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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Presentate in Cna le nuove frontiere della stampa 3D per l’artigiano 2.0

Il futuro è già alle porte ed è un futuro che potrebbe davvero cambiare le modalità e la filosofia operativa di artigiani e piccoli e medi imprenditori

Il futuro è già alle porte ed è un futuro che potrebbe davvero cambiare le modalità e la filosofia operativa di artigiani e piccoli e medi imprenditori. E’ l’estrema sintesi di quanto emerso ieri sera nel corso di un seminario sulle nuove frontiere delle stampanti 3D organizzato da CNA Piacenza in collaborazione con Work in Progress. Un ulteriore e concreto esempio dell’impegno di CNA Piacenza per sostenere l’artigianato e il mondo della piccola e media impresa in questo difficile momento ancora pesantemente condizionato dalla crisi economica. Al tavolo dei relatori, insieme al presidente di CNA Comunicazione Marco Salvatori e a Natalia Tacchini del Consorzio Ecipar, anche Roberto Balduzzi, tecnico di Work in Progress e il titolare della De Palma, azienda artigianale di lampadari che ha portato la propria testimonianza di impiego delle stampanti 3D nei processi di progettazione e lavorazione di componenti per oggetti di illuminotecnica.

«Con le stampanti 3D - ha detto Balduzzi - siamo all’anno zero ma ogni giorni c’è un’evoluzione e si aggiungono nuovi materiali per la stampa. Grazie a questi nuovi processi di stampa a freddo diverse aziende artigiane hanno già avuto modo di sperimentare e di innovare la propria produzione, arricchita da valori aggiunti tipici di queste stampanti come il fattore economico e quello ecologico. Già oggi, grazie ai continui miglioramenti, è possibile progettare e stampare oggetti di discrete dimensioni, anche fino a un metro di lunghezza con stampanti professionali, con una precisione di 40 micron». Durante il seminario, che ha registrato una numerosa presenza di artigiani e imprenditori dei più svariati comparti produttivi, sono stati illustrati anche i materiali attualmente maggiormente utilizzati per la stampa. “Si utilizzano soprattutto materiali di derivazione plastica che, a differenza della plastica vera e propria, non nascono dal petrolio ma da fasi di riciclo di altri materiali o da processi di natura vegetale. Parliamo del Pet, del Pla che deriva dal mais, ma anche fibre di bronzo, di ceramica, di legno oppure schiuma di alluminio. Con le stampanti 3D avremo gli artigiani 2.0, capaci di produrre anche minimi quantitativi con processi economici e a baseo impatto ambientale».

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