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Polo del ferro a Piacenza, la città diventa una delle capitali della logistica europea

Con la firma di un protocollo d’intesa che rende Piacenza punto nodale del traffico merci su rotaia grazie alla creazione di un Polo del ferro nel centro logistico di Le Mose, la nostra città si avvia a diventare uno dei più importanti centri della logistica nazionale

Con la firma di un protocollo d’intesa che rende Piacenza punto nodale del traffico merci su rotaia grazie alla creazione di un Polo del ferro nel centro logistico di Le Mose, la nostra città si avvia a diventare uno dei più importanti centri della logistica nazionale, in particolare verso tre fondamentali direttrici: l’Europa, il Mediterraneo ed il Sud Italia. Piacenza dunque una delle capitali della logistica europea, un progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale «che porterà  - ha detto il sindaco Patrizia Barbieri- indubbi benefici alla città: drastica riduzione delle emissioni inquinanti  nell’aria, ora causate dall’elevato traffico su gomma, competitività territoriale, potenzialità di sviluppi imprenditoriali e quindi occupazionali, ma anche il miglioramento del traffico ferroviario pendolare perché con lo spostamento dei binari per il transito e lo smistamento delle merci al Polo logistico, si libereranno importanti aree nelle vicinanze della stazione». Insomma, come evidenziato nello slogan coniato per il convegno “La logistica piacentina prende il treno”  che si è svolto nell’appartamento del Duca a Palazzo Farnese, da qui parte il futuro della nostra città, prospettive sottolineate dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli che con la sua presenza ha sottolineato l’importanza di questo accordo.

polo ferro-2«Siamo l’unico paese europeo - ha chiarito il ministro piacentino - con 2/3 dei confini affacciati sul mare, tuttavia non siamo ancora riusciti ad essere competitivi sul traffico delle merci navali perché non ci sono stati investimenti sufficienti. Le navi vanno a Rotterdam ed Amburgo e non nei nostri porti del Sud perché mancano le necessarie infrastrutture come ci sono a Genova e Triste. Ora vorrei che la scelta del Polo del ferro divenisse strategica e irreversibile per l’Italia al di là degli schieramenti e dei Governi che si succederanno». «Dobbiamo - ha ribadito - spostare il più possibile il traffico delle merci sulle ferrovie, e questa è una scelta nazionale dell’Italia perché la vera grande barriera all’ingresso del trasporto su ferro sono i tempi di realizzazione delle ferrovie, un tipo di infrastrutture che ci mette molto più al riparo rispetto alla manutenzione e alle gestione. Quella della logistica è stata un’intuizione privatistica anticipatoria dei tempi, ora questo è un punto di non ritorno per la nostra città; avremo tante aree dismesse per immaginare il nostro futuro senza consumare altro suolo. Il Polo logistico- ha ribadito- non è una sfortuna per Piacenza come afferma qualche detrattore, ma una straordinaria opportunità di sviluppo ed innovazione per la nostra città».

Ci credono anche le Ferrovie dello Stato se Rfi si è detta disponibile ad anticipare al 2021 l’investimento di 40 milioni necessario allo PHOTO-2019-11-30-15-08-12_1-2spostamento dello scalo merci nell’area della logistica. «I tempi -  ha spiegato Maurizio Gentile, amministratore delegato RFI - sono abbastanza definiti. Dopo la ristrutturazione del sistema di gestione degli scambi e la realizzazione dello scalo merci, l’operatività dovrebbe essere pronta per il 2024. Un miliardo di tonnellate di merci che si producono e si muovono in Italia lo fanno prevalentemente su gomma». «Ora - ha detto Gentile - dobbiamo interrogarci su cosa fare nel futuro. C’è un potenziale enorme di sviluppo nel paese per il traffico commerciale ferroviario; l’Italia paga un gap infrastrutturale per la dotazione funzionale alla logistica; i costi dello spostamento delle merci pesano sul bilancio e sulla competitività del “sistema paese”.Siamo addirittura al 26° posto nel mondo e dobbiamo recuperare velocemente. Questo protocollo prevede di portare i treni merci nel polo logistico liberando al contempo le aree nella stazione di Piacenza, con benefici per i viaggiatori e per il comparto commerciale». Insomma grande opportunità. Lo ha ribadito anche il sindaco di Piacenza e presidente della Provincia Patrizia Barbieri: «Il Polo del Ferro entra con questo protocollo all’inizio della fase esecutiva, la ricaduta avrà dei benefici per il territorio. Con questo protocollo assumiamo finalmente precisi impegni sulle successive fasi attuative, l’importanza territoriale dell’investimento consente da fare un salto di qualità per le prospettive di sviluppo della logistica in termini di sostenibilità e attrattività per altre imprese ed ulteriori posti di lavoro».

PHOTO-2019-11-30-15-08-11_2-2L’ambasciatrice svizzera in Italia Rita Adam ha illustrato l’esperienza del suo Paese ed ha sottolineato il valore della collaborazione tra Italia e la Confederazione nella realizzazione delle infrastrutture per la movimentazione delle merci. «La Svizzera - ha detto - sta compiendo una serie di importanti investimenti; la posizione centrale del paese in Europa ha indotto una grande crescita del trasporto su strada. Stiamo lavorando per lo spostamento delle merci e del traffico pesante dalla strada alla ferrovia. Con risultati incoraggianti e con una diminuzione di 800 mila camion lungo i valichi stradali svizzeri e i corridoi alpini come ci è stato esplicitamente richiesto tramite un apposito referendum».  «E’ la logistica - ha ricordato la consigliera regionale Katia Tarasconi - che ha scelto Piacenza, fin da quando 19 lungimiranti imprenditori hanno creduto nel Polo logistico; ora spostiamo il trasporto da camion su rotaia, con benefici di sostenibilità per tutti e per la qualità del lavoro». Marco Gosso, ad di Mercitalia Logistic e Bernhard Kunz, direttore di Hupac Intermodal SA nei loro interventi hanno evidenziato la bontà di questo accordo. «Siamo - ha detto il primo - un paese disconnesso, con deficit logistico ed oggi è fondamentale interconnettersi per recuperare questo gap anche in termini di PIL rispetto agli altri paesi europei. Con Hupac abbiamo sottoscritto accordo per realizzare alcuni nuovi terminal in Italia per potenziare i servizi di trasporto con tre nuovi terminal a Piacenza, Milano e Brescia per sviluppare i servizi di trasporto combinato. Il terminal di Piacenza è il primo a entrare nella fase operativa e avrà un impatto ridotto sull’ambiente con grande utilizzo di tecnologia e in grado di raddoppiare la capacità del polo di Le Mose». Kunz  ha spiegato come si intenda far crescere il terminal piacentino. «La logistica è - ha detto - come un’agenzia di viaggio per le merci ed è necessaria forte capacità di innovare. Lo sviluppo dell’intermodalità ci ha consentito di spostare da gomma e ferro le merci e di creare valore aggiunto e anche posti di lavoro. Il modello della regione Emilia Romagna è positivo e dovrebbe essere assunto in tutta Italia; tramite Piacenza siamo connessi al mondo e siamo contenti di fare la nostra parte. Non bastano le linee: ci vogliano punti di destinazione con un trasporto sostenibile».

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