«Rinnovo contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, ecco cosa cambia per i 15mila addetti piacentini»
L’accordo prevede un aumento salariale medio di 112 euro lordi sui minimi a regime, con la vigenza contrattuale che viene allungata
Nella mattinata di giovedì 18 febbraio, Marco Carini di Fiom Cgil Piacenza, Luigi Bernazzani di Fim Cisl Parma-Piacenza, Francesco Bighi e Andrea Cignatta della Uil hanno voluto illustrare e commentare le ricadute locali del pre-accordo sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici siglato con Federmeccanica e Assistal, che sul territorio piacentino riguarda circa 15mila addetti.
Oltre a rendere note le novità contrattuali e il percorso democratico che investirà le fabbriche nelle prossime settimane per far esprimere migliaia di lavoratori a Piacenza sull’ipotesi di accordo tra le parti, i rappresentanti sindacali hanno reso noti dati, commenti e analisi rispetto alla situazione del settore metalmeccanico sul territorio piacentino, nel contesto regionale e nazionale.
L’intesa tra Federmeccanica, Assistal e Fim Fiom Uilm è arrivata dopo 15 mesi di trattativa e uno sciopero generale di categoria. L’accordo prevede un aumento salariale medio di 112 euro lordi sui minimi a regime, con la vigenza contrattuale che viene allungata: si parte da gennaio 2021 per arrivare a giugno 2024, rispetto alla normale scadenza che sarebbe stata nel 2022.
«Questo accordo arriva in un momento molto difficile: dei 14 milioni di euro di cassa integrazione nel piacentino, circa il 60% riguarda proprio i metalmeccanici. Avevamo chiesto l’aumento dell’8% e abbiamo ottenuto il 6,2%, un risultato importante sulla busta paga base» ha commentato Francesco Bighi, segretario Uil Piacenza. «E' stata abolita la prima categoria e ci sono miglioramenti anche per quel che riguarda il fondo Cometa. Il problema ora è quello di informare i lavoratori: con la pandemia ancora in corso diventa difficile fare assemblee in presenza, e dovremmo organizzarci secondo le modalità vigenti».