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Le richieste

Malattia, premio di risultato e mensa: le richieste per i lavoratori esterni di Ikea

Cgil, Cisl e Uil alla cooperativa San Martino: «Disparità di trattamento tra i lavoratori diretti dell’azienda e i soci, eppure svolgono le stesse mansioni»

Per Cgil, Cisl e Uil c’è troppa disparità di trattamento tra i dipendenti Ikea e i soci della cooperativa “San Martino” che lavorano nello stesso magazzino di Montale. «Non ci sfugge che le cooperative possono derogare alcune norme – riflettono i sindacati - però bisogna andare incontro ai soci lavoratori». Per questo motivo i tre sindacati hanno aperto in queste ore lo stato di agitazione.

La retribuzione mensile è più o meno simile, ma diverse sono le tutele. Al deposito Ikea lavorano poco più di mille persone: 300 sono dipendenti diretti del colosso svedese, 750 soci della cooperativa San Martino. «Chiediamo - spiega Salvatore Buono di Cisl - il riconoscimento della malattia per i soci, l’erogazione di un vero premio di produzione e la mensa alle stesse condizioni dei dipendenti. Non sempre si riesce a utilizzare la mensa in maniera adeguata, non è funzionale. I soci pagano di più e la qualità è inferiore. Non comprendiamo, fanno tutti lo stesso lavoro in quel magazzino. Si faccia un ticket uguale per tutti».

«La malattia, in pratica, - precisa Massimo Tarenchi (Cgil) - non è riconosciuta dalla San Martino. Lo sappiamo, non c’è l’obbligo per le cooperative, possono derogare. Ma la coop non è in crisi economica, i lavoratori meritano questo diritto. La pandemia ha reso più evidente la situazione. Se ci fossero problemi di assenteismo potremmo trovare una soluzione, ma non è questo il caso. La coop sostiene di elargire un ristoro, però i soci vogliono la tutela della malattia per vivere più serenamente. Chi si ammala deve poter stare a casa, pagato».

«Sul premio di risultato – aggiunge anche Mariastella Vannacci (Uil) – le aspettative degli ultimi anni sono state tradite. L'ultimo premio ha portato poco e niente nelle tasche dei soci, con anche differenze tra un reparto e l'altro. Abbiamo chiesto con forza, da mesi, di riaprire la questione, fissando obiettivi concreti. Ma da agosto dello scorso anno non c’è alcuna apertura da parte della cooperativa, che ha erogato nell’ultimo anno fiscale soltanto un gettone da 350 euro lordi, che a breve potranno diventare netti grazie agli ultimi provvedimenti presi dallo Stato. Ma è una cifra insufficiente». Se i soci della San Martino hanno ottenuto 350 euro, i dipendenti diretti hanno toccato anche i 1800-2000 euro di premio di produzione. Per Vannacci, se la cooperativa non è nelle condizioni di sostenere queste proposte, si arriverà a chiedere ad Ikea l’internalizzazione di tutti i lavoratori. 

«L’inflazione si è alzata negli ultimi tempi - rileva ancora Tarenchi della Cgil - chiediamo da mesi di dare qualcosa ai lavoratori, da ottobre vorremmo parlare alla cooperativa ma non c’è la possibilità di organizzare un incontro. Sappiamo che propongono una malattia di 12 giorni all’anno, i dipendenti interni però possono contare su 180 giorni. Stiamo parlando di gente che lavora d'inverno al freddo e d'estate al caldo. Nella logistica piacentina la malattia è applicata ovunque, nel 98% dei magazzini c'è questa tutela, che aiuta le stesse aziende, che si ritrovano lavoratori motivati, sereni, che vogliono rimanere. Applicare tutti gli istituti migliora la situazione del settore, che a Piacenza sta aumentando ulteriormente e si sta sviluppando».

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