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Economia

Ptav, sistema produttivo a confronto nel secondo workshop in Provincia

Articolato confronto a più voci in Provincia sulle prospettive dello sviluppo locale

Secondo appuntamento per il ciclo di workshop tematici, organizzato dalla Provincia di Piacenza, dal titolo “Piacenza e il suo futuro: incontri verso il PTAV”, che, come noto, è il Piano territoriale di Area vasta, il nuovo strumento di pianificazione provinciale previsto dalla legge regionale 24/2017. Dopo il primo appuntamento, dedicato in dicembre alle dinamiche demografiche, il focus di oggi è stato incentrato sul sistema produttivo: punti di vista locali ed esterni al territorio si sono mescolati in un convegno particolarmente articolato.

Ad aprire la giornata è stato il presidente della Provincia, Patrizia Barbieri: «Abbiamo la consapevolezza che riflettere su una prospettiva di medio-lungo termine impone di avere ben presenti le sfide che già oggi il sistema produttivo sta affrontando: alla ripresa dalla pandemia, che tanto duramente ha colpito Piacenza, si aggiungono i tanti punti interrogativi aperti per più comparti dal cambiamento climatico e, ora, dal conflitto in Ucraina. Dobbiamo comprendere i punti di forza e di debolezza della nostra realtà per elaborare strategie efficaci per il territorio e per l’ambiente, che rappresentano la missione principale del Ptav. In futuro il sistema piacentino potrà essere competitivo solo se sostenibile, ma nello stesso tempo la sostenibilità non potrà prescindere dalla competitività e dall’attrattività».

Le relazioni degli esperti sono iniziate con l’architetto Fatima Alagna, della società Politecnica, che ha illustrato lo scenario di riferimento: «Il sistema produttivo piacentino si caratterizza per la tenuta del comparto manifatturiero e per la sostenuta crescita di quello logistico, è complessivamente solido e ha performance superiori alla media nazionale. Le sfide – anche nell’ottica delle opportunità del Pnrr - saranno quelle di spostare una quota di traffico merci dalla strada alla ferrovia, riorganizzando in modo più sostenibile anche la mobilità degli addetti, rendere più resiliente l’agricoltura, agevolare l’insediamento di giovani imprenditori (e famiglie) in montagna e mettere a valore il patrimonio culturale, storico e naturalistico a vantaggio del turismo».

Una sollecitazione raccolta dal presidente Patrizia Barbieri, che ha evidenziato come «Sul turismo, i dati del 2021 e i recenti riconoscimenti - sia per la città, sia per la provincia - indicano una fortissima ripresa nel primo semestre dello stesso 2021, e ciò dimostra che abbiamo lavorato nella giusta direzione».

Il rapporto tra i dati del consumo di suolo (in particolare negli anni tra il 2008 e il 2017) e lo sviluppo del territorio ha caratterizzato la relazione del direttore generale della Provincia, Vittorio Silva: «Con le normative entrate in vigore, il sistema locale dovrà affrontare un radicale cambio di scenario: il tetto al 3% del consumo di suolo ammissibile impone delle riflessioni, soprattutto in un territorio che dovrà rendere l’uso del suolo più efficiente in termini di numero di occupati e di valore aggiunto prodotto. Due gli scenari possibili: o un utilizzo autonomo del suolo da parte di ogni Comune o un uso coordinato dello stesso, accompagnato da misure di perequazione territoriale: il fondo perequativo che ne risulterebbe, secondo le nostre stime, ammonterebbe a oltre 47 milioni di euro, da destinare o alla realizzazione di dotazioni territoriali e infrastrutture o a trasferimenti, come contributo alla fornitura di servizi ecosistemici».

'Piacenza tra il non più e il non ancora' era il titolo della relazione di Guido Caselli, direttore Centro Studi Unioncamere Emilia-Romagna: «In una fase in cui i vecchi modi di agire non funzionano più, ma non si trovano ancora soluzioni perfette per le nuove sfide, occorre ‘arredare il tunnel’ che stiamo attraversando. Serve la consapevolezza che il futuro non segue traiettorie lineari, ma passa da momenti di rottura, come lo sono anche pandemia, guerra, rivoluzione digitale. Ci aspetta un mondo diverso, fatto di insidie (come la solitudine, di fronte una popolazione che invecchia) ma anche di opportunità, in larga parte connesse - anche per l’assistenza sanitaria e la telemedicina - alla digitalizzazione».

Hanno poi preso la parola alcuni portatori di interesse del nostro territorio. Per Francesco Rolleri, presidente di Confindustria Piacenza, «Darsi un traguardo è fondamentale in ogni campo: la programmazione, anche nel lavoro, ci indica ciò che vogliamo diventare. In presenza delle problematiche demografiche evidenziate nel precedente workshop, serve un territorio attrattivo: occorre offrire possibilità ai giovani e alle aziende - anche della logistica - che vogliono venire qui, e aiutare le aziende piacentine a crescere in loco. Auspico che le scelte delle amministrazioni locali non penalizzino gli insediamenti produttivi manifatturieri: se non si fanno qui, infatti, verranno fatti altrove. Rilanciamo poi l’idea di riportare in città insediamenti produttivi a basso impatto ambientale, riqualificando gli spazi disponibili».

