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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Pomodoro: il 2014 l'anno della svolta, occorre coinvolgere tutta la filiera

Il 2014 sarà l’anno della ripresa, ma vanno poste le basi per programmare per tempo, magari con contratti di nuovo tipo, puntando sempre sulla qualità e sull’identità territoriale. La tavola rotonda organizzata da Coldiretti Piacenza a Tomato World

Il 2014 sarà l’anno della ripresa, ma vanno poste le basi per programmare per tempo, magari con contratti di nuovo tipo, puntando sempre sulla qualità e sull’identità territoriale, ma puntando ad essere più competitivi in tutta la filiera, su mercati che sono cambiati, e lo saranno ulteriormente. Non a caso, proprio per sveltire adeguatamente la programmazione, si punta ad un nuovo contratto chiuso al massimo ai primi di gennaio.

Queste in sintesi alcune delle conclusioni emerse dalla tavola rotonda organizzata da Coldiretti Piacenza a Piacenza Expo nell’ambito di Tomato World, al quale hanno partecipato, oltre ai relatori, numerosi rappresentati di associazioni di prodotto, di cooperative e del mondo imprenditoriale della trasformazione.

Dopo il saluto del Presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, con il coordinamento di Lorenzo Bazzana del Servizio economico della Confederazione Coldiretti, ha preso la parola Martin Stilwell presidente delle industrie di pomodoro portoghesi che ha ricordato come nel 2009 si sia prodotto troppo, ma il consumo mondiale in crescita non consente che la produzione cessi in uno dei tre “blocchi” produttivi, ovvero Europa, Cina e California. Ma è probabile che prosegua la tendenza alla riduzione degli ettari in Italia ed ad un aumento in Spagna.

“Dovete tornare- ha detto Stilwell- a produrre di più, cercando di comprendere quanto effettivamente il consumatore sia disposto a pagare il made in Italy. Il vero avversario- ha spiegato- è fuori dall’Europa, tanto che il nocciolo del problema della concorrenza non è tanto la nuova Pac, bensì il trattato commerciale mondiale. Le trattative, molto meno complesse in Portogallo, vanno però effettuate di anno in anno, perché ci si deve basare su troppi diversificati fattori”; una soluzione quindi diversa da quella auspicata da Mauro Tonello presidente Coldiretti Emilia- Romagna che ha chiesto invece “nuovi tipi di contratto che premino maggiormente la qualità, per una programmazione più ampia, a medio termine, con un prezzo che possa anche variare ma con quantitativi pianificati.La qualità della materia prima è essenziale e va riconosciuta, ma va altresì accreditata l’eticità del lavoro del Distretto del Nord”.

“La tradizionale tipologia di contratto- ha spiegato Filippo Arata presidente di Ainpo- è obsoleta; per cui, senza mettere in discussione pre-requisiti come qualità e salubrità, servono modi nuovi; siamo pronti ad adattare sul campo le esigenze di mercato, con nuove tipologie di prodotto, ma non bisogna dimenticare, se viene meno la redditività per un prodotto di qualità con costi produttivi superiori, che abbiamo anche altre alternative produttive”.

Per questo, secondo il presidente del Cap Marco Crotti, “è necessario riscattare l’identità territoriale, che è un elemento coinvolgente per tutta la filiera. Il Cap con nuove tecnologie, ma anche con nuovi prodotti finanziari, è vicino ai soci ed alle imprese in queste nuove sfide di mercato, per produrre di più, sempre meglio, riducendo i costi”.

“La filiera ha pagato- ha ricordato Francesco Mutti presidente della Mutti Spa e del gruppo derivati pomodoro AIIPA- il disaccoppiamento e solo da poco ci si sta abituando a questa nuova dimensione; il 2013 rappresenta la discontinuità, il 2014 sarà l’anno della ripresa, ma è necessario gettare le basi per programmare per tempo. Certo la trasparenza è un valore, ma dobbiamo prima di tutto essere competitivi ed essere tempestivi a fornire indicazioni per l’anno successivo, appena terminata la campagna. Non più a lungo termine, perché c’è sempre da considerare il fattore meteo, come appunto quest’anno. Dunque bene puntare all’eccellenza, ma senza dimenticare la ricerca della produttività per ridurre i costi”.

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