passato che frenano lo sviluppo economico del Paese».

Presente alla tavola rotonda di “Piacenza Economia” anche il vicesindaco di Piacenza Elena Baio. «Piacenza paga il suo essere “terra di confine”. Le due regioni dovrebbero parlarsi. I nuovi treni per l’Emilia-Romagna rimangono confinati in questa regione e non si muovono in direzione Milano. Noi cercheremo di tirare la giacca a tutti i responsabili. Piacenza non è in un bel momento dal punto di vista industriale e ahimè i nostri laureati devono spostarsi». «È un trend – ha aggiunto Alfredo Parietti, presidente della Camera di Commercio - che conoscevamo: abbiamo un forte ingresso di pendolari ma aumenta quello in uscita. E il pendolarismo in entrata non ha lo stesso profilo dei lavoratori che vanno fuori dai confini. Dobbiamo migliorare il rapporto scuola-lavoro nel nostro territorio, favorendo – ad esempio – l’alternanza scuola-lavoro».

«Non è proprio vero che Milano attira più di tutti – è il parere del prof. Enrico Ciciotti -. Siamo abbastanza baricentrici rispetto a tre poli importanti: Cremona, Parma, Lodi. Siamo un sistema che sta a metà tra Emilia e Lombardia ed è Lodi ad attirare più persone di tutti questi territori. Noi esportiamo laureati, si dice in questa analisi, ma non è un brutto segnale. Perché questi laureati non si trasferiscono, vogliono rimanere ad abitare qui. Hanno le loro ragioni: costi degli affitti e delle proprietà elevati nel milanese e una diversa qualità della vita. Il problema non è questo: il tema è portare milanesi ad abitare qui nel Piacentino. Sarà importante fare uno studio sui “cambi di residenza”: chi viene ad abitare e chi sposta lontano la residenza. Il tema dei trasporti diventa il punto fondamentale. Menomale che tante persone rimangono qua a pagare le tasse in questo territorio. E’ proprio il problema di Milano: ha milioni di persone che utilizzano i suoi servizi e i suoi mezzi, ma pagano le tasse altrove».

Meno preoccupato Paolo Rizzi, tornato al suo ruolo di economista dopo l’esperienza da candidato sindaco. «Più che naturale e fisiologico – ha spiegato Rizzi, docente della Cattolica - che i laureati siano attratti da Milano ma decidano di abitare qui per la qualità della vita proposta dal territorio». «Il lavoro sotto casa – ha commentato Francesco Bighi, segretario Uil di Piacenza - oggigiorno è difficile averlo, soprattutto nel privato. Piacenza negli ultimi vent’anni ha perso parte della qualità della sua industria, in particolare il manifatturiero. Si parlava di meccatronica a Piacenza una decina d’anni fa, quell’idea non si è sviluppata».

Più polemici altri interventi. Come quello del presidente dell’associazione pendolari Ettore Fittavolini. «Mi viene da ridere pensando all’idea di una metropolitana leggera. A ogni elezione locale c’è interesse per le istanze dei pendolari. Poi però di risorse non ce ne sono, le Regioni subiscono tagli continui, cala il numero dei treni e dei vagoni». Claudio Oltremonti, in rappresentanza di Confindustria Piacenza, ha difeso l’industria locale. «Da questo tavolo sono emerse osservazioni negative nei confronti dell’industria piacentina. Il nostro territorio in realtà ha tenuto molto meglio di altri in questi anni di crisi. Mi pare scontato che, essendo noi un territorio prevalentemente di metalmeccanica, arrivino a lavorare qui meno laureati, giustamente attratti da realtà come Milano. I temi che voi portate oggi, soprattutto quello di una metropolitana con Milano, sono proposte già fatte dal nostro “past president” Emilio Bolzoni. Anzi, sono le bandiere dei suoi anni alla guida di Confindustria». 

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