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“Ronco delle Rose”, il vigneto bio della collina valnurese

Dodici ettari di vitigni Doc nel borgo di Casa Gatti di Carmiano di Vigolzone rappresentano l’azienda vitivinicola di Davide Sacchi

Si chiama “Ronco delle Rose” , l’azienda vitivinicola di Davide Sacchi, nel borgo di Casa Gatti di Carmiano di Vigolzone. Dodici ettari di vitigni Doc dei colli piacentini (320 metri d’altitudine) alla quale, considerato il rasserenante paesaggio collinare della Valnure, è stato annesso un vasto agriturismo inaugurato nel 2002 e ricavato da un’antica stalla sapientemente ristrutturata.

Un agriturismo che ha ricevuto il premio “Pietro Fumi” dalla Provincia di Piacenza e di Slow Food Piacenza come 1° classificato per la migliore carta dei vini cui vengono naturalmente abbinati i salumi Dop piacentini (coppa, salame e pancetta) ed i piatti della tradizione piacentina. E’ possibile anche il pernottamento ed èDavide Sacchi-2 una meta molto “gettonata” considerata la vicinanza con il borgo di Grazzano Visconti.

Abbiamo detto “è”, ma sarebbe più corretto utilizzare l’imperfetto “era”, perché quasi due anni di pandemia hanno costretto la struttura alla temporanea chiusura, in attesa di tempi migliori, anche se l’attività agricola, per fortuna, non è mai stata forzata a soste e nemmeno il mercato dei vini ne ha risentito grazie soprattutto al fatto che i clienti sono per lo più privati, non trattorie e ristoranti; numerosi anche quelli di province limitrofe, ma non mancano francesi e tedeschi che naturalmente quando arrivano qui non mancano di soggiornare nell’agriturismo. Anche con loro si ripartirà.

Diverse di queste persone, per lo più imprenditori del comparto agro-alimentare, Davide li ha conosciuti ad eventi internazionali come il Sial di Parigi, a Colonia o al Sana di Bologna in quanto vi ha partecipato insieme a pochi giovani imprenditori selezionati da Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare insieme al Ministero delle Politiche agricole, per specifici programmi di "Promozione dell'imprenditorialità giovanile in agricoltura" con partecipazioni a eventi, fiere, workshop e corsi formativi. Ad esempio, in occasione di un apposito talkshow nell'ambito del Salone Internazionale del Biologico e del Naturale al Sana, i giovani imprenditori agricoli del biologico hanno usufruito di un'area dedicata nello stand istituzionale del Mipaaf, grazie alla vittoria del bando indetto dallo stesso Ministero per la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali del 2016.

Alla viticoltura biologica Davide Sacchi, perito agrario,si è dedicato fin dal suo ingresso in azienda a fianco del padre ed ne ha attuato la riconversione, certo favorito dalla naturalità della zona in cui sono ubicati i vigneti, ottenendo già vent’anni fa (ora Davide di anni ne ha 42) la certificazione bio per barbera, bonarda, pinot nero, cabernet sauvignon e fortana, un’uva quasi scomparsa e che quasi più nessuno vinifica nel piacentino. Ne deriva un vino fresco, beverino, un “novello” da bersi fresco in estate. Ci sono poi i bianchi, ovvero ortrugo, malvasia e trebbiano.

Il vino prodotto viene imbottigliato direttamente in azienda tramite una moderna linea automatica; la cantina dispone delle più moderne attrezzature, ma se per i bianchi si utilizzano serbatoi in acciaio inox, per i rossi vige la regola dell’affinamento in botte.

Davide da anni conduce l’azienda da solo, con il supporto di qualche aiuto solo per la vendemmia, utilizzando scrupolosamente le metodiche biologiche, ovvero la non lavorazione del terreno, con filari alternati, non utilizzo di prodotti di sintesi per la lotta antiparassitaria, e solo rame e zolfo ventilato, mentre per l’oidio esiste in commercio un prodotto a base di fiori d’arancio; l’uso di bicarbonato di potassio come antifungino è ancora da verificare.

Il mercato, come già sottolineato, anche durante la pandemia, si è mantenuto tonico; del resto oggi i costi per la produzione biologica, rispetto a quelli del convenzionale, sono quasi gli stessi; la voce più onerosa è la certificazione sia in vigneto, che in cantina, un onere del resto indispensabile a garanzia dei consumatori che si affidano con fiducia ai prodotti bio.

Trattandosi di un ancor giovane viticoltore (anche se già con tanti anni di esperienza avendo iniziato l’attività al termine degli studi tecnici), ci sono naturalmente progetti da attuare. Il primo è quello di una ripartenza in grande stile per l’agriturismo ed i segnali cominciano ad arrivare, ma fondamentale per il futuro sarà anche un ampliamento della cantina; questo comporta investimenti che però devono essere adeguatamente supportati dal mercato stesso.

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