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Economia

Prezzo suini, Coldiretti: da 10 settimane i macellatori non si presentano

La riflessione di Coldiretti Piacenza: “E'necessario un cambio di rotta”

“In attuazione dell’articolo 7 del Regolamento Generale, la tendenza e il prezzo sono stati definiti dagli allevatori in quanto i macellatori non si sono presentati alla riunione” questa è la dicitura riportata sugli ultimi Listini predisposti dalla CUN, Commissione Unica Nazionale dei Suini da Macello 2015 che rende così inutile la possibilità di definire congiuntamente un prezzo equo.

A denunciarlo è Coldiretti Piacenza nel chiedere un cambio di rotta a favore di una delle filiere più rilevanti nel panorama nazionale e locale con Piacenza che è l’unica provincia in Europa a vantare 3 salumi Dop.

La Commissione, spiegano da Coldiretti, ha lo scopo di concordare le previsione sulle tendenze dei prezzi di mercato dei suini sia per il circuito tutelato sia per quello non tutelato tra gli allevatori e i macellatori. Se però il prezzo viene deciso dai soli allevatori non viene rispettato dalla parte con più potere contrattuale, i macellatori. Si tratta, continua Coldiretti, di un atteggiamento non rispettoso e che toglie dignità a tutto il settore approfittandosi di una distorsione della filiera che vede gli allevatori soccombere nello squilibrio del potere di negoziazione nelle relazioni commerciali.

“La situazione, afferma Andrea Minardi, allevatore di Besenzone e vicepresidente di Coldiretti Piacenza, sta diventando difficile; non presentandosi di fatto rendono nulli anche i nostri sforzi di collaborazione ed il prezzo formulato esclusivamente da una singola parte non è vincolante. Per noi allevatori è fondamentale che il prezzo venga fissato ogni settimana e soprattutto che questo non sia unilaterale e che sia formato anche sulla base dei costi sostenuti dalla parte agricola. Solo così potremo valorizzare il prodotto italiano e garantire la sopravvivenza dei nostri allevamenti che non hanno eguali al mondo anche sotto il profilo del benessere animale.”

“Occorre al più presto superare il blocco nella contrattazione sui prezzi, aggiunge poi Giorgio Apostoli, responsabile settore zootecnico di Coldiretti nazionale, e ricompattare le fila per arrivare alla definizione di un prezzo equo e remunerativo che tenga conto dei costi di produzione. Contestualmente bisogna agire sul piano della valorizzazione delle carni suine nate ed allevate in Italia e ridare agli allevatori, che con sacrifici e fatica continuano a migliorare la qualità, la dignità che spetta loro.”

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