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«Se l’Emilia Romagna avvierà un polo pubblico delle Fiere scapperemo a gambe levate»

Lo ha detto il 22 giugno, Giampiero Maioli, amministratore delegato di Cariparma Credit Agricole durante un incontro a Borgonovo organizzato da Cantina Valtidone su come promuovere sul mercato nazionale e internazionale le eccellenze locali: vino, pomodoro, salumi e Grana Padano

«Se l’Emilia Romagna avvierà un polo pubblico delle Fiere scapperemo a gambe levate». Lo ha detto il 22 giugno, Giampiero Maioli, amministratore delegato di Cariparma Credit Agricole durante un incontro a Borgonovo (Piacenza) organizzato da Cantina Valtidone su come promuovere sul mercato nazionale e internazionale le eccellenze locali: vino, pomodoro, salumi e Grana Padano. Alla giornata era presente anche il sottosegretario all'Ecoomia, Paola De Micheli.

Rispondendo a domande sull’Area vasta, il numero uno di Cariparma ha detto che «nell’Emilia Occidentale sono possibili sinergie. L’era del “piccolo è bello” è finita». Sulle Fiere: «A me interessa che funzionino, siano ben gestite e diano profitti. Ad esempio, a Reggio Emilia, Parma e Cremona si fanno delle belle manifestazioni, ma non c’è massa critica. Penso a un’unica fiera agroalimentare evoluta, come c’è in altri Paesi: l’Anuga in Germania o il Sial in Francia». E l’area giusta per una vetrina mondiale dell’agroalimentare, ha affermato Maioli, «è l’Emilia occidentale. Milano non deve fare una fiera agroalimentare, ma deve puntare sulla moda, sull’innovazione». Cariparma, ha ricordato l'ad, ha investito con forza «su Fiere di Parma abbiamo investito decine di milioni di euro e siamo i primi in Italia come investimenti. Siamo accusati di non dare credito: in due anni abbiamo aumentato il credito del 17% nell'agroalimentare e deteniamo il 5% della quota nazionale. Il nostro obiettivo è arrivare al 10%».

Sempre parlando di agroalimentare, Maioli ha sottolineato che in Italia «abbiamo un capitale valoriale che altri non hanno: vino, latte, pomodoro sono legati al territorio. Oltre a produzioni di qualità, oggi sui mercati si vendono le storie dei territori. E qui ci sono, insieme a capitale umano e intellettuale».

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