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Economia

Per vincere sui mercati puntare su qualità e informazione con protagonisti produttori e Consorzi

L’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli è intervenuta ad un incontro presso la tenuta “Pernice” a Castelnuovo Valtidone per fare il punto del progetto Pro-viterre

“Per vincere sui mercati è necessario puntare sulla qualità dei nostri prodotti tipici, comunicandoli in modo adeguato e rendendo protagonisti produttori e Consorzi per fare massa critica”. Questa secondo l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli è la formula vincente per un forte rilancio dei vini piacentini ed in generale per i nostri prodotti di qualità. Lo ha ribadito intervenendo oggi presso la tenuta “Pernice” a Castelnuovo ValTidone nell’ambito del Progetto PRO-VITERRE, iniziativa realizzata nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020  che punta a realizzare linee guida delle buone pratiche agronomiche per la conservazione dei suoli e le produzioni vitivinicole di qualità della collina piacentina e faentina, a cui aderiscono ben otto viticoltori piacentini.

“Questo progetto- ha ribadito la Caselli- deve portare benefici operativi; è una strategia innovativa basata sulla collaborazione, perché l’appoggio europeo si fonda sulla circolazione dei risultati e ciò che oggi consente di migliorare a chi partecipa al progetto, sarà utile domani anche agli altri vitivinicoltori.

Si parte anzitutto dalle reali esigenze dei viticoltori e si usano conoscenze per trovare soluzioni che possano essere applicate entro tre anni. Il fine è- ha ribadito- promuovere meglio il territorio e le sue caratteristiche pedoclimatiche che sono punti di forza ma anche, a volte, di debolezza, un concetto importante perché il vino è il risultato della terra su cui la vite viene coltivata. Certo che un progetto così innovativo deve poi essere comunicato anche attraverso strumenti innovativi come l’etichetta elettronica, oggi essenziale sul mercato giapponese, mentre in Cina va fortissimo la vendita e-commerce. Bisogna dunque adeguarsi anche a questi strumenti innovativi, con una comunicazione rapportata in base al consumatore di riferimento, difendendo la nostra tradizione e la nostra storia.

Questi progetti possono essere un importante collante per le imprese, ma i risultati si ottengono quando i produttori si uniscono e si aggregano. Questo vale per il vino, ma anche per tutti gli altri prodotti di qualità della nostra regione. Ma c’è un motivo di più: l’Ocm vino si muove proprio nell’ottica di favorire l’aggregazione; è questa la “filosofia” di fondo della nostra Enoteca regionale che tende ad unire soggetti che prima tendevano a fare promozione solo per se stessi.

Expo ha dato la stura, adesso bisogna proseguire, valorizzando anche scuole alberghiere, istituti tecnici ed università”. “Da qui- ha detto Chiara Azzali- non possiamo che migliorare; dobbiamo vivere l’associazionismo in modo positivo, convinti del ruolo del nostro Consorzio che deve dialogare con la Regione e le istituzioni”. Il progetto PRO-VITERRE (triennale, ammesso a finanziamento dalla Regione Emilia-Romagna ai fini della Misura 16 del Psr 2014-2020), è dunque nato per diffondere sempre meglio la “cultura” del vino, ribadendo che i miglioramenti (il progetto coinvolge anche la nostra Università Cattolica) inizia dal suolo, nel segno delle “buone pratiche agronomiche”.

PRO-VITERRE vuole rispondere con efficacia all’esigenza di valutare -anche alla luce dei cambiamenti climatici- alcune delle principali tecniche di gestione del terreno applicate alla viticoltura collinare. Monitoraggi eseguiti con osservazioni in campo, studio dei suoli, campionamento e analisi chimiche in aziende vitivinicole collocate in ambienti pedologici diversi saranno volti a individuare e condividere le tecniche agronomiche più idonee alla preservazione dei suoli, soprattutto in riferimento all’erosione idrica superficiale e al mantenimento e/o aumento della sostanza organica.

Obiettivo dei partner è poter abbinare benefici di carattere ambientale con il miglioramento dei livelli produttivi della vite. Il ricorso all’inerbimento, ad esempio, se da un lato è ottimale per la preservazione dei suoli dall’erosione e facilita l’accesso in vigna delle macchine nelle stagioni umide, può incidere negativamente, visto il riscaldamento globale, sullo stress idrico delle piante con conseguente perdita di produzione. Fondamentale quindi analizzare come, quando e in quali suoli ricorrere a tale tecnica e ai suoi indiscussi benefici in termini di riduzione di fenomeni erosivi, aumento della portanza del terreno e del tenore di sostanza organica.
Il metodo di lavoro prevede un approccio partecipativo e condiviso nell’ottica di avvicinare i risultati della ricerca all'adozione di nuove pratiche da parte dei viticoltori, nel ruolo di “custodi” di una cultura del territorio attenta alla protezione del suolo e alla tutela della sostenibilità ambientale.

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