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Conferenza dei sindacati

Risorse per rinnovo contratto, organico Covid, classi numerose: il 10 dicembre scuola in sciopero

La giornata di protesta indetta delle organizzazioni sindacali Flc Cgil Piacenza, Uil Scuola Rua Piacenza, Snals Confsal Piacenza e Gilda Unams Piacenza: «La legge di bilancio deve essere bocciata»

Rinnovo del contratto, organico Covid, classi numerose: venerdì 10 dicembre scuola in sciopero. Una giornata di protesta indetta a livello nazionale dai sindacati Flc Cgil, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams - assente invece la Cisl - accolta dai referenti locali delle organizzazioni, che hanno indetto una conferenza stampa unitaria per presentare le ragioni della mobilitazione, che andrà in scena con una manifestazione a Roma.

«Uno sciopero che volevamo evitare, ma che si rende necessario dopo la lettura della legge di bilancio, che umilia il settore della scuola. Eravamo gli eroi fino a due giorni fa, non ci aspettavamo di essere trattati così» spiega Giovanni Zavattoni, segretario provinciale Flc Cgil. «Troviamo di nuovo l’inserimento di altro "bonus" per la dedizione all’insegnamento, la proroga dell’organico Ata Covid non è ancora stata confermata, poi c'è l’ennesima non riposta alla stabilizzazione dei precari, la presenza di classi anche con 31 alunni alle Superiori e la volontà da parte del Governo di dare un aumento medio lordo mensile di 85 euro. A noi non basta: siamo l’unico comparto che ha ancora il 2013 bloccato per lo scatto, con un divario di 350 euro rispetto agli altri settori». Stanchi anche del «metodo con cui vengono proposte le iniziative» sottolinea Zavattoni. «Arriva un percorso preconfezionato, dove non si può dire nulla, non viene presa in considerazione nessun tipo di proposta, arrivano solo normative e circolari poco chiare che creano caos nella scuola; la legge di bilancio deve essere bocciata e la scuola merita di più, soprattutto dopo questi ultimi 2 anni».

                            La conferenza stampa online-2

«Le problematiche sono davvero tante - spiega Daniela Fuochi (Snals Confsal Piacenza) – le nostre richieste non sono state accolte, dal numero di alunni per classe alle problematiche di reclutamento del personale, fino alle proroghe dei contratti Covid; le scuole mancano già di organico “normale”, senza questo personale sarà molto difficile sanificare e rendere le scuole agibili». «A livello ministeriale siamo il fanalino di coda - aggiunge - erano anni che non facevamo sciopero, ma è l’unico modo per far capire al Governo che siamo stanchi di questa situazione».

«La scuola italiana eroga il maggior numero di ore di lezione in Europa, solo la Danimarca ne ha un numero pari al nostro, ma la differenza di stipendi è enorme» evidenzia Salvatore Pizzo (Gilda Unams Piacenza). «Siamo i peggio pagati della pubblica amministrazione, con “spiccioletti” dati anche con pratiche mortificanti per la categoria. Quello dell’insegnante sta diventando un mestiere poco appetibile, tra il lungo precariato e gli stipendi che arrivano in ritardo. Piacenza elegge un numero alto di parlamentari - aggiunge Pizzo - facciamo appello anche loro perché tutelino i loro conterranei».

Di seguito alcuni dei temi posti al centro della decisione unitaria dei quattro sindacati scuola di procedere con la mobilitazione:

«Rinnovo contrattuale: Sia rispetto al comparto della pubblica amministrazione che rispetto al comparto Scuola, Università e Ricerca, solo la scuola è ancora senza atto di indirizzo all’Aran. Nessun tavolo negoziale è stato avviato, né risorse adeguate sono state inserite nella Legge Finanziaria all’esame del Parlamento. Un rinnovo contrattale dignitoso, in linea con i rinnovi che si vanno delineando per la PA. Il divario stimato è di circa 350 euro tra scuola e settori dell’amministrazione con requisiti equivalenti. Se guardiamo a quello che sarà l’impatto delle risorse stanziate, il quadro è desolante: 87 euro medi lordi di aumento, a cui si potranno aggiungere 12 euro, non per tutti, finalizzati sulla base della ‘dedizione’. Finalizzazione basata su una norma che allude ad un criterio sorprendente, quanto inedito – quello della dedizione – deciso in Legge di Bilancio. Incursione legislativa su materie che sono di stretta competenza negoziale. Organico Covid: L’organico di emergenza utilizzato in pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuola e per sdoppiare le classi troppo numerose. Per questo organico sono previste risorse solo per il personale docente, non per il personale Ata. Classi troppo numerose: Un tema così sensibile, che con il perdurare della situazione di emergenza sanitaria, appare non più rinviabile, che doveva portare ad una riduzione di alunni per classe, non solo nei grandi centri urbani ma su tutto il territorio nazionale avviene a organico invariato, con una distribuzione interna. Misure a costo zero disattese: Le misure legate a situazioni professionali come quella dei dirigenti amministrativi facenti funzione, o attinenti al lavoro del personale come il blocco della mobilità per legge, invece che regolato per contratto, sono due esempi di misure che possono essere prese a costo zero. Precariato: Quello legato al personale precario è un obiettivo sul quale nessun confronto è stato aperto. Il Patto per la Scuola sottoscritto ad aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito».

«I due anni di pandemia trascorsi - sottolineano i sindacati - hanno fatto emergere quanto la scuola sia indispensabile per il presente e per il futuro del paese, in termini di stabilità e crescita economica, culturale, etica. Il “Patto per la scuola al centro del Paese” sottoscritto a maggio, andava nella direzione del rilancio e della valorizzazione del personale scolastico. Una serie di importanti impegni sottoscritti formalmente dal Governo, ma già nell’immediato disattesi da misure ad essi contrarie. La manovra finanziaria ha preventivato investimenti pari a 33 miliardi di euro da cui però, ancora una volta, vengono esclusi la scuola e il personale scolastico, in piena coerenza con quanto accade da venti anni almeno. E in questa legge di bilancio - sottolineano - figurano risorse risibili sia in riferimento alla categoria in sé che in relazione agli altri settori pubblici». «Ebbene la scuola non ci stà! Il 10 dicembre con uno sciopero di comparto manifesterà il proprio dissenso rispetto a quanto sta accadendo».

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