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Sacchetti della spesa a pagamento, Unione Commercianti: «Non deve essere solo un costo»

Raffaele Chiappa (Unione Commercianti): «Continueremo a far sentire le nostre ragioni, nelle sedi più opportune, per fare in modo che la normativa svolga veramente l’opera di sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente e della sua reale tutela e non sia solamente un’ulteriore costo per il consumatore»

«Questo decreto ha vietato dal 1 gennaio 2018 l’utilizzo dei soliti sacchetti di plastica per uso contenimento alimentari sfusi e, nel contempo ha previsto la loro sostituzione con sacchetti biodegradabili che però sono disponibili esclusivamente a pagamento del consumatore». A dirlo il presidente dell'Unione Commercianti di Piacenza, Raffaele Chiappa che commenta quanto previsto dal Decreto Legge Mezzogiorno del giugno 2017 in materia di divieto di utilizzo dei sacchetti ultraleggeri di plastica. «È chiaro - continua il presidente dell’Unione Commercianti  - che la tutela dell’ambiente deve necessariamente transitare con provvedimenti che obbligano l’utilizzo di materiale biodegradabile, però la normativa così configurata ed entrata in vigore non ci soddisfa e non ci sembra offra quello stimolo costruttivo verso la tutela dell’ambiente da parte dei consumatori».

FOTO Raffaele Chiappa-2«Siamo infatti d’accordo - prosegue Raffaele Chiappa - con la nostra federazione Italiana Dettaglianti Alimentari ( Fida - Confcommercio ) e con l’opera da essa svolta per cercare di modificare il contenuto del Decreto Legge Mezzogiorno, tendente a dare un’alternativa al consumatore che in questo modo non viene sensibilizzato, a nostro avviso, a tenere un comportamento più sostenibile per l’ambiente potendo solamente acquistare il sacchetto senza potersene servire altre volte se non danneggiato, in quanto la normativa scattata con il decreto non lo ammette per motivi igienico-sanitari». «La nostra azione però, anche tramite la Fida conclude - non si fermerà e continueremo a far sentire le nostre ragioni, nelle sedi più opportune, per fare in modo che la normativa svolga veramente l’opera di sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente e della sua reale tutela e non sia solamente un’ulteriore costo per il consumatore». 

COSA DICE LA LEGGE - Dal 1 gennaio 2018 è entrato in vigore l'articolo 9-bis della legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017 (il Decreto Legge Mezzogiorno), per il quale "le borse di plastica non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite". Sono previste sanzioni per gli esercizi commerciali che non applicheranno la nuova norma, con multe che vanno dai 2.500 ai 25mila euro (ma si può arrivare anche fino a 100mila euro in caso di "ingenti quantitativi" di buste fuorilegge, come ricorda Il Corriere della Sera). Il legislatore italiano ha recepito - in ritardo e sotto il rischio di una pensate multe - la direttiva Ue, approvata nel 2014, per la dimunzione dei consumi in tutti gli Stati membri.

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