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Economia

«Seconda metà del 2016 positiva per l’economia piacentina»

Confindustria Piacenza rende nota l'indagine congiunturale che mette a confronto il secondo semestre del 2016 con il 2015

L’associazione industriali di Piacenza rende nota la tradizionale indagine – effettuata su un campione di 100 aziende locali per 9mila addetti, non prendendo in considerazione il comparto dell’edilizia – congiunturale. Stavolta prende in esame il secondo semestre dell’anno 2016, messo a confronto il secondo semestre del 2015. «In questi dati – spiega il presidente di Confindustria Alberto Rota – vediamo una crescita, trascinata dalla metalmeccanica (grazie alle macchine utensili che sono state agevolate da super ammortamenti si è toccato in questo settore un +5,72%) che ha portato a una crescita del fatturato complessivo del 5,29 per cento (più 9,22% quello estero e 3,94% quello interno).  Nella precedente indagine si registrò un -1,44%. C’è da fare qualche distinguo, come la crisi del petrolio, e i materiali edili che hanno ancora un calo (-4,55%). I numeri attuali ci danno però una sensazione di crescita, gli imprenditori hanno aspettative in tendenza più positive che negative. Abbiamo la sensazione che si sta andando verso una direzione di continuità positiva. L’occupazione è cresciuta mediamente quasi dell’uno per cento (0.83%). Per le aziende sopra i 100 addetti l’occupazione sale dell’1,32%, sale dello 0,38% per quelle con più di 20 addetti. È rilevante perché è l’export che tira sulla crescita: le aziende più strutturate riescono a vincere la battaglia dell’export rispetto a quelle più piccole».

Nel 2016 balzano all’occhio, secondo l’associazione, i dati sugli investimenti. «Sono legati soprattutto alla formazione, alla ricerca e allo sviluppo. Significa che le aziende credono che sul personale bisogna investire, perché sono i dipendenti che permettono di creare sviluppo e competitività. Tra gli ostacoli registrati dalla nostra indagine è abbastanza importante “l’insufficiente livello della domanda attesa”. Ma è normale, in un momento storico come questo.

«Stanno migliorando – ha aggiunto il direttore Cesare Betti – i dati delle industrie varie: legno, chimica, plastica, tessile, nautica, vetro. Crescono sia nel fatturato interno che in quello estero. Sono aziende importanti per Piacenza». Questo genere di imprenditoria ha registrato un +11,64% di fatturato, mentre l’alimentare un +2,46%. Il fatturato estero delle industrie varie tocca il 14,24%, l’alimentare un positivo +11,70%, +7,13% per la meccanica. Sul fronte interno il fatturato vede un +10,82% per le industrie varie, un +4,88% per la meccanica e un +2,3% per l’alimentare

IL 2017

Confindustria ha provato a fare qualche previsione. «Più di un 50% degli imprenditori – spiega Rota - ritiene che il fatturato rimarrà invariato. Un 42% si aspetta un aumento, un 6% una diminuzione: c’è un’aspettativa positiva insomma, ci si aspetta ancora sviluppo ed export. Anche perché c’è qualche segnale positivo: la tenuta del mercato della Cina, una politica americana di sviluppo, la fine dell’embargo e delle sanzioni della Russia, il possibile aumento del petrolio (sappiamo che 40 aziende per 4mila addetti a Piacenza sono coinvolti in questo settore)». «L’Oil e Gas è calato – ha proseguito Betti – e le macchine utensili vanno perciò bene. È l’esatto contrario degli anni scorsi, in cui la meccatronica aveva difficoltà ma a livello locale bilanciavamo con il petrolio». Betti sottolinea come i dati sull’occupazione lascino ben sperare. «Stiamo parlando di occupazione vera, non di voucher. Nelle industrie piacentine si entra con stage e tirocini ma poi si viene confermati, soprattutto nella manifattura». «Vent’anni fa – ha concluso Rota - assumere un quarantenne era una follia. In qualche modo oggi anche un cinquantenne ha molto da dare nel mercato del lavoro. Porta almeno 15 anni lavorativi. Il voucher ha più senso nel commercio, nella logistica, in altri settori. Non funziona tanto nell’industria». 

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