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Economia Rivergaro

«Senza acqua muore l’agricoltura», i trattori invadono la città per protestare

La protesta degli agricoltori per lo stralcio della traversa di Sant’Agata dalle opere. I trattori della manifestazione pacifica sono arrivati anche a Piacenza

TRAVERSA SANT’AGATA, RANCAN: «REGIONE INDIFFERENTE ALLE ESIGENZE DEGLI AGRICOLTORI»

«Lo stop della Regione Emilia Romagna alla realizzazione della traversa Sant’Agata a Rivergaro è l’ennesimo esempio della riluttanza dell’ente a prendersi a cuore le necessità più sentite nel Piacentino. Il presidente regionale Stefano Bonaccini e l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, come da prassi consolidata da parte degli amministratori del Partito Democratico, si sono ancora una volta dimostrati lontani dalle esigenze dei nostri cittadini». Così il consigliere regionale della Lega Matteo Rancan a seguito della protesta degli agricoltori, organizzata dal Consorzio Rivo Villano con il sostegno di Coldiretti, Confagricoltura e Cia, che si è svolta a Piacenza per sensibilizzare la popolazione sul tema delle opere irrigue. «Il sit-in andato in scena in mattinata» afferma l’esponente leghista, che si dichiara «completamente dalla parte dei dimostranti», «è la risposta all’incapacità di ascoltare il territorio». «Una categoria – insiste Rancan – ha fatto sentire la propria voce perché è inammissibile rischiare di restare senz’acqua ad uso irriguo nei mesi estivi: bloccare un’opera tanto importante significa infatti compromettere il lavoro di tante persone ed imprese agricole. E se l’amministrazione regionale è insensibile alle richieste degli agricoltori, la Lega non farà mai mancare il proprio appoggio a battaglie di questo tipo».

IL COMMENTO DEI PARLAMENTARI DELLA LEGA ELENA MURELLI E PIETRO PISANI

Sulla protesta degli agricoltori, per la mancata realizzazione della traversa di Sant’Agata, intervengono i parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani. I parlamentari hanno espresso «grande disappunto, soprattutto in questo momento dopo che il Governo aveva anche assegnato delle risorse. E’ un peccato che non si riesca a raggiungere un accordo su come fare la derivazione, tanto utile agli agricoltori che lavorano sulla sponda destra del Trebbia. Se gli agricoltori non potessero irrigare, infatti, avrebbero problemi con le coltivazioni e sarebbero costretti a prelevare l’acqua dai pozzi artesiani. E questo andrebbe a discapito della falda sotterranea. Il prelievo dai pozzi, inoltre, in alcuni casi è motivo di grave inquinamento dovuto al fumo e alle polveri sottili emesse dai motori diesel utilizzati per sollevare l’acqua. Invitiamo, pertanto, tutti a sedersi attorno a un tavolo e discutere. La politica dia la disponibilità a far sì che le parti si incontrino e trovino soluzioni eque».

L'INTERVENTO DEL COSIL

«Il Consorzio Infrastrutture e Logistica Piacenza – informa il sui presidente Federico Scarpa -Co.Sil., che da tempo segue le vicissitudini riguardanti l’ipotesi di realizzazione di invasi in Val Nure, Val Trebbia, ha partecipato con entusiasmo a questa iniziativa pensando però di trovare una adesione attiva anche da parte delle categorie economiche. Ma, come al solito, il concetto di “fare squadra” sembra essere fuori dalla portata dei piacentini. Infatti oltre al Consorzio hanno aderito ufficialmente la Libera Associazione Commercianti, l’Associazione Promotori d’Impresa e il Centro Studi Piacenza i quali ritengono che il problema sollevato non sia di pertinenza soltanto delle categorie agricole, ben rappresentate nell’occasione, o degli ambientalisti, ma riguarda il complesso della società civile. Dichiarare, come ha fatto qualcuno, che le esigenze idropotabili del mondo agricolo siano posizioni pretestuose, non ha riscontro nella realtà che, invece, dimostra l’urgente necessità di un invaso - o Diga, come dir si voglia - che garantisca l’approvvigionamento del prezioso elemento all’intero territorio. Ci scusiamo anticipatamente se questo suonerà “fuori dalle righe”, ma ci appelliamo al prefetto di Piacenza, per far presente che le limitazioni prescritte all’iniziativa avevano, a nostro parere, carattere eccessivamente limitativo ed erano sproporzionate sia rispetto alla dimensione della manifestazione in oggetto sia alla qualità dei partecipanti. Talché si è svolta con grande ordine e correttezza a dispetto, appunto delle restrizioni. A questo punto vorremmo ricordare a tutti che dal momento in cui la “guerra dell’acqua”, come qualcuno l’ha definita, assumerà aspetti più “caldi”, non sarà certo sufficiente andare sul piazzale di Via Gorra, ma serviranno iniziative più stringenti a sostegno della gestione delle acque del territorio e occorrerà tenersi pronti a sbloccare situazioni di ostruzionismo che, di volta in volta, potranno presentarsi. Ci auguriamo sinceramente che le categorie economiche della provincia si sentiranno più coinvolte ed avranno il buon gusto di aderire alle future iniziative sull’argomento».

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