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Giovedì, 25 Aprile 2024
Bilancio annuale Confidustria

Rolleri: «Bene gli ordini ma timori per inflazione, costo del denaro e dell’energia»

Consueto bilancio di fine anno: «Il feedback ricevuto dalle aziende suggerisce un 2023 ancora positivo dal punto di vista del fatturato, scongiurando attualmente le nubi recessive temute nel corso dell’estate»

Consueto bilancio di fine anno di Confindustria. Il presidente Francesco Rolleri ha sottolineato che «l’onda lunga degli ordinativi del 2021 e della prima metà del 2022 ha certamente sorretto la produzione industriale ma gli eventi internazionali di inizio d’anno, la bolletta energetica e le spinte inflazionistiche hanno determinato una contrazione che ha cominciato a manifestarsi nel mese di settembre».

«Facendo un veloce excursus - ha detto -  nei primi sei mesi del 2022, la nostra industria manifatturiera ha proseguito sul sentiero di crescita iniziato nel 2021. Insieme a fatturato e occupazione, però, per il terzo semestre di seguito è aumentato in maniera rilevante anche il dato dei prezzi, fino all’anno scorso trascurabile ai fini delle considerazioni sull’andamento reale degli indicatori. Al netto dell’elemento inflazionistico, anche nel secondo semestre il quadro ha comunque continuato a rimanere positivo, seppur in maniera più contenuta, e ciò si riflette anche nei primi dati di consuntivo del secondo semestre, in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione. Il feedback ricevuto dalle aziende suggerisce un 2023 ancora positivo dal punto di vista del fatturato, scongiurando attualmente le nubi recessive temute nel corso dell’estate».

Nel primo semestre 2022, l’intero comparto manifatturiero faceva segnare un incremento del 17,32% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2021. Le vendite all’estero, nel complesso, erano tornate a registrare una performance migliore (+19,70%) rispetto al fatturato domestico (+15,25%). Purtroppo, i rincari e la disponibilità delle materie prime ed i trasporti, specialmente marittimi, hanno impattato sull’operatività delle aziende, ed hanno avuto ripercussioni negative sui margini di profitto e sulla capacità di approvvigionamento. I costi dell’energia e delle materie prime hanno eroso i margini delle imprese. Anche se dal mese di ottobre le quotazioni di energia e gas sono in parte rientrate, da novembre hanno ripreso a crescite per effetto della stagionalità dei consumi. Il rialzo dei tassi di interesse deliberato per contenere l’inflazione hanno condizionato i piani di finanziamento ed investimento delle imprese.

Il settore meccanico, quello maggiormente rappresentativo a livello provinciale, segue un trend inverso, con il dato del fatturato interno che supera quello estero. Le misure di incentivazione agli investimenti per i beni strumentali e per la transizione green e digitale sostengono ancora le vendite in Italia, mentre il dato dell’export, seppur positivo, risente delle tensioni a livello internazionale, in particolar modo della crisi russo-ucraina e del conseguente quadro sanzionatorio, con impatti in interi settori strategici nella nostra provincia (oil&gas, beni “dual use”, beni tecnologicamente avanzati).

Molto bene il settore alimentare il cui fatturato è cresciuto a doppia cifra con un dato molto positivo per l’export mentre un discorso a parte va fatto per il settore edile. Dopo il grande slancio generato dai bonus, il continuo cambiamento delle regole in corso e soprattutto i modi e le tempistiche con le quali sono stati introdotti, hanno generato non pochi problemi. Enorme quello relativo al blocco della cessione dei crediti fiscali da parte del sistema creditizio come quello dell’adeguamento dei prezzi soprattutto per la parte dei lavori pubblici. Buona prestazione anche per i servizi informatici, quelli della comunicazione e della sicurezza.

«L’anno 2023 - ha chiarito il presidente Rolleri - si presenta incerto, dobbiamo tuttavia rilevare che gli ordini continuano ad affluire. Questo lo dobbiamo alla qualità delle nostre produzioni ed alla capacità storica dei nostri imprenditori di diventare leader in nicchie di mercato. Fino al terzo trimestre il nostro sistema economico ha resistito al caro-energia oltre le aspettative. L’industria ha continuato a reggere in termini di produzione, a fronte di costi altissimi ma la situazione tesa sui margini non giova agli investimenti. Un aiuto viene dalla (limitata) flessione dei prezzi delle commodity non energetiche e dagli interventi del Governo per compensare (in parte) i rincari energetici. Nel quarto trimestre gli indicatori qualitativi sono nel complesso negativi; il prezzo del gas resta alto, da troppi mesi; l’inflazione che ne deriva (+11,8% annuo) erode reddito e risparmio delle famiglie e avrà un impatto negativo sui consumi».

«Preoccupazione per il rialzo dei tassi di interesse stanno condizionando i piani di finanziamento/investimento delle imprese, i costi dell’energia e delle materie prime erodono i margini delle imprese. Dal mese di ottobre  - ha spiegato - le quotazioni di energia e gas sono in parte rientrate ma da novembre il prezzo del gas in Europa sta risalendo rapidamente; tale andamento riflette le alterne notizie sull’offerta russa di gas, ma anche le difficili e prolungate trattative UE su un eventuale price cap. E’ sempre più strategica l’indipendenza energetica dalla Russia anche grazie all’autoproduzione di energia e alle Comunità Energetiche. Continuiamo ad avere preoccupazioni per le tensioni geopolitiche in atto».

Al termine della sua relazione Rolleri ha consegnato un dono al vice direttore e responsabile Affari Generali, Attilia Jesini, che dopo 33 anni nell’ associazione si appresta ad andare in pensione. E’ stato affrontato poi affrontato con l’analista Dario Fabbri il tema delle tensioni geopolitiche internazionali e le loro conseguenze. Utili indicazioni per comprendere il quadro generale all’interno del quale le aziende piacentine (e italiane) dovranno operare l’anno prossimo. Affrontando il tema della guerra in Ucraina Fabbri ha chiarito che «tatticamente stanno vincendo i russi, con l’acquisizione di buona parte del Sud-Wst ma strategicamente stanno perdendo perché la Nato è sempre più dentro l’Europa ed è scaduta, dopo questi mesi, l’immagine della Russia come potenza militare che deve anche subire forti contraccolpi nella vendita delle materie prime energetiche, obbligando Mosca ad avvicinarsi, per le vendite di gas e grano, a Pechino che potrà imporre prezzi diversi rispetto a quelli ottenuti prima in Europa. Difficile dire quando finirà; si è manifestata volontà di dialogo tra Usa e Russia ma gli Ucraini non sono d’accordo perché vogliano andare ai negoziati recuperando parte dei territori perduti». «La Cina - ha chiarito - è soddisfatta di quel che sta avvenendo perché gli Usa stanno guardando meno al quadro geo-politico Indo-Pacifico ma permangono forti tensioni per Taiwan. In questo contesto l’Europa è formata da nazioni che sovente seguono strade diverse; per l’Italia i problemi, da un punto di vista energetico ci saranno il prossimo anno perché, anche se la situazione migliorasse, non si rivolgerà più alla Russia per gli approvvigionamenti ed i gas costerà certamente di più».

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