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Sciopero Iren: il 29 febbraio il presidio a Borgoforte

Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil: «Dopo la mancata conciliazione con la direzione aziendale di fronte al Prefetto di Piacenza la protesta si è concretizzata nel blocco degli straordinari per 30 giorni e in 8 ore di sciopero il 29 febbraio»

«Il gruppo Iren - si legge in una nota di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil riguardante lo sciopero di Iren del 29 febbraio - è in una fase di profonda riorganizzazione: in termini di assetti societari, organizzativi e proprietari. Ciò l'ha portata ad essere un'azienda di dimensione pluriterritoriale, concludendo di fatto quella diarchia territoriale che aveva governato la società. Questa riorganizzazione ha avuto ricadute negative sul territorio, sia a livello occupazionale, sia di relazioni industriali». 
«Tra le più significative - continuano i sindacati - si evidenzia la riduzione del personale (tramite utilizzo dell'art.4 della legge Fornero che prevedeva, però, l'accordo di ripristinare il 60% delle uscite. Ad oggi non c'è ritorno sulle nuove assunzioni, ed è venuto meno un reale confronto sugli organici dei vari reparti/uffici, aumentando le preoccupazioni per il mantenimento della qualità del servizio prestato alle comunità e ai territori) e il fatto che le relazioni sindacali si siano ridotte a semplici comunicazioni, portando a decisioni aziendali unilaterali senza un preventivo confronto (in particolare la nascita della nuova Ireti SpA si è concretizzata senza un accordo di salvaguardia con le Rsu/OO.SS. - sulla base dell’art. 2112 del C.C. - imponendo tra l’altro nuovi orari di lavoro, disattendendo così gli accordi sottoscritti e i protocolli firmati nel 2011)».
«L'operazione Ireti - dice la nota - per scelta aziendale, si è poi rilevata a dir poco disorientante per la partenza del nuovo orario dal 11 gennaio (e non dal primo gennaio, data che per l'Azienda doveva essere perentoria) con palesi difficoltà di interpretazione dell'ordine di servizio di riferimento, per la problematicità e la complessità nell'utilizzo del nuovo gestionale (progetto SAP-One) e per le linee di business separate e specialistiche solo sulla carta: si sta lavorando ancora con la precedente organizzazione (soprattutto in reperibilità)».
«Le dimissioni di Enrico Bini, sindaco di Castelnovo Monti (RE) - sottolineano i sindacati - da presidente della commissione legalità della multiutility (creata, ma di fatto  mai utilizzata) sono un esempio lampante della deriva autoritaria dell'azienda».
«Per questi motivi Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, con il mandato delle assemblee dei lavoratori - si legge nella nota - hanno proclamato lo stato di agitazione che, dopo la mancata conciliazione con la direzione aziendale di fronte al Prefetto di Piacenza, si è concretizzato nel blocco degli straordinari per 30 giorni e  in 8 ore di sciopero il 29 febbraio con presidio ai cancelli dello stabilimento di località Borgoforte».

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