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Economia

Povertà, nel Piacentino 45mila persone a rischio

Persone e numeri della povertà a Piacenza. Presentato al “Samaritano” il rapporto 2016 della Caritas

Il “Welfare sociale” non può essere solo un’esposizione di numeri o il resoconto dei sussidi di turno, ma deve essere una costante azione compiuta dalla comunità attraverso le istituzioni, l’associazionismo, il volontariato, i cittadini e le stesse persone assistite. E’ questo uno dei messaggi lanciati dal convegno che la Diocesi e la Caritas hanno organizzato al “Centro il Samaritano” per la presentazione del libro-ricerca “La città in controluce, volti, legami storie di povertà a Piacenza”, a cura di Paolo Rizzi e Massimo Magnaschi, pagine 264, edito da EDUCatt con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Obiettivo della ricerca – presentata dal prof. Rizzi e dal prof. Enrico Fabrizi, dell’Università Cattolica di Piacenza - la vulnerabilità sociale nel territorio piacentino e le risposte adottate dal sistema di welfare locale. Lo studio rappresenta la quarta pubblicazione completa sul tema della povertà a Piacenza; dopo i rapporti che a distanza di un decennio l'uno dall'altro, sono stati realizzati sempre con la collaborazione della Caritas di Piacenza e degli enti locali. La prima ricerca del 1986 aveva cercato di quantificare il numero di persone che accedevano ai servizi sociali pubblici e privati e rappresentava quindi un lavoro pioneristico di analisi territoriale finalizzato ad una prima mappatura dei bisogni che trovavano risposte nei servizi; nei due successivi rapporti (1996 e 2007) la ricerca si è arricchita di metodologie qualitative tramite interviste a testimoni privilegiati e quantitative attraverso le banche dati pubbliche su utenti e risorse dei servizi di welfare territoriali e indagini ad hoc con campioni di persone in condizioni di disagio.

La Tavola rotonda con gli autori della ricerca Giuseppe Magistrali, Massimo Magnaschi, Davide Marchettini, Gaia Vitali, introdotta e moderata da don Davide Maloberti, direttore de Il Nuovo Giornale, è stata preceduta dagli interventi del vescovo mons. Gianni Ambrosio che ha evidenziato come i numeri raccontano una vicenda umana senza precedenti: milioni di donne, uomini e bambini in fuga da guerre, persecuzioni, povertà estreme. In questa situazione la politica europea è risultata frammentata, disunita e per molti aspetti inadeguata. Un elemento inedito, che stravolge il vecchio modello di povertà italiano, è che oggi la deprivazione sembra essere inversamente proporzionale all’età, tende cioè ad aumentare al diminuire di quest'ultima: paradossalmente i più poveri sono i giovani che si affacciamo al lavoro e alle scelte fondamentali della vita.

Anche a livello territoriale, come si evince dalla ricerca, sono state riscontrate varie fragilità e vulnerabilità che colpiscono in particolare modo: le nuove generazioni, la disoccupazione soprattutto giovanile, gli immigrati, le famiglie mono genitoriali, la solitudine degli anziani, il disagio abitativo, il disagio psichico. Inoltre emerge con evidenza come la povertà economica sia spesso correlata a una povertà di reti relazionali in grado di attivare le risorse necessarie per uscire da uno stato di indigenza. Nel nostro territorio le istituzioni, le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, le varie associazioni ed enti di promozione sociale, la Caritas diocesana, le Caritas parrocchiali, i gruppi ed enti appartenenti alla Consulta delle opere socio-assistenziali di matrice ecclesiale, attraverso un costante confronto, cercano di attivarsi per costruire risposte innovative ai problemi emergenti del territorio e per avviare reti di solidarietà locale.

Incisivi contributi personali sono stati portati dal prefetto Maurizio Falco, dall’assessore al comune di Piacenza Federica Sgorbati, dal vicepresidente della Provincia Patrizia Calza e dal presidente della Fondazione Massimo Toscani che ha evidenziato come “Fondazione non sia il Guercino, ma il Welfare” richiamando poi alcune importanti azioni avviate, tra queste il mercato solidale.

Il capitolo IV del libro è dedicato ai volti della povertà, storie di vita di una decina di frequentatori del Centro d’ascolto della Caritas che rivelano come il più delle volte lo scivolamento verso una condizione di povertà sia conseguenza di più fattori: la perdita o la mancanza di lavoro, una malattia, fragilità o dissidi in ambito familiare. A conclusione dei lavori il tema “Il welfare del futuro: quali prospettive? con interventi di Giuseppe Chiodaroli, direttore Caritas diocesana Piacenza-Bobbio e della dottoressa Linda Lombi, Università Cattolica di Milano.

ALCUNI NUMERI

La popolazione residente nel comune di Piacenza nel 2016 contava 102.579 persone; di queste 18375 straniere (18%). La nazionalità più numerosa  è l’albanese seguita dalla macedone. Segue Marocco, Romania, Ecuador ecc... A Piacenza e provincia la rilevazione al dicembre 2015 ha registrato 286.997 residenti, con gli stranieri al 14%. Nel 2016 le persone che si sono rivolte al Centro di Servizio sociale Caritas sono state 1323 con gli stranieri al 66%. Gli uomini sono il 56%; le donne 44%, sono spesso referenti del loro nucleo familiare. Tenendo conto dei familiari collegati, le persone prese in carico nel 2016 salgono a 4.137. Il 28% delle persone vive solo, il 18% con persone non legate da vincoli familiari, il 45% vive in famiglia anagrafica o di fatto. I senza fissa dimora sono 344, in maggioranza uomini (84%). Sempre nel 2016 la Mensa della fraternità di via san Vincenzo ha erogato (sommando pranzo e cena) 35.343 pasti, più 8% rispetto l’anno precedente e più 36% rispetto al 2011. L’aiuto alimentare ha fornito 5.650 borse viveri, numero pressoché raddoppiato in sette anni. Le persone a rischio povertà, dal 2008 a oggi, sono più che raddoppiate: stiamo parlando di oltre 45mila residenti nel Piacentino. 

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