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Economia

Polo logistico piacentino: «La comunità non ne ha gestito la crescita»

Ora ci sono le possibilità per uno sviluppo adeguato ed efficiente. Il seminario a Piacenza Expo sui problemi e sulle prospettive di questa fondamentale struttura.

«Le grandi aziende hanno scelto Piacenza perché questo è il posto giusto per fare logistica ed il polo è cresciuto nonostante e contro tutto; la nostra comunità non ne ha gestito la crescita, è mancata una regia vera per uno sviluppo adeguato ed efficiente. Oggi finalmente si può cambiare, è ora di decidere se averlo funzionale, richiamare altri attori ed offrire adeguati servizi, mettendo a frutto le sue straordinarie potenzialità. Oggi finalmente dal ’97 diventano possibili queste attese, ma occorre una volontà di fondo, se è il caso di investire, rendendolo un obiettivo condiviso». Le parole del presidente di Confindustria Piacenza Emilio Bolzoni “fotografano” lo stato dell’arte di questa struttura fondamentale per lo sviluppo della nostra economia e che potrebbe, ampliandosi e realizzandosi compiutamente, portare circa mille posti di lavoro impiegatizio in più. A patto di realizzare tutti i necessari servizi, con una necessaria sinergia pubblico- privato.

«Intanto - come ha evidenziato l’assessore Silvio Bisotti (dopo i saluti del sindaco Paolo Dosi) - siamo sulla buona strada grazie alle recenti realizzazioni come la bretella che scarica il traffico dal polo logistico al casello autostradale i cui lavori saranno consegnati il 1° dicembre; una bretella che scende dalla tangenziale;  collegata, rende autonoma la viabilità dalla parte logistica, liberando tutto il traffico pesante nel giro di pochi mesi sulla via Emilia e verso Cremona. Bisognerà poi valutare come regolamentare gli accessi al polo ed in questo senso aiutano assai alcuni progetti realizzati grazie all’accordo con Apea (Agenzia Provinciale per l'Energia e l'Ambiente che sarà sottoscritto a giorni) che sono stati illustrati dal presidente di Piacenza Expo, Angelo Manfredini. Si tratta di un sistema di telecontrollo dell’illuminazione pubblica con un risparmio preventivato di circa 24.000 Euro annui e tre “conta veicoli” pluridirezionali per il controllo del traffico». «Piacenza Expo - ha detto Manfredini - può essere un soggetto che si mette al servizio del pubblico e del privato, una start app che crea opportunità di finanziamenti europei, oltre che quelli regionali».

Dei modelli di gestione dei poli logistici ha parlato Carlo Merli presidente della Fondazione Istituto sui trasporti e sulla logistica. «Il polo deve nascere da un partenariato pubblico- privato. Il nostro (200Ha.) ha una collocazione ideale, il terminal intermodale può funzionare come interporto, ma oggi non opera come tale ed un controllo agli accessi è essenziale. Fino ad ora non c’è stata una governance pubblica reale e le grandi aziende si attirano solo garantendo i necessari servizi di un interporto, ovvero uffici postali, bancari, doganali, CCIAA, associazioni industriali ecc, che devono essere venduti dal soggetto gestore. Non esiste un modello standard ma la costante è sempre quella di una sinergia pubblico-privato, con degli “sviluppatori” (immobiliari) per le esigenze di promozione, con contratti di lavoro noti, visibili e standard minimi etici e di tutela».

Un concetto pienamente condiviso da Gianluca Bonatti presidente di Federlavoro Confcoop che ha chiesto «di portare legalità nel polo; bene dare servizi a prezzi competitivi, ma le regole esistono e vanno fatte rispettare con una unica governance molto rigida. Bisogna contemperare le esigenze degli impiegati e degli  operai, a cominciare da trasporti pubblici efficienti; ci sono circa 3000 persone che chiedono servizi, uno sportello bancario, una mensa, insomma offrire migliori condizioni sociali. Si può anche fare rete tra i quattro poli (Pc, Monticelli, Castelsangiovanni, Pontenure); le nostre strutture sono in grado di creare sinergie adeguate ad una logistica che deve diventare ingegneristica».

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