Per la vicepresidente di Confapi Industria Piacenza, Anna Paola Cavanna, «Il tessuto piacentino è fatto di molte imprese famigliari, con uno spiccato senso di appartenenza sul quale si deve investire. Alcune realtà nel nostro territorio - penso al packaging - generano un PIL importante. Rispetto al Pil può giocare un ruolo importante anche la logistica, purché in linea rispetto all’evoluzione del mercato e dell’e-commerce. Se vogliamo maggiore attrattività per i giovani dobbiamo lavorare anche per gli studenti delle nostre università, che trovano pochi appartamenti. Su tutti i problemi, comunque, il dialogo tra istituzioni e stakeholder che si è visto qui oggi va nel segno della volontà di trovare le soluzioni che Piacenza merita».

In rappresentanza delle organizzazioni sindacali Francesco Bighi, segretario generale UIL Piacenza, ha ricordato il loro documento comune presentato nelle scorse settimane: «Alle urgenze del territorio e delle fasce deboli dobbiamo dare risposte, anche grazie alle risorse del Pnrr che saranno necessarie per aiutare un’economia già colpita dalla crisi prima e dalla pandemia poi: possono essere volano di ripresa economica e sociale, recuperando la sostenibilità ambientale a fronte di un modello di sviluppo finora spesso disarmonico. Sull’agricoltura occorrerà dare risposte alla crescente sofferenza idrica».

Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, ha posto l’accento su alcune tematiche di attualità: «Pandemia prima e conflitto in Ucraina ora ci sollecitano una riflessione sugli investimenti su sanità e anziani, ma anche sull’esigenza di rilanciare la produzione interna, a partire dall’agricoltura: questo richiede anche scelte diverse da certi no che, più che alla sostenibilità, portano alla rinuncia». 

Sul punto è intervenuto anche il presidente Patrizia Barbieri, ricordando che «Le ipotesi di realizzare ad esempio laghetti idonei a raccogliere acqua hanno incontrato opposizioni pregiudiziali, come nel caso delle pale eoliche: questi ed altri interventi ci avrebbero fornito un prezioso aiuto per tanti settori, dall’energia all’agricoltura. Per questo è importante parlarne insieme, non soltanto nell’ottica dell’ora ma con lo sguardo a medio e lungo termine che è proprio la sfida del PTAV».

È poi iniziata la tavola rotonda - moderata, come l’intero incontro, dal vicedirettore di Telelibertà Michele Rancati - sui temi introdotti dai precedenti relatori. Per il professor Enrico Ciciotti dell’Università Cattolica, «Le scelte dei Comuni sui progetti dovranno valutare l’accessibilità degli investimenti, anche dal punto di vista logistico, la realizzabilità degli investimenti e la loro governabilità. Dovranno premiare gli investimenti che coinvolgono più soggetti e dovranno considerare la qualità degli investimenti, nel segno della sostenibilità economica e sociale, ma anche ambientale: in futuro, sempre di più, le banche finanzieranno in modo differenziato proprio le attività che meglio rispondono a questi requisiti».

Andrea Bardi, di Fondazione ITL, ha delineato il quadro relativo alla logistica: «In regione è il primo settore per crescita occupazionale, e a Piacenza è sempre cresciuta costantemente: rispetto ai flussi attuali la nostra città – che è in posizione centrale e baricentrica - può giocare un ruolo strategico, anche dal punto di vista intermodale. Quanto all’evoluzione del comparto, esiste un notevole spazio di miglioramento nella transizione (con Intelligenza Artificiale, droni, etc…) verso i modelli più avanzati: una strategia di medio-lungo periodo porterà benefici anche per la filiera della formazione tecnica e universitaria».

Per il commissario della Camera di Commercio, Filippo Cella, «Le incertezze su energia e produzione alimentare ci ricordano che vanno premiate tutte le vocazioni del territorio: il PTAV, con linee chiare e semplici e senza difficoltà attuative, può essere lo strumento per la calata a terra delle norme che aiuteranno la ripresa. Occorre però dire basta a campanilismi e veti incrociati, in un’ottica ampia: le infrastrutture a servizio della pianura (con la logistica) sono necessarie, ma non possono essere trascurate collina e montagna».

Marco Marcatili di Nomisma ha sottolineato che «Oltre ai dati bisogna saper guardare ai ‘segnali deboli’ (dalla crescente povertà in Italia ai continui picchi della siccità), per produrre uno sforzo corale: per una pianificazione efficace occorre costruire una coscienza condivisa di luogo, che tenga conto del continuo modificarsi dei bisogni e del consequenziale, necessario pacchetto di servizi. Lo sviluppo è una costruzione sociale: la miglior pianificazione è quella che va a incidere nella dimensione complessiva - anche spirituale - del territorio».  

Citando la conclusione aperta («Appariva “continua”, non the end!») dei film di Godard, il professor Ciciotti ha chiuso ricordando che la maggior condivisione possibile delle scelte da fare sarà fondamentale per il successo del PTAV:  «Strategico è ciò che, a differenza del dirigismo, tiene conto di tutti i soggetti chiamati in causa».

Un tema ripreso nei saluti del direttore Silva, che ha disegnato un parallelo tra la costruzione sociale della domanda citata da Marcatili e la costruzione sociale del PTAV evocata da Ciciotti. «Il ciclo di workshop che abbiamo avviato va proprio in questo senso, perché fa parte del processo che sta coinvolgendo istituzioni e stakeholder di tutto il territorio».

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