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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

La crisi morde forte anche in Regione: ancora lontane le prospettive di ripresa

Presentato all'Università Cattolica il rapporto della Banca d'Italia in collaborazione con il Laboratorio economia locale della Facoltà di Economia

Va male, va veramente male e non si intravede la fine del tunnel di questa crisi iniziata nel 2007: le imprese chiudono, il credito viene erogato con estrema difficoltà, la disoccupazione cresce in modo esponenziale, soprattutto quella giovanile. Probabilmente. Come ha argutamente osservato la Preside della Facoltà di economia e Commercio Annamaria Fellegara, “lo straordinario è divenuto ordinario” ed è necessario gestirlo con discernimento e nuova progettualità. Queste le armi di cui si potranno avvantaggiare le imprese solide, innovative che sapranno confrontarsi con il mercato internazionale.

Dopo il saluto dell’assessore Francesco Timpano (in rappresentanza del sindaco di Piacenza Paolo Dosi), del Presidente della Provincia Massimo Trespidi (un quadro provinciale sconfortante dove bisogna operare come sistema per uscirne), della Preside Fellegara (formare giovani è il nostro compito essenziale e la locale Università ottempera bene a questo compito; bisogna mettersi insieme quando le cose vanno bene), è seguito un breve intervento del Presidente della Camera di Commercio Beppe Parenti, un vero e proprio grido di allarme per la nostra economia, “in un sistema che, negli ultimi vent’anni, ha saputo solo legiferare contro le imprese, con un mercato del lavoro penalizzante ed assurdo, da aggiornare al più presto, con tasse vessatorie ed una burocrazia farraginosa e contorta”.

Il direttore della Banca d’Italia di Piacenza Antonio De Filippo, ha poi spiegato il riassetto delle sedi periferiche dove Piacenza occupa ancora un posto importante per il trattamento del contante e la distribuzione delle Banconote.

Dopo il saluto di Paolo Rizzi dell’Università Cattolica di Piacenza che ha tratteggiato la funzione di AISRe, Associazione Italiana di Scienze Regionali, è seguita la presentazione del rapporto da parte di Eliana Viviano e di Guglielmo Barone della Div. Analisi e Ricerca economica territoriale della Banca d’Italia di Bologna.

Ne emerge che nel 2012 la fase recessiva si è acuita; l’export ha contribuito ad attenuare la caduta, ma il terremoto ha inasprito la recessione. La contrazione dell’attività, estesa a tutti i settori, è stata più accentuata per industria e costruzioni mentre il tasso di disoccupazione è al massimo storico.

 I prestiti all’economia sono diminuiti per effetto del forte calo della domanda e del permanere di condizioni restrittive dal lato dell’offerta condizionate dall’elevato rischio di credito. La spesa pro capite delle AALL è diminuita più che in Italia, soprattutto nella componente in conto capitale.

L’Emilia-Romagna è una regione virtuosa nel settore sanitario per risorse e qualità del servizio Gli Enti territoriali della regione fanno ampio ricorso alla leva fiscale; il debito incide sul PIL meno che nella media nazionale. Il credito alle imprese è diminuito, frenato dal calo della domanda per investimenti e da condizioni restrittive dal lato dell’offerta Le imprese in maggiori difficoltà sono quelle legate alla filiera immobiliare, verso le quali il sistema bancario presenta un’elevata esposizione

La regione ha un’elevata apertura al commercio con l’estero che continua a costituire il principale sostegno all’attività economica L’attrattività della regione per gli investitori stranieri è aumentata negli anni recenti. Sono quindi seguiti gli interventi di Enrico Ciciotti – Università Cattolica di Piacenza Riccardo Cappellin – Presidente AISRe, Associazione Italiana di Scienze Regionali

Marco Livelli – Vicepresidente Associazione Industriali Piacenza, mentre le conclusioni sono state affidate a Luigi Cannari – Capo del Servizio Statistiche economiche e finanziarie della Banca d’Italia.

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