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Economia

Pierluigi Arata è il nuovo presidente Asipo

Succede a Gianni Brusatassi che ha retto l’O.P per oltre 30 anni e che rimane nel CdA

Pier Luigi Arata, imprenditore agricolo di San Polo di Podenzano, è il nuovo presidente di Asipo, la maggiore Organizzazione di Produttori Ortofrutticoli (O.P) specializzata nella produzione di pomodoro fresco destinato alla trasformazione industriale, che conta oltre 360 soci con aziende nel piacentino, parmense, cremonese, mantovano e Veneto. Succede a Gianni Brusatassi che ha retto l’O.P per oltre 30 anni e che rimane nel CdA composto, oltre che dal Presidente Arata, dal suo vice Ferrari Corrado e da Bertozzi Ivano, Bosco Stefano, Botti Gian Paolo, Fava Sergio, Gandolfi Stefano, Martelli Rossella, Paganini Antonio, Panizzi Lorenzo, Quartaroli Pietro, Scrocchi Nicola, Vignati Stefano, Zardi Marco. 

Un’organizzazione che è costantemente cresciuta negli anni, con una base sociale composta da tanti giovani e dinamici imprenditori che rappresentano presente e futuro prossimo di un settore che rimane, nonostante le difficoltà di mercato che si sono presentate in alcuni anni, uno degli assi portanti dell’economia agro-alimentare piacentina.

Asipo controlla e coordina il conferimento del pomodoro presso gli stabilimenti di trasformazione nelle fabbriche del piacentino (la maggior provincia produttrice), del parmense, dell’alessandrino, Ferrara ed in alcune cooperative come Casalasco e Conserve Italia.

Una realtà dunque essenziale per il comparto, che rappresenta tutte aziende medio-grandi, strutture con ottime capacità produttive e qualitative, che adottano soluzioni di coltivazioni sempre più tecnologiche ed orientate alla più completa sostenibilità, dall’uso minimo di prodotti fitosanitari, ad irrigazioni che richiedono un uso ridotto di acqua, con un’assistenza garantita dal Servizio agronomico con una squadra di 10 tecnici coordinati da Davide Previati. Il nuovo direttore è Michele Bertoli che subentra a Rossella Martelli.

«Il nostro compito principale - commenta Arata - è quello di garantire le consegne del pomodoro rispettando i contratti ed i quantitativi giornalieri, coordinandoci al meglio con le strutture di trasformazione, in modo da evitare di dover lasciare pomodori in campo, tutelando al massimo il reddito dei nostri soci, controllando giornalmente il residuo ottico e gli scarti che l’industria ci assegna. E’un dato di fatto incontrovertibile che la “scaletta” qualitativa vada ulteriormente migliorata e così il prezzo, perché si dovrà tenere conto dell’aumento dei costi produttivi, di oltre il 30%. Le fabbriche hanno scorte quasi azzerate, il mercato è tonico e quindi, in piena sinergia con le altre O.P ed organizzazioni, vogliamo che sia riconosciuto il valore qualitativo del nostro prodotto. Non a caso auspichiamo - conclude il neo-presidente Asipo - sempre maggiori controlli da parte del Ministero della Salute per evitare, com’è qualche volta avvenuto, che qualche industria di trasformazione mescoli il nostro pomodoro con altri prodotti non conformi ai rigidi Disciplinari produttivi che ci siamo dati, proprio a tutela del consumatore che ben conosce la qualità e la salubrità del nostro prodotto».

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