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Economia

Profumo: una nuova cultura dell’innovazione per una città a “misura d’uomo”

L’ex Ministro è intervenuto alla Cattolica di Piacenza per partecipare al Master Class dedicato alla “Città Intelligente”

"L’Italia ha forse realizzato più di altri paesi, ma si è limitata alle sperimentazioni: ora spetta al Governo attuare un passaggio successivo ed elevare le differenti esperienze attraverso un “disegno paese”, utilizzando al meglio le risorse che ci sono, ma che vanno impiegate al meglio, con una qualità di spesa, in un paese che deve diventare più maturo, attraverso un’operazione che sia prima di tutto culturale ed insieme tecnologica”. Questo in estrema sintesi il pensiero dell’ex ministro Francesco Profumo, ora presidente di Iren (Multiutility anche piacentina), intervenuto stamattina all’Università Cattolica di Piacenza per partecipare al Master Class dedicato alla “Città Intelligente” organizzata nell’ambito delle attività di promozione del Master MUMAT in Marketing Territoriale di cui è responsabile il prof. Francesco Timpano.

Sollecitato dalla stampa prima della sua “lectio magistralis” in qualità di docente dell’Università di Torino, il prof. Profumo, forse per “dovere di ospitalità” ha spiegato che Piacenza è una delle città che ha meglio interpretato il progetto delle  Smart cities (città intelligente, ovvero un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini): “qui- ha spiegato l’ex Ministro”, è stato già in parte concretizzato un progetto per offrire ai cittadini servizi innovativi basati sulle nuove tecnologie che avranno un positivo impatto sulla vita quotidiana comune".

Dopo il saluto della Preside Annamaria Fellegara (una città aggregatrice di specifiche realtà di cui l’Università è uno dei soggetti più significativi), Profumo ha preso la parola per ribadire che le città sono destinate ad una crescita esponenziale, “ perché se nel 2008 vi risiedevano il 50 % degli abitanti, nel 2050 saranno il 70%, contro solo il 13% del 1900. Per questo l’economia dei servizi assumerà un ruolo sempre più rilevante del PIL, basandosi sulle tecnologie digitali e nuovi modelli organizzativi, con enormi possibilità di sviluppo che devono necessariamente passare attraverso la scuola e per l’Italia tramite l’innovazione supportata da una straordinaria creatività tipica della nostra nazione.

L’urbanizzazione quindi- ha chiarito- deve essere armoniosa, capace di far vivere meglio le persone, ma con un’attenta regia che contemperi tutte le criticità a cominciare dalla povertà e con la massima attenzione verso la sicurezza, l’integrazione razziale e religiosa e verso la produzione dei rifiuti, evitando, come sovente è successo, errori di progettazione. Per ottenere ciò è necessario costruire una cultura dell’innovazione basata su un progetto politico, con uno sguardo rivolto al futuro senza dimenticare il passato, con un modello italiano che si sviluppi dalla piazza, per un paese con una forte dimensione turistica, una cultura imprenditoriale artigiana e di commercio al dettaglio, con il nostro modello di welfare e di alimentazione.

Ma la ricerca- ha concluso Profumo- deve essere connessa all’applicazione, con un rinnovamento dove conta non solo la tecnologia, ma soprattutto i fattori umani. Quello che è certo è che il paese non può andare avanti con le regole che si è dato finora se vuole veramente cambiare e puntare sull’innovazione”.

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