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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

"Pomodoro e salute, ricerca ancora da completare". A Expo 2015 il convegno sull’innovazione

La ricerca e l'università al servizio della coltura e dell’industria del pomodoro. E’ stato il filo conduttore del convegno a più voci a Expo 2015, organizzato nell’ambito della “Settimana Mondiale del Pomodoro” con alcuni degli enti di ricerca e degli atenei italiani più impegnati nello studio della filiera e delle proprietà alimentari e nutrizionali dell’oro rosso

La ricerca e l’università al servizio della coltura e dell’industria del pomodoro. E’ stato il filo conduttore del convegno a più voci “Il sistema della ricerca e dell’innovazione per il pomodoro da industria a servizio del consumatore” a Expo 2015, organizzato nell’ambito della “Settimana Mondiale del Pomodoro” con alcuni degli enti di ricerca e degli atenei italiani più impegnati nello studio della filiera e delle proprietà alimentari e nutrizionali dell’oro rosso.

Presenti docenti ed esperti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con la Stazione sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, l’Azienda Sperimentale Vittorio Tadini, l’Azienda Sperimentale Stuard. 

Ad aprire i lavori il Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli, che ha ribadito gli obiettivi della settimana dedicata al pomodoro a Expo: “Abbiamo deciso di raccontare ai consumatori italiani e stranieri come siamo diventati leader in questa filiera, perché ci abbiamo messo tanto lavoro ma anche tanto cervello. Dobbiamo arrivare a costruire un luogo unico che promuova un Made in Italy del pomodoro, approfittiamo dell'Expo per raccontare questa storia di successo”.

L’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Simona Caselli ha affermato come il pomodoro sia una di quelle produzioni di cui andare più fieri: “Perché ha saputo innovare e compiere un vero lavoro di filiera in grado di garantire vantaggi per tutti: per gli agricoltori in merito alla pianificazione, per l’industria sul piano della qualità e per il commercio sapendo presentare correttamente il prodotto. La filiera del pomodoro può essere esempio di organizzazione”. 

Tanti gli aspetti produttivi esaminati dal convegno sotto il profilo dell’innovazione: l’organizzazione della filiera, l’agronomia, la sperimentazione sul campo, le tecnologie per la sostenibilità  e per la tracciabilità e le valenze nutrizionali. 

Si è soffermato in particolare su quest’ultimo aspetto il professor Lorenzo Morelli, preside della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza, che ha raccontato gli approcci molto diversi nei confronti delle proprietà del pomodoro in Europa e in America. “Intanto il pomodoro – ha precisato - è da considerarsi botanicamente un frutto, mentre è consumato e vissuto come una verdura. Una delle proprietà più diffuse per il pomodoro è quella antiossidante, ma i suoi effetti salutistici in questo senso sono ancora una sfida in parte da completare, non una realtà acquisita. Ricordo che in Europa, a differenza che negli Usa, la comunicazione sulla salute degli alimenti è rigidamente regolamentata, con l’obbligo di precisi riconoscimenti di natura scientifica da parte dell’Efsa, l’autorità europea alimentare, basati su prove e studi sull’uomo”. 

“Nonostante vi sia un’ampia letteratura scientifica sul pomodoro – ha sottolineato - ed in particolare sugli effetti di uno dei suoi elementi più noti, il licopene, oggi occorre fare una ricerca di tipo nuovo, con studi clinici che possano dimostrare le reali qualità del pomodoro e migliorare quindi  anche il prodotto”. 

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