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Reggi alla Sandvik di San Polo: «Non possiamo più permettere che il territorio sia depredato»

Il sottosegretario, insieme al presidente Trespidi e al sindaco di Podenzano Ghisoni, ha visitato l'azienda Sandvik di San Polo, la cui chiusura è prevista per la fine dell'anno: «A breve un tavolo in provincia tra Sandvik, governo e regione». Sono 57 gli operai perderanno il lavoro entro qualche mese

Visita istituzionale, la mattina del 26 aprile, nello stabilimento della Sanvik di San Polo, azienda della quale è stata di recente comunicata l'imminente chiusura. A parlare con i dipendenti si sono presentati il sottosegretario Roberto Reggi, il presidente della Provincia Massimo Trespidi e il sindaco di Podenzano Ghisoni.

«Poco tempo fa avevamo deciso di lavorare anche la domenica – racconta un dipendente della Sandvik, l’azienda di Crocetta di San Polo che entro fine anno chiuderà i battenti per decisione dei vertici svedesi - perché arrivavano tanti ordini ed eravamo costretti a fare straordinari su straordinari. Nulla lasciava presagire a tutto questo». 

Lo stabilimento di San Polo ha un fatturato annuo compreso tra 8 e 10 milioni di euro a fronte di 57 dipendenti che a breve rimarranno senza un’occupazione. Lo scorso 16 aprile l’azienda ha comunicato la chiusura di San Polo. «Siamo sempre stati considerati – spiega Giuseppe Ragione, membro Rsu - tra i migliori stabilimenti dell’azienda: risultiamo efficienti sotto tutti gli indici di qualità e produzione e fatturiamo anche di più rispetto ad altri posti più grandi di noi. Non ci aspettavamo sicuramente questa delocalizzazione». Sandvik intende chiudere 12 aziende in Europa, per delocalizzarle nei Paesi emergenti.

«Eppure – continua Ragone – l’amministratore delegato l’anno scorso visitò San Polo e disse che questa era una grande struttura. Un anno dopo le nostre performances non servono più a nulla. Ci hanno comunicato improvvisamente della chiusura solamente il 16 aprile, non rispettando la direttiva europea 38/2009 sulla comunicazione. Ci è crollato tutto addosso, è stato un fulmine a ciel sereno». Sandvik intende chiudere completamente e spedire i macchinari altrove entro la fine del 2014, mentre già in estate gli operai potrebbero smettere di lavorare. «Dovevano allargare la nostra struttura, assumere nuovi dipendenti, creare un bel polo meccanico nel piacentino e invece...».

Reggi in visita alla Sandvik di San Polo ©Mulazzi/ilPiacenza

«Nelle strutture più grandi – conclude Ragone – i tempi di consegna non sono così ottimali come a San Polo. La decisione dell’azienda è stata presa senza tenere conto degli aspetti tecnici del nostro stabilimento. La Sandvik non si aspettava risultati così buoni da Piacenza in tutti questi anni, gli abbiamo creato dei problemi al riguardo. Probabilmente già a settembre dello scorso anno avevano maturato l’idea di chiuderci».

«Non hanno saputo dare motivazioni tecniche – esordisce il sottosegretario piacentino Roberto Reggi - e non hanno rispettato i passaggi corretti delle procedure di comunicazione. In più non rispondono alle missive del presidente della provincia Trespidi e del sindaco Ghisoni. L’azienda ha risposto soltanto negli ultimi giorni, forse perché hanno saputo della visita di oggi. Si sono detti “disposti a motivare economicamente la scelta nelle sede della Provincia”. Hanno detto “economicamente”, non “tecnicamente”».

Secondo il sottosegretario occorre fare squadra tra le istituzione piacentine e i sindacati, lavorando insieme e senza effettuare percorsi individuali. «Ho informato della questione – continua l’ex sindaco di Piacenza – anche la Regione nella figura dell’assessore al lavoro Patrizio Bianchi, e il ministero del lavoro, in particolare il sottosegretario Luigi Bobba. Si sono detti disponibili anche loro a fare un tavolo con l’azienda. Se giochiamo di squadra qualche risultato lo possiamo portare a casa. Non sarà infatti facile per Sandvik – tuona Reggi – chiudere uno stabilimento così. Non possiamo più permettere che il territorio piacentino venga depredato nuovamente come nel passato recente».

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