rotate-mobile
Economia

Pomodoro da industria, fissato il prezzo a 87 euro

È stato fissato il prezzo del pomodoro da industria per la campagna 2020 al Nord: un euro in più rispetto al 2019. Potrebbe aumentare ancora di un euro in base alla qualità

È stato fissato il prezzo del pomodoro da industria per la campagna 2020 al Nord. Siglata a Parma, tra le industrie di trasformazione e le organizzazioni dei produttori (Op), l’intesa prevede il pagamento di 87 euro alla tonnellata - un euro in più del prezzo stabilito nel 2019 - e alcune variazioni nella scaletta di qualità, di cui una delle principali variabili è il grado Brix. L’accordo ha aumentato il prezzo che le industrie pagheranno agli agricoltori, soprattutto rispetto alla campagna 2018, quando l'asticella si fermò a 79,75 euro alla tonnellata, provocando numerose proteste fra la controparte rappresentata dai produttori. Il prezzo, ovviamente, interessa molto da vicino il comparto agroalimentare piacentino, che ha in Italia la più grande superficie di coltivazione di pomodori. Prezzo che potrebbe salire di un ulteriore euro (toccando così 88 euro) in caso di una variazione nella scaletta di qualità del prodotto. Infatti il grado Brix è sceso da 4,95 a 4,90. Dato che, se verrà rispettato, farà scattare l'euro in più.

COLDIRETTI PIACENZA: "PREZZO NON ANCORA ALL'ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE"

Si è conclusa la trattativa fra produttori e industriali per il prezzo del pomodoro relativo alla campagna 2020. Lo comunica Coldiretti Piacenza, dopo che le parti si sono accordate per un prezzo di 87 euro a tonnellata. Contrariamente alla passate campagne – commenta Coldiretti Piacenza– c’è soddisfazione per la tempistica con cui si è concluso il contratto quadro per il Nord Italia, che permetterà alle aziende agricole una pianificazione più corretta e maggiori certezze nella scelta del riparto colturale aziendale. Per la prima volta nella trattativa fra le Organizzazioni di Produttori e l’industria di trasformazione – continua Coldiretti– è stata concordata una programmazione che permetterà la gestione e il controllo delle superfici seminate e delle quantità prodotte, così come richiesto da Coldiretti che al tavolo agricolo ha da sempre chiesto serietà e responsabilità da entrambe le parti per poter ridare competitività a un comparto strategico per l’agricoltura italiana. A fine campagna, attraverso l’incrocio dei dati contrattati con le dichiarazioni annuali PAC, l’O.I. (Organizzazione Interprofessionale) dovrà verificare e garantire il rispetto dell’accordo dei limiti contrattati fra le parti. Inoltre il contratto di fornitura per il pomodoro biologico prevede un prezzo di 136 €/t. Concordare la programmazione – conclude Coldiretti Emilia Romagna – permette di creare un percorso che soddisfi tutti gli attori in campo garantendo la trasparenza sulla determinazione del prezzo. “Siamo consapevoli del fatto che il prezzo concordato non sia ancora all’altezza delle nostre aspettative – afferma il presidente di Coldiretti Piacenza Marco Crotti – ma siamo altrettanto consapevoli che solo attraverso un lavoro serio di programmazione e di impegno responsabile di tutta la filiera- come è stato avviato - si possa arrivare all’aumento del valore del nostro prodotto e della sua distintività.  E quindi, possiamo ritenere quest’accordo un passo avanti nel percorso mirato a valorizzare il nostro pomodoro e gli sforzi dei nostri produttori”.

