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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Pomorete verso il Kazakhstan: firmato un accordo. E Steriltom inaugura la campagna del pomodoro

Il vice ministro kazakho Isaeva invita la Rete: abbiamo bisogno della vostra tecnologia, della capacità di produrre cibo di qualità. Le condizioni ci sono, creeremo un cluster del pomodoro 

Pomorete fa rotta verso l’Eurasia. Il primo passo è stato compiuto oggi, 17 luglio, con la firma di un accordo tra la prima filiera italiana del pomodoro creata da Confapindustria Piacenza e Kaznex Invest, società partecipata del ministero dello Sviluppo Economico del Kazakhstan. L’incontro è avvenuto nell’azienda Steriltom, dove l’ad Dario Squeri (presidente Pomorete) ha inaugurato la campagna del pomodoro che prenderà il via domani. Il taglio del nastro è stato affidato al vice ministro kazakho dell’Agricoltura, Gulmira Isaeva, accompagnata da

Assel Yergaziyeva, deputy head di Kaznex Invest. Il presidente della Provincia, Rolleri e il sindaco di Gragnano, Patrizia Calza, hanno salutato gli ospiti sottolinenando la vocazione agricola, supportata dallo sviluppo tecnologico, del territorio.

Pomodoro, ma non solo. Al centro dei colloqui - a cui erano presenti diverse aziende di Pomorete - le possibilità di investimento, per il settore agroalimentare e agroindustriale, nel grande Paese asiatico. Un Paese che vuole crescere e che, tra l’altro, garantisce tassazione zero per dieci anni alle aziende straniere che rispettino certe condizioni.

«Vi invitiamo in Kazakhstan - ha detto il vice ministro - perché abbiamo bisogno della vostra tecnologia, del vostro know how, delle vostre capacità di produrre cibi in modo naturale, di qualità, contenendo l’uso della chimica. Vogliamo creare un cluster del pomodoro. Credo che una collaborazione sia possibile». Squeri, con il presidente di Confapindustria, Cristian Camisa e con il direttore Andrea Paparo, hanno illustrato la filiera piacentina composta di 15 aziende, 600 milioni di fatturato e circa 3.000 dipendenti. «Crediamo nel Kazakhstan - ha affermato Squeri - e questo incontro fa seguito a quello avvenuto con Confapindustria un anno fa e che ha generato buoni rapporti». Due gli aspetti: far crescere l’export della Rete e creare opportunità di sviluppo per entrambi grazie ai prodotti agricoli e alla terra kazakha.

Isaeva ha ricordato come il suo Paese sia stato inserito dalla Fao tra i 5 con grandi potenzialità di sviluppo agroalimentare. Grazie agli investimenti, «il Kazakhstan vuole creare le migliori condizioni per i nostri agricoltori e per le imprese italiane» ha sottolineato il vice ministro. E Astana (la capitale) mette a disposizione agevolazioni finanziarie, recupero dei parte del capitale investito, infrastrutture, basso costo del trasporto. Il sud, est vicino alla Cina, offre la possibilità di produrre vendere subito la merce. Ci proponiamo come la “via della seta”, anche perché attraversando Uzbekistan e Turkmenistan si accede al grande mercato dell’Iran».

Lo sviluppo agricolo sta a cuore ai kazakhi che già producono pomodoro, ma anche frutta (pesche, pere, mele) e ortaggi.

Il vice ministro ha ascoltato con attenzione alcune particolarità di Pomorete: oltre che alla aziende che trasformano pomodoro, l’interesse è caduto sull’analisi dei terreni, sulla fertirrigazione, sulla capacità di mediazione nei mercati esteri.

Al termine, Squeri ha chiesto di avviare uno studio sulle aree agricole per capire le opportunità in termini industriali, ricordando che le industrie italiane sono in grado di lavorare non solo pomodoro, ma tutta l’ortofrutta grazie al kow how.

L’incontro è avvenuto anche  grazie da IB Serv, società di intermediazione che opera con successo sui mercati asiatici.

Per Pomorete erano presenti il direttore Gabriele Zanelli e le aziende Asi, Agrofata, Mcm Ecosistemi, Carlo Manzella, e il presidente di Unionalimentari di Confapindustria, Giovanni Maini.

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