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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Prezzo del latte sostenuto grazie al burro che ha triplicato il suo valore

Tradizionale incontro estivo con i soci di Agriform (tra cui i caseifici piacentini Canalone e S. Vittoria) alla Mila di Bolzano

Il consueto incontro estivo con i soci di Agriform, cooperativa di Sommacampagna (Vr), che associa alcuni tra i più importanti caseifici cooperativi dell’Italia nord-orientale (tra cui quelli piacentini Canalone di Cortemaggiore  e S. Vittoria di Chero di Carpaneto, presenti con i Presidenti Piero Dallavalle e Fausto Gandolfi), si è svolto quest’anno non come da tradizione in una malga dell’Altopiano di Asiago, bensì a Bolzano, nella sede della più importante cooperativa lattiero- casearia dell’Alto Adige, “Mila” che conta 2.600 soci (per lo più piccoli produttori), ma che lavora oltre 200 milioni di litri di latte nei due stabilimenti di Bolzano e Brunico cui si è aggiunto proprio recentemente quello di Lodi per formaggi spalmabili.

“Una vera e propria famiglia- ha sottolineato il presidente Joachim Reinalter nel suo saluto-  composta di 2.600 famiglie di contadini di montagna dell’Alto Adige, 400 collaboratori negli stabilimenti e partner fedeli. I masi dei contadini Mila sono i più piccoli dell'Alto Adige con una media di solo 12 mucche per stalla. I prodotti sono venduti nella regione Trentino-Alto Adige, nel resto d’Italia e anche all’estero. Il fatturato annuo è di oltre 200 milioni di Euro”

Reinalter ha accolto gli intervenuti (la cooperativa è socia di Agriform) nella nuovissima location sorta di fianco allo stabilimento che è divenuta sede degli amministrativi nella quale trovano spazio anche l'accogliente bistro ed il negozio per la vendita dei prodotti Mila.

Il presidente di Agriform Alessandro Mocellin, prima di cedere la parola al direttore generale Nisio Paganin per la consueta, dettagliata, relazione, si è detto “moderatamente ottimista per le prospettive future. Abbiamo superato- ha sostenuto- l’anno “horribilis” (soprattutto il primo semestre) 2016, ed oggi i prezzi elevati delle materie grasse sostengono il prezzo del latte. Tuttavia- ha chiarito- facciamo sempre fatica a trasferire gli aumenti sulla G.D.O ed è anche complicato gestire i mercati esteri a causa delle continue trasformazioni che li caratterizzano”.

“Il primo semestre- ha detto Paganin- chiude con un fatturato di oltre 71 milioni di Euro, circa l’11% in più del 2016, con un export favorevole, nei 50 paesi in cui siamo presenti, soprattutto grazie al grana padano.

E’ triplicato- ha precisato- il prezzo delle materie grasse, con il burro che costa quasi più di tutti i formaggi. Le cause? Meno latte prodotto e minor contenuto di grasso e questo ha consentito di diminuire mediamente i costi per la trasformazione del grana padano. Consumare burro (anche se in Italia se ne utilizza meno) non è più considerato un “crimine dietetico” e con questi prezzi saranno inevitabili i riflessi sull’industria dolciaria.

Nel mondo (con il supporto degli aggiornatissimi dati Clal presente con il presidente Angelo Rossi) sono aumentati gli stock di latte in polvere (quelli in scadenza saranno probabilmente utilizzati per l’alimentazione dei vitelli) e bisognerà fare i conti con la debolezza del dollaro che favorirà l’export Usa.

In Cina permangono ottime le prospettive, ma per ora gli aumenti sono modesti, mentre gli accordi Ceta (con il Canada) sono un traguardo, ma anche una mezza delusione, perché ci penalizza sulla distribuzione delle quote export.

I nostri prodotti Dop- ha sostenuto Paganin- sono il nostro vanto, ma sono diventati  pure una “gabbia di ferro” con i suoi vincolanti disciplinari e noi rischiamo di rimanere schiavi di una tradizione con un mercato che cambia rapidamente le sue richieste”. Ed ha citato lisozima e caglio animale, ribadendo che occorrerà “uniformarsi tutti al benessere animale che è oggi un pre-requisito come pretendono i nostri soci o partner sul mercato svizzero.

L’Asiago- ha ricordato Paganin- prosegue la sua caduta di prezzo; bene i Dop (grana e parmigiano), così come burro e siero ed il latte spot, tutti segnali che ci possono indurre ad un moderato ottimismo per i prossimi bilanci”.

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