CONFAGRICOLTURA: «ACCORDO PENALIZZANTE E RISCHIOSO PER LA PARTE AGRICOLA» 

«L’accordo non ci soddisfa, è penalizzante e rischioso per la parte agricola, con un prezzo di riferimento inadeguato rispetto agli standard di qualità richiesti». Dice no senza esitazioni Giovanni Lambertini, presidente della sezione pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna perché «le nostre richieste sono rimaste inascoltate e il patto siglato non garantisce una reale valutazione della qualità del prodotto». La trattativa, tra Op e Industria, sul prezzo del pomodoro per la campagna Nord Italia 2020 si è chiusa ieri sera a 87 euro la tonnellata, in leggero aumento rispetto agli 86 euro dell’anno precedente, «ma il quantitativo di pomodoro contrattato è eccessivo», precisa Lambertini ricordando le istanze formulate lo scorso dicembre dall’organizzazione degli imprenditori agricoli per dare valore al prodotto lungo la filiera, ossia: centrare la programmazione 2020 per garantire una congrua remunerazione ai produttori ed evitare di sottoscrivere quantitativi di prodotto contrattato superiori alla reale capacità di trasformazione delle industrie del Nord, come è successo nella campagna 2019. 
«Inoltre è stata completamente disattesa la richiesta relativa alle certificazioni, in quanto i produttori non possono più accollarsi gli oneri di fornire crescenti garanzie relative a un prodotto che già rappresenta il top di gamma a livello globale. Non solo. Avevamo anche rivendicato l’esigenza di indicare nella tabella qualitativa base cento il grado brix 4.80, che corrisponde al dato medio calcolato sullo storico del territorio, invece è stato pattuito solo un leggero spostamento da 4.95 a 4.90 gradi brix», aggiunge il presidente dei produttori di pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna.  

Lambertini mette in guardia gli agricoltori e «invita alla prudenza nel calcolo delle superfici da dedicare alla coltura al fine di tutelare la redditività aziendale, visto che nella fase precontrattuale non tutti hanno rispettato gli impegni presi»; ricorda infine la cessazione d’attività della Columbus, nota industria parmense di trasformazione del pomodoro, in grado di lavorare oltre un milione di quintali di prodotto. E altre realtà potrebbero presto chiudere i battenti. Tali quantitativi verrebbero quindi assorbiti da altre aziende, con prevedibili ritardi nella raccolta. Il rischio ricadrebbe in toto sulla parte agricola, rendendo incerto il periodo di consegna e costringendo l’agricoltore a lasciare il prodotto nei campi per un periodo talmente prolungato da provocare inevitabili danni qualitativi sui frutti.

IL PRESIDENTE RABBONI: “NUOVI E RILEVANTI COMPITI PER L’INTERPROFESSIONE”. DEPOSITO DEI CONTRATTI ALL’OI ENTRO IL 6 MARZO

È stato sottoscritto il prezzo di riferimento per il pomodoro da industria del Nord Italia per la campagna 2020. “Mi congratulo con la parte agricola e con la parte industriale – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell’Organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da industria del Nord Italia che, come noto, per legge non può prendere parte alla trattativa né comunicare i contenuti dell’accordo - per un contratto tempestivo rispetto al calendario colturale e denso di novità positive per quanto riguarda gli obiettivi di programmazione produttiva per allineare e stabilizzare le forniture agricole ai reali fabbisogni industriali e dei mercati. A questo proposito l'accordo quadro introduce un nuovo e più significativo ruolo per l'organizzazione interprofessionale vista la programmazione, concordata fra Op ed industrie di trasformazione, che ha fissato obiettivi massimi di superficie e di quantità per la dotazione di ogni singola Op. All’OI del Nord Italia, che ha fornito un supporto tecnico fondamentale nella fase di definizione degli obiettivi di programmazione, è confermato il compito di ricezione del deposito dei contratti entro il 6 marzo e attribuito il nuovo e centrale incarico di verifica delle condizioni stabilite dalla programmazione. L'eventuale mancato rispetto degli impegni (per superficie e quantità eccedenti) comporterà delle trattenute economiche che andranno a formare un fondo, gestito dall’OI, per lo sviluppo della filiera. È una novità importante ed attesa che qualifica ulteriormente la nostra organizzazione come soggetto superpartes di garanzia e che rafforzerà l'efficienza e la coesione operativa di tutta la filiera del Nord Italia”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pomodoro da industria, fissato il prezzo a 87 euro

IlPiacenza è in caricamento